I primi incontri del basket giovanile

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Ingresso principale Scuola Grande Misericordia
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La mia Venezia del tempo che fu è raccolta nelle vicissitudini quotidiane nel piccolo Campo di San Marziale a Cannaregio.

Abitavamo in una casa molto piccola, circa 33 mq, in cinque, ma non sentivamo la necessità di avere più spazio in casa perché eravamo quasi sempre fuori.
La vicinanza alla Misericordia mi ha portato presto a frequentare la palestra, sia per i primi palleggi ad occhi bendati, sia per partecipare alle gioie delle vittorie casalinghe della Reyer.
Agli allenamenti nella palestra principale eravamo molti ragazzini e non avevamo ancora compiuto i sei anni. Riempivamo il campo e la distanza tra l'uno e l'altro era così ridotta che bastava spostarsi leggermente dal proprio cilindro, come si direbbe oggi, che già si invadeva la posizione dell'altro, con inevitabile scontro dei palloni che, con effetto domino, coinvolgeva quasi tutti e bisognava alzarsi la benda ed andare a cercare un pallone per proseguire l'allenamento.
Le partite in casa alla Misericordia erano sempre un evento. Il pubblico, assiepato sugli spalti, era a pochi centimetri dal campo di gara. Più di una volta ho visto deviare le rimesse degli avversari da spettatori ansiosi di veder recuperare la squadra di casa.
In una occasione particolare, durante una partita tiratissima, non ricordo chi fosse l'avversario, il tempo regolamentare non fu sufficiente per stabilire un vincitore, ma furono necessari ben tre tempi supplementari per avere una vincitrice e mia madre, che non mi vedeva ancora arrivare dopo tre ore che mi ero allontanato di casa, già cominciava a preoccuparsi e venne al portone del palazzetto per cercarmi.
I ricordi coinvolgono anche le prime partite nelle quali non si capiva se ci fosse un pallone vivo che veniva inseguito da dieci ragazzini che si assiepavano attorno alla palla. In prima elementare incontrammo nel campo esterno del patronato della Madonna dell'orto, in una partita amichevole, non esisteva ancora il minibasket, una compagine di pari età di Trieste. L'incontro, tiratissimo, si concluse con una schiacciante vittoria nostra con il punteggio tennistico di 6 a 0, con tutti e tre i canestri di Chicco Dorigo ed un mio contropiede che girò tre volte sull'anello per uscire con mia estrema delusione.
Con l'apertura del Palazzetto dello Sport dell'Arsenale nel 1977 l'edificio della Misericordia venne abbandonato e da allora solo nel 2007 venne cominciato un restauro che ne ha parzialmente distrutto l'originario impiantito, con la sostituzione della scala in legno con un obbrobrio in cemento armato che la Soprintendenza ha giustamente bloccato, ma ormai il danno è fatto.
Della Misericordia non rimane che un ricordo sbiadito.
Del Palazzetto dell'Arsenale rimane la struttura tutt'ora usata dai pochi ragazzi veneziani rimasti, che si contendono le poche ore disponibili, tra la palestra superiore e quella inferiore.
Del basket veneziano rimane la Reyer, che, come tanti, troppi veneziani, ha dovuto andare nella terraferma veneziana per trovare uno sponsor per i colori, portroppo sbiaditi, veneziani.