Parole in dialetto veneziano
Da Venicewiki, il wiki di Venezia
- Proverbi in dialetto veneziano
- Modi di dire in dialetto veneziano
- Elogio ala Scoreza
- Canzoni veneziane
A
- Abandonàr = abbandonare, abbandonarsi = venire meno, mancar d'animo
- Abatùo = abbattuto, spossato, debilitato
- Abénze casa con tutte le so abènze e pertinènze = casa con tutte le sue adiacenze, cioè con tutti i luoghi che ne dipendono
- Abinàrs = abbinare
- Abito fruà = abito consumato
- A brazzacòlo = abbracciando al collo
- Adàsio= adagio Dasin, dasieto= piano piano, adagio adagio
- Altana= Terrazza in legno sopra i tetti delle case
- ànda: andamento, andare, voglia (no go anda = non ho voglia)
- àmia: zia
- Amigo = amico
- A menadèo = a mena dito (Savèr o far una cossa a menadeo: sapere, fare una cosa alla perfezione)
- Amolo= mirabella, tipo si susina. Testa da amolo= Schiocco, tontolone
- Amurianum= Antica denominazione di Murano
- Ancuo= Oggi
- àni anòri= anni e anni. Xe ani anodi che no lo vedo = Sono anni e anni che non lo vedo
- Armelin= Albicocca. Frutto di provenienza armena, da questo il nome, ancora in uso dalle persone più anziane
- Arpìa= strega, persona malvagia
- Arpese = gancio che supporta un balcone
- Articiòchi = carciofi. Famosi quelli viola di Sant'Erasmo
- Assa= filo da cucire. Pàssime le asse da cuser = passami il filo per cucire
B
- Baba = Vecchia
- Bacàn'= Lingua di terra sabbiosa, situata in Laguna presso le Bocche di Porto, che emerge durante la bassa marea.
- Bagigio plur. Bagigi= arachide. La leggenda vuole che il termine derivi dal nome di un Turco che, avendo portato dei servigi alla Repubblica, fosse stato ricompensato con l'autorizzazione a vendere in Piazza San Marco le noccioline; il suo nome sarebbe Al Bha Ghig.
- Bagolo= Baldoria, spasso, divertimento. Far Bagolo: far baldoria. Ti xe un bagolo: Sei uno spasso.
- Bailo = Rappresentante all'estero del governo veneziano
- Bàrba= zio
- Barèta= berretta, copricapo. Alle Mercerie il Ponte dei Bareteri
- Barnabotti = Gli impiegati ai ridotti o casini. In genere erano nobiluomini veneziani decaduti
- Bàro= Cespo, cespuglio. Baro de erbe, baro de fogie oppure per una folta capigliatura: un baro de caveli.
- Baròndolo=Ciuffo di peli o fili attorcigliati (altro nome del cosiddetto "gatto" di polvere)
- Bastasi = Facchini dei Fonteghi i magazzini merci di Venezia
- Batòcio= Battacchio di campana
- Baùta= specie di mantellino o rocchetto, a uso di maschera
- Bava= Saliva, bava. Metaforicamente Fortuna: Che bava Che fortuna, una fortuna sfacciata
- Bavariol= bavaglio. Meter el bavaròl a un putelo = imbavagliare un bambino
- Biavarol = negozio di alimentari
- Biave = Cereali
- Bìgolo= bastone ricurvo su cui si appendono secchi o cesti, da portare sulla spalla
- Bonètto= panno o cuffia che le donne usavano portare come copricapo
- Bovolo = Chiocciola. Dicesi anche per le scale a chiocciola o Scala del Bovolo
- Bràghe o braghesse= calzoni, pantaloni.
- Brànca= manata, pugno. Na branca de sal
- Bucintoro = Lussuosa nave da parata usata dal Doge di Venezia per le manifestazioni importanti come lo Sposalizio del Mare in occasione della Festa della Sensa
- Bugnato = Rivestimento esterno con pietre di grosse dimensioni appena sgrossate e con profondi incavi tra le commissure
- Butiro= burro
- Busia=bugia,frottola,menzogna
C
- Ca' = Casa
- Cabala = dalle ebraico Qabbalah. Teorie legate alla tradizione ermetica dei numeri magici posti con la concessione armonica del Creato.
