Marino Sanudo

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Seguirono  le  '''Vite  dei Dogi (1490 - 1494)''', dal  leggendario '''Paoluccio  Anafesto'''  al  suo contemporaneo  '''Agostino Barbarigo''', con l'intento di celebrare la saggia  e  prudente  condotta  di  [[Venezia]]  e  del  suo  Senato,  e  '''La spedizione di Carlo VII in Italia''' (1495), dedicata sempre al doge '''Barbarigo'''. 
Seguirono  le  '''Vite  dei Dogi (1490 - 1494)''', dal  leggendario '''Paoluccio  Anafesto'''  al  suo contemporaneo  '''Agostino Barbarigo''', con l'intento di celebrare la saggia  e  prudente  condotta  di  [[Venezia]]  e  del  suo  Senato,  e  '''La spedizione di Carlo VII in Italia''' (1495), dedicata sempre al doge '''Barbarigo'''. 
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Tutte queste opere, in volgare, dovevano costituire una specie di  premessa  ai  '''Diarii''',  che  lasciò  al  '''Consiglio  dei  Dieci''',  nei  quali  venne  narrando  tutti  i  fatti  che giornalmente  accaddero  dal  1496  al  1536
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Tutte queste opere, in volgare, dovevano costituire una specie di  premessa  ai  '''Diarii''',  che  lasciò  al  '''Consiglio  dei  Dieci''',  nei  quali  venne  narrando  tutti  i  fatti  che giornalmente  accaddero  dal  1496  al  1533. ed offrono un dettagliato racconto della città articolato giorno per giorno e una fonte inesauribile di informazioni e notizie
Si tratta di cinquantotto volumi ricchissimi di notizie politiche, letterarie, economiche, militari e navali, di documenti e di relazioni di oratori, editi in epoca moderna per la conoscenza anche tra gli studiosi italiani e stranieri tra il 1879 e il 1903, comprendenti anche lettere e documenti originali, essi costituiscono una schietta e inestimabile rappresentazione della vita di [[Venezia]] nelle sue attività ''normali'' di vita quotidiana durante le vita dello scrittore.
Si tratta di cinquantotto volumi ricchissimi di notizie politiche, letterarie, economiche, militari e navali, di documenti e di relazioni di oratori, editi in epoca moderna per la conoscenza anche tra gli studiosi italiani e stranieri tra il 1879 e il 1903, comprendenti anche lettere e documenti originali, essi costituiscono una schietta e inestimabile rappresentazione della vita di [[Venezia]] nelle sue attività ''normali'' di vita quotidiana durante le vita dello scrittore.
Svolse pure attività politica (dopo il 1498), ma senza fortuna.
Svolse pure attività politica (dopo il 1498), ma senza fortuna.

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MARINO SANUDO il giovane (Venezia 1466 – Venezia 1536), scrittore

Letterato  veneziano,  dei  Sanudo  di  San  Giacomo  dell'Orio.  Nacque a Venezia nel 1466.
Figlio di Leonardo Sanudo, ambasciatore a Roma per la Serenissima Repubblica, rimase orfano all'età di 8 anni. Lo zio Francesco lo accudì e gli diede la possibilità di studiare gli autori latini, gli fece conoscere la logica, e partecipò a numerose lezioni di filosofia alla Scuola di San Marco. Questa sua conoscenza classica gli permise di diventare amico di Aldo Manuzio  e  membro  dell’Accademia  Aldina. Fu  forse  il più  importante  scrittore  di  Venezia  e  dell'epoca. 

Nel  1483  scrisse  l'Itinerario per la terraferma veneta,  e  l'anno  dopo  i  Commentari della guerra di Ferrara

Seguirono  le  Vite  dei Dogi (1490 - 1494), dal  leggendario Paoluccio  Anafesto  al  suo contemporaneo  Agostino Barbarigo, con l'intento di celebrare la saggia  e  prudente  condotta  di  Venezia  e  del  suo  Senato,  e  La spedizione di Carlo VII in Italia (1495), dedicata sempre al doge Barbarigo

Tutte queste opere, in volgare, dovevano costituire una specie di  premessa  ai  Diarii,  che  lasciò  al  Consiglio  dei  Dieci,  nei  quali  venne  narrando  tutti  i  fatti  che giornalmente  accaddero  dal  1496  al  1533. ed offrono un dettagliato racconto della città articolato giorno per giorno e una fonte inesauribile di informazioni e notizie. 
Si tratta di cinquantotto volumi ricchissimi di notizie politiche, letterarie, economiche, militari e navali, di documenti e di relazioni di oratori, editi in epoca moderna per la conoscenza anche tra gli studiosi italiani e stranieri tra il 1879 e il 1903, comprendenti anche lettere e documenti originali, essi costituiscono una schietta e inestimabile rappresentazione della vita di Venezia nelle sue attività normali di vita quotidiana durante le vita dello scrittore.
Svolse pure attività politica (dopo il 1498), ma senza fortuna.

Morì nella sua stessa città nel 1536.