Casa Adoldo

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|Stile architettonico=Rinascimentale
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|Completamento=prima metà del XVI secolo
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|Descrizione=Quella degli Adoldo è una delle famiglie patrizie più antiche che vissero a [[Venezia]]. Di origine greca, Era padrona dell'isola d'Andro e di metà di quella delle Sercine, la cui metà Nicolò, ultimo della famiglia, vendette ai Michiel. Nicolò Adoldo morì nel 1432, e nel 1481, in premio delle sue beneficenze, ebbe una memoria nella [[Chiesa di San Simeon Piccolo]] di cui i suoi antenati finanziarono la costruzione.
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|Descrizione=<poem>Quella degli Adoldo è una delle famiglie patrizie più antiche che vissero a [[Venezia]]. Di origine greca, Era padrona dell'isola d'Andro e di metà di quella delle Sercine, la cui metà Nicolò, ultimo della famiglia, vendette ai Michiel. Nicolò Adoldo morì nel 1432, e nel 1481, in premio delle sue beneficenze, ebbe una memoria nella [[Chiesa di San Simeon Piccolo]] di cui i suoi antenati finanziarono la costruzione.
La facciata si presenta con uno stile classicheggiante formato da bifore centrali, monofore ai lati intervallate da dei bassorilievi con stemmi di famiglia. (???)
La facciata si presenta con uno stile classicheggiante formato da bifore centrali, monofore ai lati intervallate da dei bassorilievi con stemmi di famiglia. (???)
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Sopra la prima porta di questo edificio, si legge la seguente iscrizione:
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has o lector aedes ex humili
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''has o lector aedes ex humili ''
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jamque collabente domo col-
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''jamque collabente domo col-''
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legio et fabricae divorum si-
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monis et judae a lucia adolda
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quondam legatas aere proprio
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victor spera in ampliorem hac
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quam vides formam reposuit.
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huiusce rei nolui te ignarum. vale.
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Tale iscrizione è scolpita sopra un marmoreo cartello e tenuta da due figurine in abito talare, rappresentanti i due apostoli Simeone e Giuda, la prima delle quali ha presso un'arma gentilizia consistente in un uccello in mezzo ad una fascia e la seconda una piccola nicchia, ora vuota.
Tale iscrizione è scolpita sopra un marmoreo cartello e tenuta da due figurine in abito talare, rappresentanti i due apostoli Simeone e Giuda, la prima delle quali ha presso un'arma gentilizia consistente in un uccello in mezzo ad una fascia e la seconda una piccola nicchia, ora vuota.
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La terza porta riporta questa iscrizione:
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nutrices fuimus pueri et pia cura relicti
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''nutrices fuimus pueri et pia cura relicti ''
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qui vir mox nobis haec monumenta dedit.
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adscribas donis quae rata vota cadunt.
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Anche questi distici sono scolpiti sopra un cartello di marmo tenuto da due figurine di sesso femminile, l'una delle quali ha in mano un compasso, e l'altra un orologio a polvere.
Anche questi distici sono scolpiti sopra un cartello di marmo tenuto da due figurine di sesso femminile, l'una delle quali ha in mano un compasso, e l'altra un orologio a polvere.
In basso nell'ultimo pilastro della casa, verso la chiesa, stavano nuovamente scolpiti i due apostoli con un angelo nel mezzo, e che sulla cima della facciata torreggia tuttora una colomba con sotto le parole: Bonum Est In Deo Sperare allusive, al pari dell'altre: In Deo Spera, al cognome della famiglia da cui venne rifabbricata la casa.
In basso nell'ultimo pilastro della casa, verso la chiesa, stavano nuovamente scolpiti i due apostoli con un angelo nel mezzo, e che sulla cima della facciata torreggia tuttora una colomba con sotto le parole: Bonum Est In Deo Sperare allusive, al pari dell'altre: In Deo Spera, al cognome della famiglia da cui venne rifabbricata la casa.
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Versione del 19:57, 10 nov 2022

Informazioni

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Indirizzo Santa Croce 711 – 712 – Fondamenta San Simeon Piccolo
Stile architett. Rinascimentale
Completamento prima metà del XVI secolo

Quella degli Adoldo è una delle famiglie patrizie più antiche che vissero a Venezia. Di origine greca, Era padrona dell'isola d'Andro e di metà di quella delle Sercine, la cui metà Nicolò, ultimo della famiglia, vendette ai Michiel. Nicolò Adoldo morì nel 1432, e nel 1481, in premio delle sue beneficenze, ebbe una memoria nella Chiesa di San Simeon Piccolo di cui i suoi antenati finanziarono la costruzione.

La facciata si presenta con uno stile classicheggiante formato da bifore centrali, monofore ai lati intervallate da dei bassorilievi con stemmi di famiglia. (???)

Sopra la prima porta di questo edificio, si legge la seguente iscrizione:

has o lector aedes ex humili
jamque collabente domo col-
legio et fabricae divorum si-
monis et judae a lucia adolda
quondam legatas aere proprio
victor spera in ampliorem hac
quam vides formam reposuit.
huiusce rei nolui te ignarum. vale.
m d x x .

Tale iscrizione è scolpita sopra un marmoreo cartello e tenuta da due figurine in abito talare, rappresentanti i due apostoli Simeone e Giuda, la prima delle quali ha presso un'arma gentilizia consistente in un uccello in mezzo ad una fascia e la seconda una piccola nicchia, ora vuota.
Dall'iscrizione apprendiamo come il fabbricato venne dato in dono da Lucia Adoldo alla chiesa dei Santi Simeone e Giuda, e come essendo esso cadente, venne riedificato in forma più ampia da Vittore Spiera nel 1520. Sopra un balcone di mezzo è visibile il motto IN DEO SPERA.
Lo stemma degli Adoldi consisteva appunto in quella fascia caricata da un uccello, che, come abbiamo detto, scorgesi scolpita presso la prima delle due figurine rappresentanti gli apostoli Simeone e Giuda.

Quanto alla famiglia Spera, o Spiera, essa era d'origine germanica, e benché non arrivasse agli onori del patriziato, tenne posto distinto nella cittadinanza. Può darsi che la nicchia vuota, prossima alla seconda delle due figurine rappresentanti gli Apostoli, sia la posizione dove un tempo esisteva lo stemma della sua famiglia.

La terza porta riporta questa iscrizione:

nutrices fuimus pueri et pia cura relicti
qui vir mox nobis haec monumenta dedit.
indole de illius spes nobis creverat ingens,
hanc tamen excessit, nomen et inde tulit.
nam quia spem vicit victor cognomine spera est.
in nos, in divum templa benignus opum.
proin quicunque legis nobis gratare, polique
adscribas donis quae rata vota cadunt.

Anche questi distici sono scolpiti sopra un cartello di marmo tenuto da due figurine di sesso femminile, l'una delle quali ha in mano un compasso, e l'altra un orologio a polvere.
In basso nell'ultimo pilastro della casa, verso la chiesa, stavano nuovamente scolpiti i due apostoli con un angelo nel mezzo, e che sulla cima della facciata torreggia tuttora una colomba con sotto le parole: Bonum Est In Deo Sperare allusive, al pari dell'altre: In Deo Spera, al cognome della famiglia da cui venne rifabbricata la casa.


Mappa

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