Opinione:Martinetti poter sollevare Venezia

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La notizia di oggi è che si vuole sollevare parte della città con un sistema di martinetti che salvino dalle maree, in previsione che il sistema MOSE funzioni in maniera non ottimale, e comunque per maree superiori al 1,20 mt sul mediomare.

Il Palazzo dei Camerlenghi a Rialto ed ora anche la Chiesa di San Moisè nelle vicinanze di Piazza San Marco, sarebbero le candidate ad essere sollevate di circa 80 cm in modo tale da tenerle all’asciutto nei giorni in cui la marea si manifesta.

Il sistema di sollevamento dei fabbricati con i martinetti però non è un novità per Venezia. Già nel 1980, e quindi trenta anni fa, il palazzo che ospita il Liceo Marco Polo, in fondamenta San Trovaso, nelle immediate adiacenze del Ponte delle meravegie, è stato sollevato di 90 cm. dopo essere stato “imbragato” con strutture rigide (tiranti), che hanno permesso prima di consolidare il sottofondo con micropali in cemento con una frequenza di uno ogni 30 cm., poi di sollevarlo proprio con martinetti a perdere.

Un altro esempio è la casa dei sette camini in fondamenta Tron vicino a San Nicolò dei Mendicoli, proprietà comunale, anch’essa sollevata e restaurata “di sana pianta” nel 1992.

Tutti e due gli edifici sono edifici svincolati da altre strutture immobiliari e quindi hanno potuto essere prese come un unicum e sollevate, perdendo di fatto la connotazione che questi avevano in tempi remoti. Per altro la continua emorragia di abitanti da Venezia doveva far si che interventi di questo tipo fossero presi in esame prima, sollevando anche zone della città più ampie, coinvolgenti più di un fabbricato, magari prima che Insula mettesse le mani sulla pavimentazione, visti i risultati poco “edificanti”.

Gli esempi sopra descritti possono far pensare sull’effettiva necessità del MOSE, o meglio sulla effettiva necessità di spendere un quantitativo così grande di soldi, solo per creare degli immensi danni alla laguna, alle isole che la compongono, alle barene ed ai ghebi, non conoscendo ancora il costo di esercizio di tale opera, quando con una determinata cifra si sarebbero potuto “salvare dalle acque” un certo numero di fabbricati che avrebbero ospitato vecchi e nuovi veneziani, che avrebbero amato la città che li ospita, facendola rimanere una città non un museo per milioni di visitatori che la usano e la gettano nella spazzatura. La notizia di oggi è che si vuole sollevare parte della città con un sistema di martinetti che salvino dalle maree, in previsione che il sistema MOSE funzioni in maniera non ottimale, e comunque per maree superiori al 1,20 mt sul mediomare.

Il Palazzo dei Camerlenghi a Rialto ed ora anche la Chiesa di San Moisè nelle vicinanze di San Marco, sarebbero le candidate ad essere sollevate di circa 80 cm in modo tale da tenerle all’asciutto nei giorni in cui la marea si manifesta.

Il sistema di sollevamento dei fabbricati con i martinetti però non è un novità per Venezia. Già nel 1980, e quindi trenta anni fa, il palazzo che ospita il Liceo Marco Polo, in fondamenta San Trovaso, nelle immediate adiacenze del Ponte delle meravegie, è stato sollevato di 90 cm. dopo essere stato “imbragato” con strutture rigide (tiranti), che hanno permesso prima di consolidare il sottofondo con micropali in cemento con una frequenza di uno ogni 30 cm., poi di sollevarlo proprio con martinetti a perdere.

Un altro esempio è la casa dei sette camini in fondamenta Tron vicino a San Nicolò dei Mendicali, proprietà comunale, anch’essa sollevata e restaurata “di sana pianta” nel 1992.

Tutti e due gli edifici sono edifici svincolati da altre strutture immobiliari e quindi hanno potuto essere prese come un unicum e sollevate, perdendo di fatto la connotazione che questi avevano in tempi remoti. Per altro la continua emorragia di abitanti da Venezia doveva far si che interventi di questo tipo fossero presi in esame prima, sollevando anche zone della città più ampie, coinvolgenti più di un fabbricato, magari prima che Insula mettesse le mani sulla pavimentazione, visti i risultati poco “edificanti”.

Gli esempi sopra descritti possono far pensare sull’effettiva necessità del MOSE, o meglio sulla effettiva necessità di spendere un quantitativo così grande di soldi, solo per creare degli immensi danni alla laguna, alle isole che la compongono, alle barene ed ai ghebi, non conoscendo ancora il costo di esercizio di tale opera, quando con una determinata cifra si sarebbero potuto “salvare dalle acque” un certo numero di fabbricati che avrebbero ospitato vecchi e nuovi veneziani, che avrebbero amato la città che li ospita, facendola rimanere una città non un museo per milioni di visitatori che la usano e la gettano nella spazzatura. <Rating> Dai un voto... 1 - Scarso 2 - Sufficiente 3 - Medio 4 - Buono 5 - Ottimo </Rating>