Piombi

Nel seicento, prima che fosse costruito il Palazzo delle Prigioni, nella città esistevano numerose piccole carceri nelle quali venivano portati in un primo momento i prigionieri perché venissero successivamente giudicati ed eventualmente incarcerati nelle patrie galere.

I gendarmi de citra e de ultra, quando fermavano una persona, avevano delle piccole celle distrubuite in varie parti di Venezia.
Le principali, però, erano all’interno di Palazzo Ducale ed erano al piano terreno, chiamate ‘’’i Pozzi’’’, raggiungibili da parte dei parenti dei carcerati perchè questi potessero portar loro da mangiare: la Repubblica era inflessibile con chi si era macchiato di reati gravi ed il mantenimento in vita era rigorosamente a carico del detenuto.

Solo in caso di morte una Confraternita, chiamata appunto dei morti, dava loro una decorosa sepoltura.

Queste prigioni erano destinate ai detenuti colpevoli di aver commesso reati comuni.

Nel sottotetto di Palazzo Ducale, vicino alla sala di tortura, ce n’erano altre che erano destinate ai prigionieri più pericolosi o ai pregiudicati politici.

Il tetto in piombo del palazzo e la mancanza di riscaldamento faceva in modo che queste stanze diventassero freddissime d’inverno, mentre d’estate il sole cocente sulle lastre di copertura le trasformava in veri e propri forni. Queste prigioni, tristemente rinomate, sono i Piombi. Anche Giacomo Casanova venne ospitato in queste celle, ma riuscì, con uno stratagemma e l’aiuto di un carceriere, a fuggire. 

Molte sono le leggende che venivano raccontate sugli inumani trattamenti che i detenuti avrebbero subito; notizie esagerate, perchè in qualsiasi paese venivano usati gli stessi trattamenti, oggi non tollerabili, ma figli dei tempi in cui questi accadevano, che valsero alla Signoria una nomea di esercitare il potere con metodi di terrore e crudeltà.

Invece la magistratura veneziana era particolarmente attenta che la giustizia fosse amministrata in maniera equa, tanto che le condanne capitali nei confronti di nobili che si erano macchiati del reato di omicidio sono state numerose.

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