Marino Sanudo
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Nel 1483 scrisse l''''Itinerario per la terraferma veneta''', e l'anno dopo i '''Commentari della guerra di Ferrara'''. | Nel 1483 scrisse l''''Itinerario per la terraferma veneta''', e l'anno dopo i '''Commentari della guerra di Ferrara'''. | ||
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Tutte queste opere, in volgare, dovevano costituire una specie di premessa ai '''Diarii''', che lasciò al '''Consiglio dei Dieci''', nei quali venne narrando tutti i fatti che giornalmente accaddero dal 1496 al 1536. | Tutte queste opere, in volgare, dovevano costituire una specie di premessa ai '''Diarii''', che lasciò al '''Consiglio dei Dieci''', nei quali venne narrando tutti i fatti che giornalmente accaddero dal 1496 al 1536. | ||
- | Si tratta di cinquantotto volumi ricchissimi di notizie politiche, letterarie, economiche, militari e navali, di documenti e di relazioni di oratori, editi tra il 1879 e il 1903, comprendenti anche lettere e documenti originali, essi costituiscono una schietta e inestimabile rappresentazione della | + | Si tratta di cinquantotto volumi ricchissimi di notizie politiche, letterarie, economiche, militari e navali, di documenti e di relazioni di oratori, editi tra il 1879 e il 1903, comprendenti anche lettere e documenti originali, essi costituiscono una schietta e inestimabile rappresentazione della vita di [[Venezia]] nelle sue attività ''normali'' di vita quotidiana. |
Svolse pure attività politica (dopo il 1498), ma senza fortuna. | Svolse pure attività politica (dopo il 1498), ma senza fortuna. | ||
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Versione del 10:53, 8 mag 2017
MARINO SANUDO il giovane (Venezia 1466 – Venezia 1536), scrittore
Letterato veneziano, dei Sanudo di San Giacomo dell'Orio. Nacque a Venezia nel 1466.
Figlio di Leonardo Sanudo, ambasciatore a Roma per la Serenissima Repubblica, rimase orfano all'età di 8 anni. Lo zio Francesco lo accudì e gli diede la possibilità di studiare gli autori latini, gli fece conoscere la logica, e partecipò a numerose lezioni di filosofia alla Scuola di San Marco. Questa sua conoscenza classica gli permise di diventare amico di Aldo Manuzio e membro dell’Accademia Aldina. Fu forse il più importante scrittore di Venezia e dell'epoca.
Nel 1483 scrisse l'Itinerario per la terraferma veneta, e l'anno dopo i Commentari della guerra di Ferrara.
Seguirono le Vite dei Dogi (1490 - 1494), dal leggendario Paoluccio Anafesto al contemporaneo Agostino Barbarigo, con l'intento di celebrare la saggia e prudente condotta di Venezia e del suo Senato, e La spedizione di Carlo VII in Italia (1495), dedicata sempre al doge Barbarigo.
Tutte queste opere, in volgare, dovevano costituire una specie di premessa ai Diarii, che lasciò al Consiglio dei Dieci, nei quali venne narrando tutti i fatti che giornalmente accaddero dal 1496 al 1536.
Si tratta di cinquantotto volumi ricchissimi di notizie politiche, letterarie, economiche, militari e navali, di documenti e di relazioni di oratori, editi tra il 1879 e il 1903, comprendenti anche lettere e documenti originali, essi costituiscono una schietta e inestimabile rappresentazione della vita di Venezia nelle sue attività normali di vita quotidiana.
Svolse pure attività politica (dopo il 1498), ma senza fortuna.
Morì nella sua stessa città nel 1536.
Categoria: Veneziani Famosi