Piombi

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Versione del 00:02, 1 giu 2008

Nel seicento, prima che fosse costruito il Palazzo delle Prigioni, nella città esistevano numerose piccole carceri nelle quali venivano portati in un primo momento i prigionieri perché venissero successivamente giudicati ed eventualmente incarcerati nelle patrie galere.

Queste erano all’interno di Palazzo Ducale ed erano poste a piano terreno, chiamate ‘’’i Pozzi’’’, perché i parenti potessero portar loro da mangiare in quanto la Repubblica era inflessibile con chi si era macchiato di reati gravi ed il mantenimento in vita era rigorosamente a carico del detenuto.

Solo in caso di morte una Confraternita, chiamata appunto dei morti, dava loro una decorosa sepoltura.

Queste prigioni erano destinate ai detenuti colpevoli di aver commesso reati comuni.

Nel sottotetto di Palazzo Ducale, vicino alla sala di tortura, ce n’erano altre che erano destinate ai prigionieri più pericolosi o ai pregiudicati politici.

Il tetto in piombo del palazzo e la mancanza di riscaldamento faceva in modo che queste stanze diventassero freddissime d’inverno, mentre d’estate il sole cocente sulle lastre di copertura le trasformava in veri e propri forni. Queste prigioni tristemente rinomate sono i ‘’’Piombi’’’.

Molte sono le leggende che venivano raccontate sugli inumani trattamenti che i detenuti avrebbero subito, notizie esagerate che valsero alla Signoria una nomea di esercitare il potere con metodi di terrore e crudeltà.

Invece la magistratura veneziana era particolarmente attenta che la giustizia fosse amministrata in maniera equa, tanto che le condanne capitali nei confronti di nobili che si erano macchiati del reato di omicidio sono state numerose.