La Carità Colpita - Il bombardamento aereo austro-tedesco del 14 agosto 1917

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|Descrizione=<poem>Presso la [[Scuola Grande di San Marco]] si tiene la mostra sugli effetti dei bombardamenti austro-tedeschi avvenuti durante il primo conflitto mondiale e più precisamente cento anni fa, il 14 agosto 1917 veniva colpito l'ospedale e quindi la sala capitolare della '''Scuola'''.
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[[Immagine:Mappa-bombardamenti-1917.jpg|500px|right]]Presso la [[Scuola Grande di San Marco]] si tiene la mostra sugli effetti dei bombardamenti austro-tedeschi avvenuti durante il primo conflitto mondiale e più precisamente cento anni fa, il 14 agosto 1917 veniva colpito l'ospedale e quindi la sala capitolare della '''Scuola'''.
Il bombardamento colpì emotivamente l’opinione pubblica non solo veneziana. I giornali ne diedero notizia amplificando quella che fu, quasi certamente, un’azione precipitosa o un’errata valutazione della traiettoria di caduta della bomba, come altre volte era avvenuto nella città lagunare.
Il bombardamento colpì emotivamente l’opinione pubblica non solo veneziana. I giornali ne diedero notizia amplificando quella che fu, quasi certamente, un’azione precipitosa o un’errata valutazione della traiettoria di caduta della bomba, come altre volte era avvenuto nella città lagunare.
In una lunga guerra, però, combattuta non solo con fucili e cannoni, ma anche con le armi della propaganda, il fatto rappresentò un segno tangibile della crudeltà del nemico: nemmeno un luogo di pietosa cura e soccorso era stato risparmiato.
In una lunga guerra, però, combattuta non solo con fucili e cannoni, ma anche con le armi della propaganda, il fatto rappresentò un segno tangibile della crudeltà del nemico: nemmeno un luogo di pietosa cura e soccorso era stato risparmiato.
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È proprio il filo della propaganda a tessere il racconto di questa mostra e ad intrecciarsi con quello della storia. La guerra combattuta nell’aria, lo stato dell’aviazione, l’artiglieria aerea e contraerea e, appunto, i bombardamenti sull’Ospedale sono le tappe di questa narrazione.
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[[Immagine:Bombardamenti-1917-Scuola-Grande-San-Marco.jpg|500px|left]]È proprio il filo della propaganda a tessere il racconto di questa mostra e ad intrecciarsi con quello della storia. La guerra combattuta nell’aria, lo stato dell’aviazione, l’artiglieria aerea e contraerea e, appunto, i bombardamenti sull’Ospedale sono le tappe di questa narrazione.
La mostra prosegue al piano superiore nella '''Sala del Capitolo''', luogo di cura di pazienti ricoverati nel 1917 che subì i danni del bombardamento, dove viene presentata ora la memoria di quell’evento.
La mostra prosegue al piano superiore nella '''Sala del Capitolo''', luogo di cura di pazienti ricoverati nel 1917 che subì i danni del bombardamento, dove viene presentata ora la memoria di quell’evento.
Cresce la paura nelle città italiane, soprattutto in quelle a ridosso del fronte o lungo la costa adriatica.
Cresce la paura nelle città italiane, soprattutto in quelle a ridosso del fronte o lungo la costa adriatica.
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Una su tutte a temere attacchi dal cielo, vista la sua posizione strategica, è Venezia, la prima ad essere colpita da quindici bombe già nel mattino del 24 maggio 1915, in risposta al bombardamento effettuato da un dirigibile italiano sulla base militare di Pola. Forte lo sgomento.
