Il Busto di Medusa - Gian Lorenzo Bernini

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Cultura
Per uno scambio tra istituzioni e come legame simbolico tra due città, questo marmo di straordinaria fattura, conservato dal 1731 nei Musei Capitolini di Roma, sarà eccezionalmente esposto in Querini Stampalia nel periodo in cui la tavola de La presentazione di Gesù al tempio di Giovanni Bellini, capolavoro appartenente alla Fondazione Querini Stampalia, potrà essere visibile nella mostra monografica che le Scuderie del Quirinale di Roma dedicano al pittore veneziano.


La mostra è stata realizzata in collaborazione con il Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali, Sovraintendenza ai Beni Culturali, Musei Capitolini, con l’Azienda speciale Palaexpo, le Scuderie del Quirinale e Zètema Progetto Cultura.

L’opera, tuttora priva di fonti documentarie, era stata datata ai primi anni di pontificato di papa Innocenzo X Pamphilj, tra il 1644 e il 1648. Oggi, in base a nuove ipotesi di lettura, la datazione del Busto di Medusa potrebbe essere lievemente anticipata alla fine degli anni trenta del Seicento.
La scultura è stato oggetto nel 2006 di delicate indagini diagnostiche e di interventi conservativi. Curati da Elena Bianca Di Gioia della direzione dei Musei Capitolini, sono stati realizzati dai restauratori Tuccio Sante Guido e Giuseppe Mantella grazie al sostegno finanziario della Federazione Italiana Tabaccai e di Logista Italia nell’ambito del progetto Fit e Logista Italia per l’Arte e la Cultura.

La mostra veneziana sarà anche occasione per presentare importanti novità nel campo dell’illuminazione museale. Il Busto di Medusa verrà infatti illuminato da un innovativo sistema, ideato da OSRAM e utilizzato per la prima volta nella mostra Giovanni Bellini alle Scuderie del Quirinale di Roma.
Grazie al sistema OSRAM MU.SE, progettato ad hoc dal lighting designer Francesco Iannone, e alla ricerca ART LIGHT LAB, forme e materiali, volumi e proporzioni vengono rivelati all’osservatore grazie all’illuminazione interpretativa. La luce, anche in questo caso, non si limita a rispondere agli aspetti esclusivamente funzionali, ma serve ad interpretare in modo quasi teatrale l’opera d’arte. La luce generata da MU.SE diventa dinamica e, nel suo movimento di assolvenza-dissolvenza, crea un gioco di ombre mutanti che assecondano la narrazione creando emozioni e stati d’animo diversi.
 
Nelle Metamorfosi Ovidio narra che Medusa, la più bella e mortale delle Gorgoni, aveva il potere di pietrificare chiunque osasse incrociare il suo sguardo. Sorpresa nel sonno, Perseo riuscì a troncarle la testa, guardando l’immagine riflessa nello scudo di bronzo donatogli da Minerva. L’eroe, dopo aver liberato Andromeda e sconfitto Fineo grazie all’intatto potere pietrificante della testa di Medusa, ne fece dono a Minerva, che la pose ad ornamento della sua egida e poi del suo scudo come terribile arma per sconfiggere i nemici della ragione e della sapienza, virtù da lei incarnate. Di qui l’uso antichissimo, ripreso nel Rinascimento, di ornare corazze e scudi da battaglia e da parata con la Testa di Medusa, mostro invincibile che incute terrore, ma anche simbolo della virtù e saggezza di chi impugna le armi contro i vizi e la stoltezza dei nemici.
Gian Lorenzo Bernini, scartando la raffigurazione della testa troncata e sanguinante di Medusa proposta dalla scultura classica, rinascimentale e manierista, scolpisce un vero e proprio busto-ritratto di Medusa, vivente, fermata nel momento transitorio di una singolare “metamorfosi”.

Forse sulla scorta di alcuni noti versi di Giovan Battista Marino ( “… Non so se mi scolpì scarpel mortale, / o specchiando me stessa in chiaro vetro / la propria vista mia mi fece tale”), lo scultore rovescia completamente il mito classico per esaltare le meravigliose qualità mimetiche della scultura: non è la Gorgone ad impietrire con lo sguardo i suoi nemici, ma è Medusa stessa che, cogliendo per fatale errore la sua immagine riflessa, si sta materialmente trasformando in marmo sotto i nostri occhi. Una prova magistrale delle capacità dell’artista di cogliere in scultura il culmine di un momento transitorio e la contraddittoria complessità di uno stato d’animo umano sospeso tra stupore, dolore e angoscia.


Tutti i visitatori della Fondazione Querini Stampalia avranno diritto alla riduzione del biglietto per la visita alla mostra Giovanni Bellini - a cura di Mauro Lucco e Giovanni C. F. Villa - dal 30 settembre 2008 all’11 gennaio 2009 alle Scuderie del Quirinale di Roma e alla riduzione del biglietto unico per le Scuderie del Quirinale e il Palazzo delle Esposizioni. Sarà sufficiente esibire il tagliando di ingresso della Fondazione.


Dal: 2010/10/05 al 2011/01/11
Orario: Il museo e le mostre sono aperte da martedì a domenica dalle 10 alle 19. Lunedì chiuso.
Dove: Fondazione Querini Stampalia