- Caesèa o Caèta= calle più stretta delle altre
- Caliera = paiolo ovvero pentola adatta alla cottura della polenta
- Camauro = Tipica cuffia di tela bianca usata dal Doge
- Camerlengo = Revisore dei conti. Magistrato sovrintendente alle attività economiche della Repubblica di Venezia, con funzione di riscossione e ridistribuzione delle entrate
- Camìsa= camicia
- Canaruòl= abitante di Cannaregio
- Canèva= cantina
- Carèga= sedia
- Caregòn= seggiolone
- Casoin= negozio di formaggi
- Cascàr= cadere
- Castròn= persona poco attenta a quello che fa
- Caìgo= nebbia
- Caìcia= caviglia
- Capeluo = il granchio durante la muta
- Cavana = Tipico ricovero veneziano delle imbarcazioni
- Cavea'=perno che serviva per attacare il carro ad un traino
- Chèba= gabbia o anche frottola; cascar in chèba cadere in trappola. La Cheba più famosa e famigerata era quella appesa al Campanile di San Marco, ad alcuni metri dal suolo, nella quale si chiudeva il disgraziato che aveve commesso un crimine e condannato alla pubblica gogna nella cheba. Non aveva diritto, da parte dello Stato veneto, nè da mangiare nè da bere. A questo doveva provvedere qualcuno vicino al condannato, un parente o un amico. Contar chèbe raccontare frottole.
- Chèbo= balbuziente
- el xe chèbo, si intacca con la 'c' e sulle 'g' gutturali (così come lo scheché o schèchena, mentre il balbo sulle 'b' e sulle 'p'; lo sgnanfo ha invece una pronuncia velare-nasale);
- Chéca= Francesca
- Chéco= Francesco
- Chécca= detto di omosessuale maschile passivo
- Chietìna= bacchettona o donna devota e religiosa
- Ciacola = Chiacchera; quindi Ciacolar = chiaccherare
- Ciapàr= prendere
- Cièsa = chiesa
- Còca= la coccolona e, per estensione, l'organo genitale femminile
- Còca belèla= schiocchina
- Còca, còcari= scemotto/a , stupidino/a, svanitello/a
- Còca lessa, Còca fiapa o còca mola= persona senza carattere
- Cocai = gabbiani
- Cocàl= gabbiano
- Còcca= nave tonda mercantile veneziana a larga prua
- Còco= prediletto o anche membro maschile nel linguaggio dei bambini
- Còcola= carezza
- Cocolar= coccolare, accarezzare
- Cocòlesso= carezza o anche parola gentile
- Cogiòn= testicolo o anche persona sciocca Cogiòni! però! (esclamazione di meraviglia)
- Cogionar= prendere in giro, burlarsi
- Cògoma0 caffettiera
- Còmio= gomito
D
- Damani= polsini
- Dasin, dasieto= piano piano, adagio adagio
- Desbratacàsa= ripostiglio
- Deo= dito
- Desmentegar = dimenticare
- Desavio = senza sale
- Dindio = Tacchino
- Do = due
- Diése= dieci
- Dòdese= dodici
- Dodesòna= imbarcazione da corteo con dodici vogatori
- Diisete= diciasette
- Disdòto= diciotto
- Disdotòna= fastosa imbarcazione da corteo a diciotto remi
- Dindìni= soldi (del tintinnio della moneta metallica)
- Dindòlon (a...)= a ciondoloni, di qua e là, come il dindolar di una campana
- Dispiàsso= dispiaciuto
- Dòlse= dolce
- Dogàl = ducale (palasso dogàl: palazzo ducale residenza del doge)
- Dise (el ..., la ...)= intercalare frequentissimo del dialetto veneziano.
