Museo del merletto

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Nel XV secolo cominciava a diffondersi una nuova e preziosa arte: l'Arte del Merletto, arte che la moglie del doge Malipiero, Giovanna Dandolo, prese per prima a proteggere.

Leggi contro i merletti, che il governo considerava un lusso eccessivo, furono subito emanate, ma nulla valsero.
Il merletto si diffuse velocemente ed era da tutti ricercato sia per paramenti sacri, che per corredi che per rifiniture di abiti.

Il punto in aria, eseguito con il solo filo ed ago, e il punto tagliato erano talmente preziosi che la loro fama raggiunse l’Inghilterra dove la Regina, Maria Tudor e la figlia di Enrico VIII , Elisabetta, li preferirono ad altri presenti sul mercato, così pure ebbero successo in Francia ed in Toscana.

Altre protettrici di quest’arte furono Maria Morosini e Marina Morosini Grimani, che fece sorgere una scuola di merletti nei pressi di Campo Santa Fosca.

Con il cambare della moda e la spietata concorrenza, l’artre decadde e sempre meno furono le donne che sapevano ricamare; l’arte era ancora viva solo nei monasteri e una dei più famosi era quello delle monache di San Vito a Burano, che ricamavano in modo eccezionale.

Sempre a Burano sorgeva la scuola “professionale di Merletti” ad opera della contessa Marcello con l’aiuto di Paolo Fumbri. Era l’anno 1872. tale scuola ebbe il pregio di riportare i “merletti di Burano “ a fama mondiale.

Il Museo, aperto nel 1981, ha sede negli spazi della storica Scuola dei merletti di Burano.

Vi sono esposti molti preziosi esemplari di merletti della Scuola, oltre ad importanti testimonianze della produzione veneziana dal XVI al XX secolo, e vi è custodito il ricchissimo archivio della Scuola, con disegni, foto e testimonianze iconografiche.

All’interno del Museo, inoltre, operano alcune merlettaie che consentono al visitatore di osservare dal vero le varie tecniche di lavorazione.

Orari

dal 1 aprile al 31 ottobre
10.00 – 18.00 (biglietteria 10.00 – 17.30)

dal 1 novembre al 31 marzo
10.00 – 17.00 (biglietteria 10.00 – 16.30)

Chiuso il lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio e 1 maggio