Servizio civile

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Servizio Civile nel Comune di Venezia

Cos'è

Nato per essere una scelta volontaria dei cittadini italiani, il Servizio Civile Nazionale Servizio Civile Nazionalesi configura come strumento per la realizzazione dell'art. 3 della Costituzione concorrendo alla solidarietà sociale, alla conservazione del patrimonio artistico, ambientale, culturale e sociale italiano. Si possono sintetizzare in alcuni punti quali siano i cardini che costituiscono la struttura ideale del Servizio Civile Nazionale e cosa offra a chi ne usufruisca. Si tratta infatti di:

  • un'opportunità per ragazze e ragazzi tra i 18 ed i 28 anni (anche se hanno già svolto il servizio civile o militare);
  • un modo per vivere un'esperienza di solidarietà e di servizio alla comunità per un anno, ricevendo un contributo mensile (433€) che ha valore al fine dei contributi pensionistici;
  • un modo per imparare nuove attività utili alla società lavorando sia in Italia che all'estero ed aumentando le proprie competenze professionali attraverso un percorso formativo generale e specifico sulle attività di servizio;
  • un modo per continuare i propri studi nella pratica del servizio (per gli studenti universitari è prevista la possibilità di farsi riconoscere crediti formativi);
  • un modo per crescere e incontrarsi con mondi e persone spesso differenti da noi arricchendoci proprio nella diversità.

In una sola frase si può dire che si tratta di una scelta che cambia la vita, tua e degli altri!

Storia del Servizio Civile Nazionale

Per parlare di Servizio Civile è innanzitutto necessario fare riferimento al concetto di Obiezione di Coscienza; con questa definizione si indica l'azione compiuta da un cittadino il quale, pur volendo rispettare la legge ma trovandone una completamente contraria ai propri principi di coscienza, si autodenuncia al fine di dichiarare la propria contarietà a tale norma però nel rispetto dello Stato e dunque sottoponendosi alla pena comminata di conseguenza. Gli obiettori di coscienza furono persone che decisero di rifiutarsi di prestare servizio militare e ne subirono le conseguenze; in questo senso perciò un obiettore non è un disertore.

Sebbene vi siano casi precedenti e i primi casi di obiezione di coscienza alle armi risalgano addirittura ai tempi dell'impero Romano, il primo caso di obiettore condannato alla reclusione che simboleggia l'inizio della battaglia per il riconoscimento del diritto all'obiezione fu quello di Pietro Pinna nel 1949. Allo stesso anno risale la prima proposta di Legge in merito la quale, però, non sfociò in un vero e proprio provvedimento legislativo. A partire dal caso di Pietro Pinna i casi di giovani che si rifiutano di "partire militari" aumentano costantemente sino a divenire un vero e proprio "caso nazionale": centinaia di giovani trovarono il carcere preferibile all'imbracciare le armi. I motivi di questa scelta furono d'ordine non solo politico ma anche religioso e proprio esponenti della chiesa cattolica come Padre Ernesto Balducci e Don Lorenzo Milani si schierarono apertamente a favore dell'obiezione di coscienza, venendo anch'essi processati e condannati. Il primo caso "istituzionale" di espressione di favore all'obiezione di coscienza fu quello di Giorgio La Pira, Sindaco di Firenze a metà anni '60, il quale autorizzò la proiezione del film "Non uccidere" - incentrato sul tema dell'obiezione di coscienza - nonostante il divieto imposto dalla censura.

Dato che il fenomeno assumeva proporzioni enormi al passare d'ogni anno, nel 1972 si giunge alla prima Legge che norma e riconosce il diritto per i cittadini italiani all'obiezione di coscienza (n° 772). Sebben emanato nel '72 le direttive per un'attuazione adeguata dello stesso arrivarono ben 5 anni dopo nel '77 e gli obiettori erano comunque sotto la giurisdizione militare. In Italia perciò era possibile rifiutarsi di svolgere servizio di leva per mettersi al servizio della comunità civile, ma comunque sotto il controllo dell'autorità militare. Si dovrà attendere sino al 1985 per far sì che gli obiettori vengano riconosciuti totalmente come sottoposti all'autorità civile.

In tutto questo tempo il compito degli obiettori rimaneva sempre confuso e normato da una legislazione poco precisa e approssimativa. Solo nel 1998 con la Legge 230 si raggiungerà una nuova legislazione in materia di obiezione di coscienza, strutturata e particolareggiata; tale Legge in particolare riconosce l'obiezione di coscienza come un "diritto soggettivo", legato perciò alla volontà dell'individuo e non al giudizio dello Stato. La Legge 230, inotlre, istituisce l'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile il quale occupa il posto coperto in precedenza dal Ministero del Difesa nell'ambito della gestione del Servizio Civile e degli obiettori di coscienza.

Nel frattempo in Italia, sin dagli anni '80, aveva avuto inizio un dibattito, che coinvolgeva ogni strato della società, avente per tema quello dell'utilità e della correttezza della Leva Obbligatoria; uno dei frutti di questo dibattito è la Legge 64/01 la quale istituisce il Servizio Civile Nazionale: un servizio volontario, rivolto inizialmente alle ragazze e ai ragazzi inabili alla leva. Col passare degli anni al raggiungimento del traguardo della sospensione della leva obbligatoria (2005) il Servizio Civile Nazionale si configura come un'opportunità aperta a tutti che realizza i principi che mossero i primi obiettori nella realizzazione di progetti ed azioni a servizio e per lo sviluppo della società.

Altre informazioni

Comune di Venezia

Ufficio Servizio Civile

via A.Costa 38/a

30172 - Mestre - Ve

http://www.comune.venezia.it/serviziocivile