Torre dell’Orologio


Dal Bacino di San Marco, guardando in direzione della Piazzetta, tra il Palazzo Ducale e la Zecca, l’occhio cade su quel gioiello di edificio che chiude la visuale dopo la Basilica della quale si vede il fianco sud, la Torre dell’Orologio.

 

Nei famosi Diarii del cronista Marino Sanudo, in data 10 giugno 1493, scrive: fo dato principio a butar zoso le caxe ad intrar de la Marzaria in la piaza de San Marco… per far le fondamente di un horologio multo exelente… et sarà più bello de Italia”

Nel 1499 quando fu inaugurata la Torre, l’edificio consisteva nella sola parte centrale, senza le due ali laterali che furono aggiunte nel XVIII secolo. Era uno dei tre orologi con movimenti meccanici esistenti nel mondo, in quel momento il più evoluto ed il più tecnologicamente avanzato con movimenti non solo del quadrante, ma anche all’altezza della Madonna e nei movimenti dei Mori che suonavano la campana.
Partendo da terra, un grande arco inizia questa panoramica verticale della torre, per poter accedere alla Marzaria, luogo nel quale nel ‘500 tutte le cosse che si sa, et vol dimandar, vi si trova. E’ lo strato terreno dell’edificio, il più vicino al popolo ed alle cose della vita, le stoffe, gli argenti, le spade, le fiube, i fabbri.

 

Si sale quindi verso il grande quadrante nel quale sono indicate le fasi lunari, con una luna solo per metà dorata, per indicare l’esatto momento della fase lunare nel cielo, cosa molto importante per l’epoca in cui tutte le lavorazioni e gli spostamenti erano cadenzati dalle fasi lunari, tutte le costellazioni dello zodiaco, le cui raffigurazioni sono degli enormi segni zodiacali ricoperti in foglia d’oro che luccicano quando il sole li illumina ed, ovviamente, l’indicazione dell’ora suddivisa in 24 parti. Ma all’epoca le 24 ore partivano dal levarsi e dal calare del sole, per cui un guardiano, detto l’aggiustatore, correggeva, con lo scorrere delle stagioni, l’inizio e la fine della giornata. Orientativamente la giornata lavorativa iniziava alle 6 del mattino, il momento in cui la lancetta dell’orologio si trova nel punto più basso del suo percorso, per terminare alle 6 del pomeriggio, il momento più alto del posizionamento della lancetta.

Anche in questo caso veniva scandita la successione delle giornate, suddividendole in ore del giorno, a destra, ed ore della notte a sinistra.

 

Questo meccanismo, particolarmente all’avanguardia per l’epoca, era la summa delle conoscenze scientifiche della fine del ‘400.

Sopra il quadrante si trova la Madonna in trono sistemata al centro tra due porte dalle quali l’orologio mostra l’ora. Durante la settimana dell’Ascensione, in quella che una volta era la Festa della Sensa, dalla porta a destra della Madonna escono in successione, ad ogni batter d’ora, un angelo che suona la tromba seguito dai tre Re Magi che, passando davanti a Maria, s’inchinano per rientrare nella porta di destra.

 

Al piano superiore, sotto la balaustra della terrazza, compare un grande Leone di San Marco andante in oro che occupa tutta la larghezza della costruzione in un cielo azzurro puntato di stelle.

Il potere della Serenissima, raffigurata dal Leone di San Marco, occupa una posizione ben definita nella gerarchia del potere veneziano; infatti si pone sopra la Madonna, quindi sopra il potere della chiesa, sopra il quadrante tecnologicamente avanzato, quindi sopra la conoscenza scientifica e sopra le Mercerie, cose terrene, gli oggetti quotidiani, ma sottostà ad un unico potere, il potere del tempo, raffigurato da due grandi suonatori di campana, uno in sembianze giovanili e senza barba, l’altro vecchio, canuto e barbuto.

