Casselleria

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La Casselleria si trova nel Sestiere di Castello. In questi luoghi stanziavano i Casselleri, cioè i costruttori di casse.
Per casse si intendevano soprattutto casse per contenere le merci che dovevano essere spedite, ma anche le cassepanche nelle quali si mettevano le doti che le ragazze portavano quando si sposavano.
Emanuele Cicogna nel documentare le sue Iscrizioni Veneziane del 1868 in questo modo descriveva:
Qui stanziavano i casselleri, laonde Lauredana Cappello relita del q. M. Laurentio Cappello notificò nel 1514 di possedere in Santa Maria Formosa in Casselleria, case n.4 cum sue botege de casseler.
Havvi tuttora scolpita sulle muraglie l'arma Cappello.
Errarono poi il Gallicciolli ed il Mutinelli nel credere che per casselleri debbansi intendere i fabbricanti di case, secondo l'antico modo di scrivere cassa per casa.
I casselleri erano i fabbricanti di casse, come chiaramente risulta da una legge del Maggior Consiglio dell'anno 1322 (Neptunus), ove è detto:
cum cassellarii de Venetia possint trabere de Venet: franchum lignum laboratum per cassellas pro suo laboratorio. Queste casse servivano alla spedizione delle mercanzie, oppure a contenere il corredo delle spose novelle. Rammenta il Quadri nella sua Descrizione Topografica di Venezia che in molte antiche famiglie si conservavano tuttora alcune casse destinate a questo ultimo scopo, riccamente intarsiate d'ebano, avorio e madreperla, con le traccie tuttora visibili dell'incastonatura di pietre preziose. Aggiuge che, anche al giorno d'oggi esistono delle tavole da buoni maestri dipinte, le quali in origine forma ano il coperchio e el sponde di alcune delle casse medesime.
I casselleri avevano la loro scuola di devozione, sacra a San Giuseppe, presso Chiesa di Santa Maria Formosa. Essi nel secolo X ammontavano, secondo il De Monacis, a più di 400, e molto i distinsero nel debellare i piarti triestini od istriani, che fuggivano sopra una galea, traendo seco le spose veneziane poco prima rapite.
Il Gallicciolli riporta un brano della Mariegola dell'arte così concepito:
Et i casselleri de la contrà de Santa Maria Formosa se missero in ponto, e ben in ordine, facendo paveci de le tavole che loro feva le casse, e tutti andorono adosso la galia, e quella investino, e sono essi casselleri che sono i primi che montassero sopra essa galia, e sono morti assai da tutte doi le parte, et tajono a pezzi titti li triestini, non ne facendo alcuno le loro preson. Et questo volse el dose aciò i non havesse sepoltura li corpi soi in terra, ma che el mar fosse il suo molimento per la luzuria granda et offesa che feceno ai venitiani.
Dicesi che i casselleri riportassero vittoria il giorno della Purificazione di Maria Vergine, e ritornati ai propri lari, chiedessero al doge che annualmente la vigilia ed il giorno di tale festività, visitasse colla Signoria la chiesa di Santa Maria Formosa.
Dicesi pure che il doge che ischerzo loro opponesse - E se fosse per piovere? E se avessimo sete? - al che essi rispondessero - Noi vi daremo cappelli da coprirvi. Noi vi daremo da bere. - Da ciò avrebbe avuto origine il dono dei due cappelli di carta, o di paglia dorata, e dei due fiaschi di malvagia con sopra due aranci, che il pievano di Santa Maria Formosa soleva fare al principe in quella circostanza.