- Domandòn= uno che continua sempre a chiedere
- Dòna= donna, femmina
Mi,
la dise: si
la dise: che
la dise: so
la dise: che
la dise: lu
la dise: va
la dise: là
Ma,
la dise: lu
la dise: no
la dise: sa
la dise: che
la dise: mi
la dise: so
la dise: che
la dise: lù
la dise: va
la dise: là;
e mi lo lasso!"
io so che lui va là, ma lui non sa che io lo so che lui va là; e io l'abbandono! (usata naturalmente, anche come scioglilingua)
E
- Ti xe ebete = sei uno stupido</div>
- El = articolo del genere maschile singolare, dicesi anche per Egli: El cria: egli grida; El magna: egli mangia
- Erbaria= Area di mercato riservata alla vendita di frutta e verdura
F
- Fàssa= fascia
- Felùca o filùca= specie di scialuppa o di piccola imbarcazione che andava a vele o a remi
- Fèlze= cabina chiusa della gondola
- Feràl= fanale, lampione
- Fìa= Ragazza
- Fìo= Ragazzo
- Filzàda= coperta da letto ruvida e rozza
- Fìrmano= ordine o decreto di sovrani turchi e persiani. Dal pers. farman ‘ordine’
- Fòdra= fodera. Fodrà= foderato. Andar par e le fodre: passare per zone interne, nascoste.
- Fora= fuori
- Fòntego= magazzino merci ed abitazione dei commercianti
- Fortàgia= frittata
- Fraglia = Corporazione di arti e mestieri
- Fròmbola= fionda
- Fulminante= fiammifero
- Furàtola= piccola bottega ove si vendevano generi alimentari di poco prezzo
- Furlàn= friulano. Nativo del Friuli.
- Fureghìn, furegòto= chi si dà da fare in molti modi ma non sempre corretti
G
- Ganzaruòlo: imbarcazione leggera con molti rematori. Sopra queste barche i giovani veneziani andavano al Lido per esercitarsi nel tiro con l'arco.
- Ganzega o Zanzega: Festa di fine lavori. Veniva fatta in occasione del termine dei lavori di costruzione o di restauro di una casa dove il proprietario, che aveva chiesto ad amici e parenti di aiutarlo, offriva un lauto pranzo a coloro avevano partecipato ai lavori. La tradizione si è protratta almeno fino alla fine degli anni '70 del secolo scorso.
- Gèmo: gomitolo
- Giàsso: ghiaccio, gelo.
- Gnaga: maschera di carnevale
- Gorna: canaletto che serve di condotta dell'acqua, grondaia
- "Gòto": bicchiere
- Gratacasa: grattugia per il formaggio
- "Grime": rughe
- Groppo: nodo
- Guar:affilare utensili da taglio
I
- Imusà o imusonà: arrabbiato
- Imbriago: ubriaco
- Impizar: accendere
- Infrapolà: sgualcito
- Incoconar, incoconarse: ingoiare, trangugiare, rimpinzarsi
- Intimea: federa del cuscino, probabilmente deriva da intimo, privato, solo mio.
L
- Levantina: stoffa di seta importata dall' Oriente.
- Levantino: cittadini originari del vicino medio oriente.
- Levoro: tanto grande
M
- Magansasi= Infido, sleale. Usato spesso come epiteto per campanilismo dai buranelli verso i muranesi Muranesi magansesi.
- Maregoea= topolino
- Mariegola= statuto di corporazione
- Marìo e mugièr= marito e moglie
- Marrani = Gli ebrei ispanici
- Massari = Tesorieri
- Mazaneta= granchio Veneziano GRANZO, "incominciano ad ottobre il granchio comune recasi in mare per gettare le uova, appunto le femmine con le uova (col coral) son dette mazanete, ricercatissime e ottime lesse" (Boerio)
- Megio =Miglio. Definiva anche granaglie in generale. Con lo steso nome il deposito a Santa Croce
- Mendicoli = Mendicanti
- Moeca = il granchio, durante la muta, perde la vecchia corazza rimanendo per poche ore con una crosta nuova e molle, è in questo stadio di mutazione che si chiama moeca ed i pescatori molecanti
- Mude = Convogli commerciali marittimi scortati da navi da guerra per evitare le incursioni di Turchi e pirati
- Musso= asino
- Muso= viso
N
- Naransa= arancia. Una parte del mercato ortofrutticolo era destinato proprio alla vendita delle arance, per tale motivo è diventata *Naranzaria
- Narìse= le narici (o più comunemente chiamate, i busi del naso)
- Nasar, snasar= annusare o anche aver sentore, intuire gli affari, subodorare (lo gò nasà: l'ho fiutato)
- Nessa= nipote
- Nevodo= nipote
- Novissa, novisso= fidanzata, fidanzato ufficiale
- Narabotoi= girini
O
- Onza= unghia
- Onto= unto
- Ormesino= panno di seta che veniva lavorato a Venezia secondo la foggia di quelli originari di Ormus, da cui prendeva il nome. *Fondamenta dei Ormesini si trova a Cannaregio
- Orna= misura veneziana pari a sei secchie
- Osèla= antica moneta d'argento coniata ogni anno in dicembre e dispensata dal doge ai patrizi nel giorno di S. Barbara
- Osèlo= uccello, usato anche per descrivere il membro maschile in modo scherzoso
- Ovadega= Chiazza di pelle secca, desquamazione.