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Una su tutte a temere attacchi dal cielo, vista la sua posizione strategica, è [[Venezia]], la prima ad essere colpita da quindici bombe già nel mattino del 24 maggio 1915, in risposta al bombardamento effettuato da un dirigibile italiano sulla base militare di Pola. Forte lo sgomento.
[[Venezia]] si scopre vulnerabile e teme per l’incolumità dei suoi abitanti che non può proteggere con ripari interrati, vista la sua particolare conformazione, ma anche per l’integrità dei suoi capolavori artistici inesorabilmente esposte alle bombe.
[[Venezia]] si scopre vulnerabile e teme per l’incolumità dei suoi abitanti che non può proteggere con ripari interrati, vista la sua particolare conformazione, ma anche per l’integrità dei suoi capolavori artistici inesorabilmente esposte alle bombe.
Lo sgomento è soprattutto legato al fatto di percepire fin da subito che anche una città universalmente riconosciuta per lo splendore della sua arte e della sua storia, nonostante presenti obiettivi di interesse militare, non sia preservata dalla furia della guerra e dalle sue leggi impietose.
Lo sgomento è soprattutto legato al fatto di percepire fin da subito che anche una città universalmente riconosciuta per lo splendore della sua arte e della sua storia, nonostante presenti obiettivi di interesse militare, non sia preservata dalla furia della guerra e dalle sue leggi impietose.
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Decisa quindi la voce della propaganda che, per colpire l’emotività del suo pubblico, correda di immagini suggestive le notizie che arrivano dal fronte del cielo.
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[[Immagine:Bombardamenti-1917-Sala-Scuola-Grande-San-Marco.jpg|500px|right]]Decisa quindi la voce della propaganda che, per colpire l’emotività del suo pubblico, correda di immagini suggestive le notizie che arrivano dal fronte del cielo.
Le quarantadue incursioni aeree austro-tedesche subìte da [[Venezia]], che terminano alla vigilia della Battaglia di Vittorio Veneto, il 23 ottobre 1918, scaricano sulla città più di un migliaio di bombe.
Le quarantadue incursioni aeree austro-tedesche subìte da [[Venezia]], che terminano alla vigilia della Battaglia di Vittorio Veneto, il 23 ottobre 1918, scaricano sulla città più di un migliaio di bombe.
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Martedì 14 agosto 1917. Mancano pochi giorni all’inizio dell’undicesima cruenta battaglia sull’Isonzo. Venezia è al buio, coperta da nubi; la luna solo un esile spicchio; scarsa dunque la possibilità di attacchi aerei. Eppure alle 3.50 del mattino le sirene dell’Arsenale danno l’allarme: un gruppo di aeroplani e idrovolanti austro- tedeschi sta per sorvolare la città. Provengono dal mare, protetti dalle nuvole, in piccole squadriglie e a più riprese; una quindicina in tutto. Inizia il bombardamento, inframmezzato a tratti dal lancio di razzi che, rimanendo sospesi ad una certa altezza, illuminano la zona sottostante.
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Martedì 14 agosto 1917. Mancano pochi giorni all’inizio dell’undicesima cruenta battaglia sull’Isonzo. [[Venezia]] è al buio, coperta da nubi; la luna solo un esile spicchio; scarsa dunque la possibilità di attacchi aerei. Eppure alle 3.50 del mattino le sirene dell’[[Arsenale]] danno l’allarme: un gruppo di aeroplani e idrovolanti austro- tedeschi sta per sorvolare la città. Provengono dal mare, protetti dalle nuvole, in piccole squadriglie e a più riprese; una quindicina in tutto. Inizia il bombardamento, inframmezzato a tratti dal lancio di razzi che, rimanendo sospesi ad una certa altezza, illuminano la zona sottostante.
