Fondazioni degli edifici veneziani

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Versione del 11:35, 9 apr 2016, autore: Gabriele (discussione | contributi)
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Quali sono le fondazioni degli edifici veneziani?

Le fondazioni degli edifici di Venezia, fin dai tempi più remoti seguono lo stesso sistema che si chiama a fondazione indiretta.

Tutta la città è stata costruita come se fosse in una palude poco profonda, per cui la zona da edificare veniva dapprima solidificata piantando dei pali di legno appuntiti (larice o rovere), corti e nodosi fino a raggiungere uno strato di terreno particolarmente duro e compatto di argilla, detto caranto, di particolare consistenza, che si trova ad una decina di metri sotto lo strato di terreno da edificare.
La disposizione dei pali viene effettuata secondo un allineamento multiplo, lungo la striscia di terreno sopra la quale si eleveranno i muri.
Se lo strato di caranto è troppo profondo e i pali non arrivano, del tutto o in parte, a conficcarvisi, la sottofondazione viene fatta per costipamento. In tal caso i pali vengono piantati su tutta la superficie sopra la quale poggerà l’edificio, prima chiudendo il perimetro con una fitta palificata e procedendo poi all’interno con un disegno a spirale verso il centro della zona.

Questo procedimento viene fatto se l’edificio da sostenere è troppo pesante.

Sopra le teste dei pali vengono fissati due strati incrociati tra loro di tavoloni di legno di larice. Sopra questo speciale zatterone viene elevata la fondazione vera e propria, costituita da un muro a plinto, cioè a zoccolo con le pareti leggermente inclinate, a strati abbastanza regolari in blocchi di pietra d’Istria. Sopra il muro di pietra vengono poste le colonne, o i muri dell’edificio.
Con questo tipo di fondazione soltanto la parte in pietra d’Istria resta a contatto con l’acqua salsa e l’aria mentre le parti in legno restano conficcate nella melma o nel caranto, subendo con il tempo un processo di mineralizzazione che anziché marcire le rendono sempre più resistenti.