Campo de la Lana

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Questo campo si disse della Lana perché vi abitavano vari lanaioli e si trovava l'ospizio dei tessitori di panni di lana tedeschi.

Il Tassini in Cutiosità Veneziane scrive in proposito:
Fino dai tempi antichi provvide il governo affinché fiorisse in Venezia l'arte della lana, trovandosi un decreto del 1272 col quale concedevasi alloggio gratuito a tutti quei lavoranti che fossero venuti fra noi ad esericitarla.
Molti ne vennero allora, e nei tempi successivi, da vari paesi, fra cui l'Alemanna, spargendosi in varie contrade, e specialmente in quelle della Croce, di San Simeone Apostolo, di San Simeone Profeta, di San Giacomo dell'Orio, di San Pantaleone.
Celebri divennero le nostre manifatture, e la nostra sagia e mezza sagia, acquistarono rinomanza universale.Non solo esse tessevansi con eletta materia, ma lavoravano con tutta diligenza, e tingevano nei colori più fini.
Fabbricavansi pure molti panni ordinari ad uso del popolo e dei soldati, con la sorveglianza della così detta Camera del Purgo.
Questo magistrato, competo da lanajuoli, giudicava le liti insorte in materia di lanificio, e vegliava perché i proprietari delle fabbriche avessero condizioni e patrimonio sufficienti per bene dirigerle e perché i lavori riuscissero perfetti.
Tuttavia, verso la fine della Repubblica, anche il lanificio era decaduto grandemente fra di noi, tantochè Andrea Tron, Inquisitore alle Arti, nel suo discorso alle Pregadi il 29 maggio 1784, espose, che le fabbriche di lana, le quali nei secoli andati producevano fino a 28.000 pezze di panno, e sino al 1559 si riguardavano come il principale sostentamento di Venezia, erano ridotte a tale che nel corso d'un anno i lavori giungevano al più a 600 pezze.