Fondazioni degli edifici veneziani

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Quali sono le fondazioni degli edifici veneziani?


Le fondazioni degli edifici di Venezia, fin dai tempi più remoti, seguono sempre lo stesso sistema che si chiama a fondazione indiretta.
Tutta la città è stata costruita come se fosse in una palude poco profonda, per cui la zona da edificare veniva dapprima solidificata piantando dei pali di legno appuntiti (larice o rovere), corti e nodosi fino a raggiungere uno strato di terreno particolarmente duro e compatto di argilla, detto caranto, di particolare consistenza, che si trova ad una decina di metri sotto lo strato di terreno da edificare.
La disposizione dei pali viene effettuata secondo un allineamento multiplo, lungo la striscia di terreno sopra la quale si eleveranno i muri perimetrali e di spina che sorreggono gran parte del peso dell'edificio.
Se lo strato di caranto è troppo profondo e i pali non arrivano, del tutto o in parte, a conficcarvisi, la sottofondazione viene fatta per costipamento. In tal caso i pali vengono piantati su tutta la superficie sopra la quale poggerà l’edificio, prima chiudendo il perimetro con una fitta palificata e procedendo poi all’interno con un disegno a spirale verso il centro della zona.

Questo procedimento viene fatto se l’edificio da sostenere è molto pesante, come ad esempio il Campanile di San Marco.

Sopra le teste dei pali vengono fissati due strati, tra loro incrociati, di tavoloni di legno di larice. Sopra questo speciale zatterone viene elevata la fondazione vera e propria, costituita da un muro a plinto, cioè a zoccolo con le pareti leggermente inclinate, a strati abbastanza regolari in blocchi di Pietra d’Istria fino a superare il livello medio di marea. Sopra questo primo muro di pietra vengono poste le colonne del piano terra, o i muri perimetrali dell’edificio.
Con questo tipo di fondazione soltanto la parte in Pietra d’Istria resta a contatto con l’acqua salsa e l’aria, mentre le parti in legno restano conficcate nella melma o nel caranto, subendo con il tempo un processo di mineralizzazione che anziché marcire le rendono sempre più resistenti. La Pietra d'Istria per la sua natura compatta e particolarmente impermeabile, o comunque non soggetta a modificarsi anche a contatto con elementi erosivi, è risultata unica soluzione a sostenere l'imman peso delle fabbriche veneziane.

Fino a qui sono state accennate le fondazioni degli edifici, che diversamente dalle Fondamenta che sono delle strade che corrono parallelamente ai rii. Considerato che nell'alveo dei canali lo strato di carato possa essere stato anche parzialmente eroso dal movimento delle maree, la costruzione delle case veneziane non potevano essere costruite su basi poco consistenti.

Ecco perché le costruzioni su terreno lagunare debbono seguire l'andamento, non sempre regolare, dei rii.
Quando a fianco dei rii si aggiunge un percorso pedonale questo viene chiamato fondamenta. Considerando che fondamenta viene considerata la parte sotterranea degli edifici, può stupire il foresto che la stessa parola indichi una strada posta lungo il bordo di un canale.
Potrebbe sorgere il dubbio che questa parola abbia avuto, nei tempi antichi, un significato più vicino al senso comune, ma questa ipotesi è da scartare perché un documento del 1321 parla di unam petiam de terra... quae firmat super quodam fondamenta sive via discurrente super rivum , un tratto di terra che si pone a fianco del rio, dizione che per fondamenta si intendeva una via passante lungo il rio, come lo è tuttora.
Nel Sestiere di Cannaregio gran parte dei rii sono fiancheggiati da fondamenta, vedi il Rio de la Misericordia e gli altri rii paralleli, o il Rio dei Mendicanti a Castello, mentre antri rii, Rio Marin, Canale di Cannaregio o Rio de la Fornace sono fiancheggiati da fondamenta su ambedue i lati.