Chiesa della Madonna dell’Orto

Informazioni

 

 

Indirizzo Cannaregio – Campo Madonna dell’Orto
Stile architett. Gotico

Eretta verso l a fine del trecento in onore a San Cristoforo, deve il suo nome a una Madonna col Bambino alla quale la devozione popolare aveva attribuito capacità taumaturgiche: scolpita da Giovanni de Santi, era inizialmente collocata nell’orto, ma, date le incessanti processioni dei fedeli, fu successivamente trasportata all’interno della chiesa, dove ancora si trova, nella cappella San Marco, sulla navata destra.
La facciata di mattoni rossi, tripartita da forti lesene su modello di San Zanipolo e dei Frari, presenta come elemento caratteristico, derivato dalle forme romaniche e rimasto unico a Venezia, una serie di nicchie disposte lungo gli spioventi, che ospitano le dodici statue degli apostoli scolpite dai Dalle Masegne.
Nelle edicole sotto i pinnacoli, trovano posto la Fede e le Virtù cardinali, statue settecentesche qui collocate nel 1845bin occasione del restauro voluto dal governo austriaco.

 

Il portale, ornato dalla statua di san Cristoforo posta tra la Vergine e l’arcangelo Gabriele annunciante, fu disegnato nel 1460 dall’architetto Bartolomeo Bon, autore, tra l’altro, della Porta della Carta di Palazzo Ducale, e segna il momento di transizione tra il gotico, contraddistinto dal fiorito arco esterno, e il rinascimento, testimoniato dall’arco interno a tutto sesto. Gli stemmi ai lati del portale appartengono alla famiglia di fra Marco Tiberio de Tiberi, fondatore della chiesa.

Sul campanile quattrocentesco, dalla cupola rinascimentale in cotto, a pigna, si erge la statua del Redentore con i quattro Evangelisti ai lati della cella campanaria, tutte opere della scuola dei Lombardo.
La pavimentazione in mattoni posti a spina di pesce, antistante la chiesa, è uno dei pochi esempi dell’antico selciato rimasti in città.
L’interno a tre navate, separate da colonne in marmo greco con capitelli di uguale foggia, si presenta privo di transetto, con l’abside centrale pentagonale, absiduole laterali e una semplice copertura a capriate lignee.

 

 

L’ambiente, illuminato dal grande rosone, dai finestrini della facciata e dalle aperture sulla navata centrale, comunica un profondo senso di equilibrio dovuto alla chiarezza e alla semplicità compositiva.

Sulla navata sinistra, inquadrata da un arco trionfale, si apre la sobria Cappella Valier (1526), interessante esempio di architettura rinascimentale progettata da Andrea Buora.
La chiesa è impreziosita dalla tersa atmosfera rinascimentale della Pala del Battista tra i santi (1493-1495) di Cima da Conegliano. Sullo sfondo è dipinto un paesaggio dove si scorgono il castello di Conegliano e la Basilica del Santo a Padova.
Nella cappella a destra del presbiterio è sepolto Jacopo Tintoretto che, ancora giovane, eseguì per la chiesa numerose opere tra le quali spiccano le teatrali e macchinose tele del Giudizio Universale, del Vitello d’oro e le porte esterne dell’antico organo con la Presentazione di Maria al tempio. Nella scena, ripresa in seguito da Tiziano con maggior realismo, compaiono, riunite in una spericolata prospettiva, imponenti figure michelangiolesche immerse in forti contrasti di luce. A proposito i biografi narrano che l’artista studiasse le sue composizioni avvalendosi di un teatrino entro cui sospendeva piccole figure che illuminava con fiaccole.
La chiesa custodiva la splendida Madonna col Bambino di Giovanni Bellini sino a quando, il primo marzo 1993, la tela venne trafugata e non se ne seppe più nulla. Il quadro era già stato rubato due volte, ma subito recuperato.

 

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Testo basato sull’originale di

Chiese di Venezia di Alessandra Boccato

Appartenente al circuito Chorus (Associazione per le chiese del Patriarcato di Venezia)

 

 

Categoria: Chiese