Glossario del vetro
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'''Lattimo''': il lattimo è un vetro bianco opaco, ideato per somigliare alla porcellana, quando le porcellane cinesi cominciarono ad essere commercializzate in Europa. L’anima della filigrana bianca è in questo materiale. Lo si ottiene opacizzando il vetro con ossido di stagno. | '''Lattimo''': il lattimo è un vetro bianco opaco, ideato per somigliare alla porcellana, quando le porcellane cinesi cominciarono ad essere commercializzate in Europa. L’anima della filigrana bianca è in questo materiale. Lo si ottiene opacizzando il vetro con ossido di stagno. | ||
- | '''Muffola''': Forno speciale per abbassare lentamente le temperature degli oggetti in vetro appena eseguiti. Le lavorazioni, i colori, le giunture, hanno tensioni diverse e devono essere sciolte lentamente al fine di eliminarle tutte. In caso contrario l'oggetto è destinato a rompersi inevitabilmente e diventare inservibile. Più | + | '''Molatura''': procedimento che serve per togliere i punti di attacco alle canne da lavoro dagli oggetti. Questa operazione viene eseguita a freddo, dopo che gli oggetti sono usciti dalle ''muffole''. |
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+ | '''Muffola''': Forno speciale per abbassare lentamente le temperature degli oggetti in vetro appena eseguiti. Le lavorazioni, i colori, le giunture, hanno tensioni diverse e queste devono essere sciolte lentamente al fine di eliminarle tutte. In caso contrario l'oggetto è destinato a rompersi inevitabilmente e diventare inservibile. Più grande è lo spessore dell'oggetto, più tempo deve rimanere nella ''muffola'', in alcuni casi fino a 36 ore. | ||
[[Immagine:Caraffa e bicchieri murrina.jpg|350px|right]]'''Murrina''': la murrina è un pezzo di canna tagliata. Di solito la si ottiene con l’accostamento di vari tipi di colori in pasta vetrosa sovrapposti per formare il disegno voluto e portati a fusione. Il risultato è una lunga canna la cui sezione ha la forma ed i colori voluti. Tagliata in dischi della lunghezza variabile da pochi millimetri a 3 - 4 centimetri la forma ottenuta è la murrina. L’accostamento di più murrine su una piastra permette la lavorazione della murrina stessa sia per la preparazione di vari oggetti, sia per la decorazione con l’attaccatura a caldo di oggetti grandi. | [[Immagine:Caraffa e bicchieri murrina.jpg|350px|right]]'''Murrina''': la murrina è un pezzo di canna tagliata. Di solito la si ottiene con l’accostamento di vari tipi di colori in pasta vetrosa sovrapposti per formare il disegno voluto e portati a fusione. Il risultato è una lunga canna la cui sezione ha la forma ed i colori voluti. Tagliata in dischi della lunghezza variabile da pochi millimetri a 3 - 4 centimetri la forma ottenuta è la murrina. L’accostamento di più murrine su una piastra permette la lavorazione della murrina stessa sia per la preparazione di vari oggetti, sia per la decorazione con l’attaccatura a caldo di oggetti grandi. | ||
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+ | '''Opacificazione''': è quell'operazione che serve a rendere non trasparente il vetro e viene ottenuta mediante il trattamento dell'oggetto con acido fluoridrico. | ||
[[Immagine:Signoretto Lampadari.jpg|490px|left]]'''Pasta vetrosa''': con questa indicazione si trovano vetri opachi, molto spesso di colori vivi, e vengono usati per adornare sia lampadari molto particolari, i famosi ''fiori in pasta'', sia specchi, con i quali vengono preparate le rosette ornamentali. | [[Immagine:Signoretto Lampadari.jpg|490px|left]]'''Pasta vetrosa''': con questa indicazione si trovano vetri opachi, molto spesso di colori vivi, e vengono usati per adornare sia lampadari molto particolari, i famosi ''fiori in pasta'', sia specchi, con i quali vengono preparate le rosette ornamentali. |
Versione del 12:56, 7 lug 2017
Anche nella lavorazione del vetro si hanno quindi delle terminologie specifiche per dare alla lavorazione stessa, ma anche ad uno specifico lavoro finito, un nome che lo identifica, che ne determina la specificità, che ne attribuisce l'origine della produzione.