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Alle 4.30 viene colpito l’Ospedale Civile: una bomba centra l’angolo tra la facciata cinquecentesca e la Fondamenta dei Mendicanti e penetra nella Sala del Capitolo, occupata da un centinaio di letti, provocando due morti e ventuno feriti. Mancano pochi minuti alle 10 del mattino quando torna il silenzio.
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[[Immagine:Bombardamneti-1917-Stemma-Scuola-Grande-San-Marco.jpg|500px|left]]Alle 4.30 viene colpito l’Ospedale Civile: una bomba centra l’angolo tra la facciata cinquecentesca e la [[Rio dei Mendicanti|Fondamenta dei Mendicanti]] e penetra nella '''Sala del Capitolo''', occupata da un centinaio di letti, provocando due morti e ventuno feriti. Mancano pochi minuti alle 10 del mattino quando torna il silenzio.
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Il bilancio della trentunesima incursione su Venezia è di quattro morti, ventisette feriti e danni insignificanti alle opere militari. Immediata la risposta italiana: alcune squadriglie aeree della Marina attaccano le basi aeree della costa istriana e un gruppo di siluranti austro-ungariche.
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Il bilancio della trentunesima incursione su [[Venezia]] è di quattro morti, ventisette feriti e danni insignificanti alle opere militari. Immediata la risposta italiana: alcune squadriglie aeree della Marina attaccano le basi aeree della costa istriana e un gruppo di siluranti austro-ungariche.
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Con il bombardamento dell’Ospedale il prezioso soffitto ligneo della Sala del Capitolo, realizzato da Vittore Scienza da Feltre e Lorenzo di Vincenzo da Trento tra il 1519 e il 1535, subisce danni importanti. La notizia che la spettacolare opera, raffigurante al centro gli stemmi di cinque Scuole veneziane, sia stata deturpata, getta ulteriore sconforto in città.
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Con il bombardamento dell’Ospedale il prezioso soffitto ligneo della '''Sala del Capitolo''', realizzato da '''Vittore Scienza''' da Feltre e '''Lorenzo di Vincenzo''' da Trento tra il 1519 e il 1535, subisce danni importanti. La notizia che la spettacolare opera, raffigurante al centro gli stemmi di cinque Scuole veneziane, sia stata deturpata, getta ulteriore sconforto in città.
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Fortunatamente, grazie alle considerevoli opere di difesa e protezione della città e ai limiti insiti alla neonata artiglieria aerea, Venezia esce dalle quarantadue incursioni con danni tutto sommato contenuti.
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Fortunatamente, grazie alle considerevoli opere di difesa e protezione della città e ai limiti insiti alla neonata artiglieria aerea, [[Venezia]] esce dalle quarantadue incursioni con danni tutto sommato contenuti.
Col ritorno della pace, inizieranno ovunque, nelle terre martoriate dal conflitto, le ricostruzioni degli abitati e il restauro del patrimonio artistico, spesso irrimediabilmente lesionato. Incommensurabile il numero dei soldati caduti al fronte: solo per l’Italia seicentocinquantamila.
Col ritorno della pace, inizieranno ovunque, nelle terre martoriate dal conflitto, le ricostruzioni degli abitati e il restauro del patrimonio artistico, spesso irrimediabilmente lesionato. Incommensurabile il numero dei soldati caduti al fronte: solo per l’Italia seicentocinquantamila.

