Torcello
Nella laguna nord, vicino all’isola di Burano vi sono numerose piccole isole, ma la più famosa è Torcello.
Torcello è un’isola situata nella zona settentrionale della Laguna veneta delimitata a sud-ovest dal canale di Burano, a nord e a est confina con le formazioni paludose della Rosa e della Centrega. È un luogo turistico molto frequentato.
Fu uno dei più antichi e prosperi insediamenti.
Già abitata in epoca romana si pensa raggiungesse, nel periodo di maggior splendore, cinquantamila abitanti. Oggi ne conta poco più di sette abitanti, il parroco, il custode del museo dell’isola e due famiglie.
Torcello fu il primo centro di potere sviluppatosi in laguna. Fu uno dei più antichi e prosperi insediamenti della laguna, ricco di chiese, monasteri e fervente centro economico, fino al declino conseguente alla nascita della vicina Venezia. Infatti più di ogni altra isola conserva le testimonianze della nascita dei primi insediamenti lagunari.
Lo testimonierebbero i reperti archeologici del I a. C. trovati sull’isola, le attività di pesca e di estrazione del sale ricordateci da Cassiodoro, il cronista romano, all’inizio del VI secolo e, soprattutto, la vicinanza con la città di Altino, principale crocevia dei traffici tra entroterra, mare e laguna in quest’epoca.
Con le invasioni barbariche divenne rifugio temporaneo delle popolazioni del vicino entroterra. L’occupazione longobarda, iniziata nel 569, e la lenta caduta dei principali centri della pianura in mano agli invasori spinsero gli abitanti di Altino e di altre città a insediarsi definitivamente a Torcello ed in altre isole della Laguna.
Cominciò così la sua ascesa. Nel 638 il vescovo Paolino trasferì qui la sede episcopale da Altino. Nel 639 un alto funzionario bizantino, a cui spettava il governo della zona, fece erigere nell’isola la Cattedrale di Santa Maria Madre di Dio. Nell’isola si svilupparono attività metallurgiche, artigianali e, soprattutto, commerciali, ben prima di Rialto, cioè di Venezia.
Nei secoli XII e XIII, entrato in crisi il commercio, Torcello vide fiorire la lavorazione dei panni di lana. Nel 1272, infatti, una delibera del Senato veneziano consentì questo tipo di lavorazione solo qui.
La lenta decadenza dell’isola inizia nel XV secolo. Iniziano in questo periodo, infatti, i lavori di interramento degli ultimi fiumi che sfociano in laguna, per il reale pericolo di interrare completamente questo spazio d’acqua.
Venne deviato anche il Sile, che prima scorreva davanti a Torcello, causando l’impaludamento della zona e la conseguente diffusione della malaria.
L’isola così si spopolò, a beneficio di Murano e di Venezia. Verso la metà del XVIII secolo la sede vescovile venne di fatto portata a Murano.
Nel periodo napoleonico vennero chiusi gli ultimi monasteri e demolite le chiese annesse.
Così oggi l’isola conserva del suo glorioso passato quasi solo il complesso monumentale costituito dalla Cattedrale, la chiesa di Santa Fosca ed i palazzi del Consiglio e dell’Archivio.
Cattedrale di Santa Maria Assunta
La Cattedrale di Santa Maria Assunta è l’edificio più antico esistente nella Laguna Veneta.
Un’iscrizione nel presbiterio attesta che la chiesa venne consacrata tra il 1° settembre ed il 15 ottobre 639 con il nome di Santa Maria Madre di Dio (più tardi cambiato in Santa Maria Assunta).
Venne riedificata due volte, tra 864 e 867 e poi nel 1008. Conserva ancora elementi delle prime due costruzioni, come, ad esempio, numerosi capitelli, plutei e cornici del VII secolo, i ruderi del battistero davanti alla cattedrale sempre del VII secolo o il pavimento del IX secolo.