P
- Pagiòla= forfora
- Palischermo= ant. paliscalmo. Grossa barca a remi, anche scialuppa. Dal greco polyskalmos 'dai molti scalmi'.
- Pantegana= ratto
- Papalina= berretto usato per la notte. Il doge lo portava sotto il corno ducale
- Papusse = Ciabatte, ma anche le scarpe dei gondolieri
- Parancola=tavola lunga stretta
- Parancolada= palancolata, sbarramento di tavole
- Pastassuta = pastasciutta
- Patere = Piccole formelle originariamente provenienti da Bisanzio, di forma rotonda, che ornano le case di Venezia
- Paviner= fuoco della befana
- Peata= chiatta, barca da carico di grande capacità
- Pergolo= poggiolo
- Persègo = pesca, frutto del pesco
- Pestrin= luogo dove si vende il latte
- Picai = Impiccati
- Piavola= bambola.
- Pittima= esattore. Più propriamente ere quello che si poneva davanti alla porta del debitore a ricordargli-gridando- il suo debito
- Possàe= le posate da tavola (individuali: cortèlo - cortello, scugèr - cucchiaio, piròn - forchetta, supièra - zuppiera, piato - piatto, gòto - bicchiere, tovagiòl - tovagliolo; comuni a tutti: pòter o pòto - caraffa dell'acqua, bòssa - bottiglia di vino, stecadenti - stuzzicadenti, sal - sale, pèvare - pepe, ògio - olio, asèo - aceto)
- Primariòla: primipara, che precede tutti gli altri
- Proto = Direttore ai lavori di costruzione. Proto ale fabriche. Fra questi spicca il nome di Jacopo Sansovino Proto di San Marco fino alla sua morte
- Pua= bambola
- Pùpola= polpaccio
- Pusar, puzar= appoggiare
- Putèlo= bambino, ragazzetto
R
- Rànsio= rancido. L'aggettivo è tipico per il burro, butiro, o per il latte andato a male.
- Rangotàn = Orangotango (somegiàrghe an un...): brutto, con la barba incolta, uomo dei boschi.
- Regalzier= Finto mattonato eseguita con la tecnica dell'affresco
- Rebègolo= furfantello irrequieto aver el rebègolo: aver l'argento vivo addosso
- Récia= orecchio (o quanto altro di simile forma)
- Ridotto = Casa da gioco, quelli che diventeranno i Casini Veneziani
- Rio terà = canale interrato trasformato in Calle (via)
- Rosegotto= bitorzolo. Dicesi anche di cosa vecchia e malandata: ..el xe proprio un rosegoto
- Roversà= rovesciato
- Ruga = strada in cui si trovano botteghe ed officine
S
- Samoro= si intende il cimurro che te vegna 'l.samoro
- Sanca, sanchina= la mano sinistra (si dice la mano del diavolo)
- Sago= mantello corto di scotta rozza e pesante
- Salizada= strada lastricata. Deriva da salizzo, “selce”
- Salvadego= selvatico
- Sarese = Ciliegie
- Sbaraino o sbaragin= "Giuoco di tavole che si fa con due dadi, e chiamasi Sbaraglino anche lo strumento sul quale si giuoca" (Boerio)
- Sbarbà= adolesciente
- Sbrasare= accendere per sfregamento, tipo un fiammifero.