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Altro
Presso la Scuola Grande di San Marco si tiene la mostra sugli effetti dei bombardamenti austro-tedeschi avvenuti durante il primo conflitto mondiale e più precisamente cento anni fa, il 14 agosto 1917 veniva colpito l'ospedale e quindi la sala capitolare della Scuola.

Il bombardamento colpì emotivamente l’opinione pubblica non solo veneziana. I giornali ne diedero notizia amplificando quella che fu, quasi certamente, un’azione precipitosa o un’errata valutazione della traiettoria di caduta della bomba, come altre volte era avvenuto nella città lagunare.
In una lunga guerra, però, combattuta non solo con fucili e cannoni, ma anche con le armi della propaganda, il fatto rappresentò un segno tangibile della crudeltà del nemico: nemmeno un luogo di pietosa cura e soccorso era stato risparmiato.

È proprio il filo della propaganda a tessere il racconto di questa mostra e ad intrecciarsi con quello della storia. La guerra combattuta nell’aria, lo stato dell’aviazione, l’artiglieria aerea e contraerea e, appunto, i bombardamenti sull’Ospedale sono le tappe di questa narrazione.

La mostra prosegue al piano superiore nella Sala del Capitolo, luogo di cura di pazienti ricoverati nel 1917 che subì i danni del bombardamento, dove viene presentata ora la memoria di quell’evento.
Cresce la paura nelle città italiane, soprattutto in quelle a ridosso del fronte o lungo la costa adriatica.
Una su tutte a temere attacchi dal cielo, vista la sua posizione strategica, è Venezia, la prima ad essere colpita da quindici bombe già nel mattino del 24 maggio 1915, in risposta al bombardamento effettuato da un dirigibile italiano sulla base militare di Pola. Forte lo sgomento.
Venezia si scopre vulnerabile e teme per l’incolumità dei suoi abitanti che non può proteggere con ripari interrati, vista la sua particolare conformazione, ma anche per l’integrità dei suoi capolavori artistici inesorabilmente esposte alle bombe.
Lo sgomento è soprattutto legato al fatto di percepire fin da subito che anche una città universalmente riconosciuta per lo splendore della sua arte e della sua storia, nonostante presenti obiettivi di interesse militare, non sia preservata dalla furia della guerra e dalle sue leggi impietose.

Decisa quindi la voce della propaganda che, per colpire l’emotività del suo pubblico, correda di immagini suggestive le notizie che arrivano dal fronte del cielo.

Le quarantadue incursioni aeree austro-tedesche subìte da Venezia, che terminano alla vigilia della Battaglia di Vittorio Veneto, il 23 ottobre 1918, scaricano sulla città più di un migliaio di bombe.
Martedì 14 agosto 1917. Mancano pochi giorni all’inizio dell’undicesima cruenta battaglia sull’Isonzo. Venezia è al buio, coperta da nubi; la luna solo un esile spicchio; scarsa dunque la possibilità di attacchi aerei. Eppure alle 3.50 del mattino le sirene dell’Arsenale danno l’allarme: un gruppo di aeroplani e idrovolanti austro- tedeschi sta per sorvolare la città. Provengono dal mare, protetti dalle nuvole, in piccole squadriglie e a più riprese; una quindicina in tutto. Inizia il bombardamento, inframmezzato a tratti dal lancio di razzi che, rimanendo sospesi ad una certa altezza, illuminano la zona sottostante.

Alle 4.30 viene colpito l’Ospedale Civile: una bomba centra l’angolo tra la facciata cinquecentesca e la Fondamenta dei Mendicanti e penetra nella Sala del Capitolo, occupata da un centinaio di letti, provocando due morti e ventuno feriti. Mancano pochi minuti alle 10 del mattino quando torna il silenzio.

Il bilancio della trentunesima incursione su Venezia è di quattro morti, ventisette feriti e danni insignificanti alle opere militari. Immediata la risposta italiana: alcune squadriglie aeree della Marina attaccano le basi aeree della costa istriana e un gruppo di siluranti austro-ungariche.
Con il bombardamento dell’Ospedale il prezioso soffitto ligneo della Sala del Capitolo, realizzato da Vittore Scienza da Feltre e Lorenzo di Vincenzo da Trento tra il 1519 e il 1535, subisce danni importanti. La notizia che la spettacolare opera, raffigurante al centro gli stemmi di cinque Scuole veneziane, sia stata deturpata, getta ulteriore sconforto in città.
Fortunatamente, grazie alle considerevoli opere di difesa e protezione della città e ai limiti insiti alla neonata artiglieria aerea, Venezia esce dalle quarantadue incursioni con danni tutto sommato contenuti.
Col ritorno della pace, inizieranno ovunque, nelle terre martoriate dal conflitto, le ricostruzioni degli abitati e il restauro del patrimonio artistico, spesso irrimediabilmente lesionato. Incommensurabile il numero dei soldati caduti al fronte: solo per l’Italia seicentocinquantamila.


PORTEGO DELLE COLONNE E SALA CAPITOLARE SCUOLA GRANDE DI SAN MARCO
VENEZIA 6 OTTOBRE | 30 NOVEMBRE 2017


Dal: 2017/10/06 al 2017/11/30
Orario: dalle 9.30 alle 17.00, dal martedì al sabato
Dove: Scuola Grande di San Marco