Avventurina: tipo particolare di vetro che si ottiene con un procedimento molto singolare che consiste nell’aggiungere a fusione conclusa determinate quantità di materie prime, affinché il rame possa coagularsi in piccoli grumi e risulti rilucente. L’avventurina è migliore quando i cristalli di rame sono omogenei in tutta la fusione. Dell’origine dell’avventurina, inventata a Murano nel 1620, è rappresentativa la definizione che viene data dal vetraio seicentesco Giovanni Darduin: “la si dimanda Venturina, et con ragione, perché sortisse più da ventura che da scienza”.
Bluino: è un vetro trasparente chiaro e compatto nel colore leggermente azzurrino. Si ottiene con l’aggiunta di cobalto nella miscela di preparazione. Particolarmente adatto alla decorazione dei lampadari classici muranesi, viene spesso impiegato nei calici e nei piedistalli dei bicchieri soffiati.
Calcedonio: Il minerale principale per la preparazione del Calcedonio è l’argento, così denominato per la somiglianza ad una varietà della pietra dura chiamata calcedonio naturale, l’agata zonata. Risulta un vetro opaco con venature di vari colori su fondo scuro, particolarmente difficile da preparare per la particolare combinazione dei vari minerali che lo compongono.
Chimico: è il nome dato alla persona incaricata ad eseguire la miscela della sabbia silicea con l'aggiunta dei minerali che deve andare in fusione nei crogioli per la preparazione della pasta vetrosa fusa. La conoscenza della giuste quantità di materiale da usare per le varie partite dà a questa figura un'importanza massima, tale da divenire un segreto da tramandare, solo in punto di morte, di padre in figlio.
Cristallo: Sabbia silicea con pochissime intrusioni di minerali nella sua composizione. Bastano pochi grammi di ossido di ferro per chilo di sabbia per dare al vetro una colorazione verde – blu. Anche la percentuale di soda influisce sulla trasparenza e brillantezza del vetro prodotto. In relazione alla percentuale di soda inserita nei componenti, viene definito vetro corto quello con minor quantità e vetro lungo quello con maggiore, che in questo modo aumenta anche la lavorabiltà del vetro.
Fiola: antica bottiglia a collo lungo e pancia larga. Da questo deriva l'antica denominazione dei maestri vetrai di Murano con il quale si sono associati in scuola ed iscritti nell'apposito albo di categoria chiamato Mariegola.
Lattimo: il lattimo è un vetro bianco opaco, ideato per somigliare alla porcellana, quando le porcellane cinesi cominciarono ad essere commercializzate in Europa. L’anima della filigrana bianca è in questo materiale. Lo si ottiene opacizzando il vetro con ossido di stagno.
Molatura: procedimento che serve per togliere i punti di attacco alle canne da lavoro dagli oggetti. Questa operazione viene eseguita a freddo, dopo che gli oggetti sono usciti dalle muffole.
Muffola: Forno speciale per abbassare lentamente le temperature degli oggetti in vetro appena eseguiti. Le lavorazioni, i colori, le giunture, hanno tensioni diverse e queste devono essere sciolte lentamente al fine di eliminarle tutte. In caso contrario l'oggetto è destinato a rompersi inevitabilmente e diventare inservibile. Più grande è lo spessore dell'oggetto, più tempo deve rimanere nella muffola, in alcuni casi fino a 36 ore.
Opacificazione: è quell'operazione che serve a rendere non trasparente il vetro e viene ottenuta mediante il trattamento dell'oggetto con acido fluoridrico.
Reticello: si ha come una variante della filigrana. Con la canna in filigrana si formano due file, di canna sovrapposte ed incrociate, fuse assieme, hanno una particolarità peculiare: nelle intersezioni delle canne una piccola bolla d’aria rimane imprigionata ed appare al centro dei fili della filigrana, dandole un senso di leggerezza. Sono molto apprezzati i bicchieri eseguiti con tale tecnica, ma anche i piatti, le bottiglie e le coppe.
Zanfirico: è quella tecnica di lavorazione con la quale preferibilmente vengono eseguiti piatti e bicchieri. È anch’essa una variante della filigrana. In questo caso le canne prodotte vengono intrecciate in varie forme fino ed accostate così che si possano avere vetri soffiati che dal centro partono per l’esterno come spicchi.
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