- "Scafa"= lavello di marmo o di granito della cucina, far la scafa: il mento prominente dei bambini quando stanno per piangere
- Scagio = ascella
- Scarsela= tasca, borsa
- Scioso= lumaca
- Schei = Soldi
- Schiavina= coperta da letto di lana ruvida e molto grossa, ma anche una palandrana leggera ed attilata
- Scomenzera = Punto di partenza, si inizia da qui. da Scomenzar = Iniziare
- Scoreza= fratulenza
- Scorza= buccia o corteccia
- Scugier o Scuier= cucchiaio
- Segola= cipolla
- Sentìna= fondo della barca. Passar dal trasto a la sentìna (da un capo all'altro, da un discorso ad un altro)
- Sesia = rondine
- Sessola= votazza, gottazza per svuotare dall'acqua le barche. Tipico strumento, una volta in legno e successivamente in plastica, usato per svuotare le barche dall'acqua, togliere l'acqua dalla Sentina, il fondo. Di forma quadrangolare dà il nome alla Sacca Sessola proprio per la somiglianza di forme.
- Sèsto, (tor pa 'l...)= prendere in giro
- Sésto (esser de....)= a modo, di buone maniere
- Sfògio= sogliola
- Sfondrarse (... el bueo)= ingozzarsi, riempirsi stomachevolmente, mangiare oltre l'appetito
- Sgabeo = Sgabello (sul quale ci si siede)
- Sludro = molto unto, sporco
- Spienza' = Milza. Molto ricercata nei tipici locali veneziani i Bacari
- Solana= colpo di sole; così era pure chiamato il cappello a larghe tese senza fonda sul quale le donne stendevano i capelli, dopo averli unti con una tintura, ed aspettavano che il sole portasse a termine il lavoro, rendendo biondi i loro capelli.
- Spiàntani = i granchi che stanno per cambiare la crosta, servono per esca a vari tipi di pesce
- Spissa= prurito
- Sponzeta o strassa: straccetto.
- Sponza= spugna.
- Squero= (da squadra) cantiere ove si fabbricano le barche
- Stamigna= tessuto di lana sottile, ma molto resistente
- Stramasso= materasso
- Strassa= straccio
T
- Tabarro= mantella a ruota da uomo. Realizzato in panno, grosso e pesante, di colore scuro, solitamente nero
- Tamiso= setaccio per la farina
- Técia= padella
- Telero = Tela di grandi dimensioni, come quello del Paradiso dei Tintoretto in Palazzo Ducale
- Terà= interrato, coperta di terra
- Tirabosòn'= cavatappi
- Tòcio= intingolo
- Tòco= pezzo
- Tola= tavola, sia come asse di legno che come tavolo da pranzo
- Tòsa= giovane donna
- Toso= giovane uomo (giovanotto)
- Tòssego= veleno
- Trasto= traverso superiore della Gondola che serve per unire i due fianchi. Sono 4 trasto de prova, trasto de mezo, trasto grando e trasto da pope
- Tumbano= grullo, duro di testa, incapace
U
- Uganeghe= salsicce
- Ua = uva
- Uéta = uva passa
- Unfegar = sporcare leggermente
- Usmar = fiutare, sospettare, avere il sospetto, annusare
V
- Velme'= zona fangosa, ma anche le isole più basse. II termine veniva usato anche nel senso di barene
- Veneguri= lucertole
- Vissiga= vescica
Z
- Zago= chierico. Giovane iniziato agli ordini ecclesiastici minori, ma non ancora promosso al sacerdozio
- Zalo= giallo
- Zanze= vezzeggiativo per Anzola, Angela
- Zarantan= ciarlatano
- Zavàgio= travaglio, fatica
- Zebedei= eufemismo equivalente a testicoli
- Zènaro= marito della figlia,
- Zenàro= gennaio
- Zenòcio= ginocchio
- Zenzìva= gengiva
- Zo per la caleta = giù per la calle (via)
- Zorma o zerman= cugino
- Zogar a le brombole = giocare a fare le bolle di sapone
- Zogo = gioco
- Zòvane, zòvene, zòvine= giovanotto, giovane
- Zudegà= giudicato. Antico probabile nome dell’ isola della Giudecca, isola nella quale venivano imprigionati i rei.
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Categoria: Cose veneziane