 

 

In cima alla torre, su un piano rialzato rispetto la balaustra che si affaccia su Piazza San Marco, due grandi figure in bronzo rintoccano la campana che si trova tra loro. Per il loro colore scuro della fusione del bronzo, subito i veneziani li hanno nominati i Mori, a cui furono affibbiati i nomi di Migliabecco, il più giovane che guarda la Piazza San Marco, e Oliodoro il più vecchio che da le spalle alla Basilica di San Marco.

Questi rintoccano l’ora due volte consecutivamente, con un distacco di cinque minuti, per dar modo a chi si fosse perso la prima battuta, di conoscere l’ora seguendo i rintocchi della seconda battuta.
Più volte nella sua lunga storia la torre è stata restaurata. L’ultimo restauro è stato terminato nel 2006 e il 27 luglio una grande festa serale ha restituito alla città la torre restaurata con l’orologio perfettamente funzionante grazie all’intervento di uno sponsor nel campo dell’orologeria.

 

https://www.youtube.com/watch?v=SIwMDFI8t_U

 

Visita alla Torre dell’Orologio

 

La Torre dell’Orologio è visitabile per appuntamento chiamando il 848082000, oppure solo dall’estero: +39 041 42730892, fissando una prenotazione telefonica, per un numero non superiore a 12 persone a visita.

Verrà fissato un incontro alle biglietterie del Museo Correr dove la guida distribuirà i biglietti e vi condurrà all’ingresso della Torre dopo aver attraversato la Piazza San Marco e aver imboccato il portico che conduce alla Mercerie.

 

Verrà chiesto ai visitatori di lasciare gli oggetti ingombranti, zaini o ombrelli, in uno stanzino dopo aver percorso pochi gradini. Le strette scale ed i numerosi gradini sarebbero difficili da percorrere con oggetti ingombranti. Bisogna ricordarsi di portare la macchina fotografica per immortalare lo stupendo paesaggio che vi comparirà sulle terrazze e dalla cima della Torre dell’Orologio.

 

Il percorso comprende la visione dei pesi e contrappesi che fanno funzionare il meccanismo e la macchina vera e propria dell’orologio, il cuore che pulsa al centro della torre. Queste sono poste al primo e al secondo piano di questa torre stretta ed alta.

 

Oggi i contrappesi vengono sollevati elettricamente non appena toccano il pulsante di fine corsa. Prima dell’avvento dell’elettricità era l’aggiustatore a caricare a mano tutti i meccanismi, con una serie di pulegge e manovelle.
Gran parte del meccanismo è quello antico, ma alcune parti, quelle più usurate, sono state rifatte uguali e sostituite durante il restauro concluso nel 2006.

 

 

Le statue dell’angelo con la tromba e i tre Magi che il giorno dell’Epifania e durante la festa dell’Ascensione, Sensa, passando davanti alla Madonna si inchinano, si trovano al terzo piano, all’altezza della Madonna con il bambino e dei tamburi che segnano l’ora, con il meccanismo con il quale si fanno passare le quattro statue nei giorni sopra scritti.

 

Le porte che si trovano dietro le statue sono quelle originali del ‘400, vengono riposte ogni volta che l’angelo e i Magi devono uscire nelle date stabilite, mentre le statue sono state rifatte verso la fine del ‘700.

 

Il piano superiore è uno spettacolo da non perdere. Si accede alle due terrazze che guardano la Piazza San Marco, la Basilica di San Marco, il Bacino di San Marco in un unico panorama mozzafiato della grandezza e della potenza della Serenissima.

 

L’ultima scala porta ai piedi dei due Mori che sovrastano di tre gradini la terrazza di accesso. In questo modo diventano ben visibili da terra ogni volta che rintoccano le ore.

Sono particolarmente belli, visti così da vicino. Il busto gira attorno ad un perno ad ogni rintocco della campana e sono i pesi posti al primo piano che permettono al meccanismo di compiere questo continuo e quasi perpetuo moto che ogni giorno affascina ed incanta i veneziani ed i turisti che ogni anno passano davanti a più di seicento anni di storia e potenza nel mondo antico, che questa torre rappresenta.

 

Torre Orologio - Leone San Marco

 

Torre Orologio - Sefni Zodiacali

 

Torre Orologio - Mercerie

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