L’aspetto più caratteristico della Basilica sono i mosaici in oro, quasi tutti successivi al 1117, quando un terremoto fece crollare parte della facciata e l’abside della chiesa. Essi esprimono la volontà di ribadire la natura umana del Cristo accanto a quella divina, così come voluto da Bisanzio dopo la fine dell’iconoclastia.
I due più famosi mosaici sono quello rappresentante la Vergine con il Bambino e gli Apostoli (secolo XII) posto nell’abside principale e quello del Giudizio Universale (secoli XII – XIII) sulla parete interna della facciata. Quest’ultimo, grandioso e drammatico, è il primo esemplare musivo di cui abbiamo conoscenza che raffiguri il tema del giudizio finale.
Chiesa di Santa Fosca
La Chiesa di Santa Fosca, posta accanto alla Cattedrale, completa lo schema paleocristiano della rappresentazione della vicenda cristiana attraverso tre edifici: il Battistero (ne rimangono i resti di fronte alla Cattedrale), il luogo del battesimo, inizio della vita; la Chiesa (la Cattedrale), che rappresenta la peregrinazione dell’essere umano durante la vita verso Dio; il Martyrion (Santa Fosca), dove si trova la tomba del martire, la santità nella morte, conclusione della vita terrena.
E’ incerta sia la sua prima edificazione sia la sua collocazione originaria. L’attuale costruzione risale alla fine del secolo XI – inizio del XII. Presenta una pianta quadrata con, al centro, pilastri e colonne e tamburo circolare che dovevano sostenere una cupola, crollata forse con il terremoto del 1117. All’esterno un bel porticato congiunge, anche idealmente, Santa Fosca alla Cattedrale.
I palazzi del Consiglio e dell’Archivio
Il palazzo del Consiglio, dalle caratteristiche forme gotiche del ‘300, era la sede del “Consiglio”, l’assemblea dei grandi di Torcello che eleggeva i membri del governo locale, escluso il capo, il Podestà. L’Archivio è un palazzetto del secolo XIII, accanto al quale sorgeva il palazzo del Podestà. Il palazzo del Consiglio e l’Archivio ospitano dal 1887 il Museo di Torcello, raccolta di oggetti d’arte veneto – bizantini. Si va dai codici miniati ai vasi di marmo, alle pale d’argento, ai dipinti di Paolo Veronese, ai sarcofagi, alle stele funerarie…
Il ponte del Diavolo
E’ uno dei pochi ponti in tutta la laguna rimasto come in origine, senza parapetti. Anticamente tutti i ponti di Venezia e delle erano senza parapetti, ma con il passare dei secoli diventavano pericolosi perché, ovviamente, cadevano molte persone in acqua.
La leggenda vuole che il Diavolo vi appaia ogni vigilia di Natale sotto forma di gatto nero.
Un’altra tradizione, invece, sostiene che il nome del ponte derivi dalla famiglia che abitava il palazzo un tempo edificato presso il ponte.
Il trono di Attila
Nello spiazzo prospiciente i due edifici sacri, delimitato dalla parte opposta dal palazzo del Podestà, attuale sede del museo archeologico, vi è il cosiddetto Trono di Attila.
Il Trono è un sedile scolpito in un solo pezzo di pietra, grezzo ma maestoso, non grande, ma imponente, probabilmente era semplicemente il seggio del podestà o del vescovo oppure il seggio riservato ai magistrati incaricati di amministrare la giustizia.
La tradizione vuole fosse il trono utilizzato da Attila, re degli Unni, quando, nel V secolo, invase l’entroterra veneto e rase al suolo Aquileia.
Il ponte del Diavolo
E’ uno dei pochi ponti in tutta la laguna rimasto come in origine, senza parapetti. Anticamente tutti i ponti di Venezia e delle erano senza parapetti, ma con il passare dei secoli diventavano pericolosi perché, ovviamente, cadevano molte persone in acqua.
La leggenda vuole che il Diavolo vi appaia ogni vigilia di Natale sotto forma di gatto nero.
Un’altra tradizione, invece, sostiene che il nome del ponte derivi dalla famiglia che abitava il palazzo un tempo edificato presso il ponte.
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