Scala Contarini del Bovolo
La Scala Contarini del Bovolo si trova nell’omonimo Palazzo a San Marco 4299, in Corte dei Risi o del Bovolo, appunto, in una laterale che parte da Campo Manin. L’orario per le visite è dalle 10,00 alle 13,30 e dalle 14,00 alle 18,00. La biglietteria chiude mezz’ora prima dell’orario di chiusura.
Correva l’anno 1499 quando Pietro Contarini volle che la nuova scala venisse addossata sul retro della casa da stazio archiacuta dei Contarini a San Paternian, occupando parte di uno scoperto di proprietà, contigua alla Corte dei Risi e alla calle della vida.
Il manufatto, una spirale di gradini contenuti da un cilindro murario, in gran parte traforato da archeggiature e affiancato ad una loggia formata da cinque trifore sovrapposte, per la sua inusitata architettura, colpì così fortemente l’immaginario collettivo da trasformare in attributo il suo andamento a bovolo, la chiocciola in veneziano, appellativo che contribuì a distinguere tanto il palazzo di San Paternian, quanto il ramo della famiglia cui apparteneva.
L’opera non si proponeva come novità assoluta; le scale a chiocciola, interne nel perimetro murario e talvolta anche sporgenti dai volume delle fabbriche, erano con ogni probabilità conosciute e proposte fin dai primi secoli dell’architettura lagunare, essendo il loro sviluppo a spirale ben adatto ad assicurare i collegamenti verticali con il massimo risparmio di spazio. Un vantaggio non disprezzabile per un edilizia quanto mai costretta ed affastellata, per una città da sempre affamata di aree e spazi edificabili. Quello elicoidale è un modello organizzativo di scala a cui le generazioni di costruttori veneti rimasero nei secoli fedeli; in città sono decine e decine i casi ancora conservati, anche se i più antichi esempi rimasti non sembrano risalire a prima del XIV secolo.
Insolita è, peraltro, la fisionomia della Scala del Bovolo, segnata da una marcata ariosità, frutto dell’interazione continua delle archeggiature e inusuali risultano le sue dimensioni: l’altezza totale risulta quasi 26 metri, la lunghezza complessiva 9,80 metri, il diametro esterno del cilindro murario circa 4,70 metri.
La spirale della scala, composta da 80 gradini monolitici che montano in senso antiorario, non spicca dal basso, ma si diparte da una rampa iniziale rettilinea contenuta nella prima loggia; il perno dei scalini è perciò sostenuto inferiormente da una colonna centrale. Una seconda rampa, ricostruita nel XIX secolo, conduce infine al livello terminale. Impostata al pianterreno su una serie di archi e colonne, la canna muraria è percorsa a cinque eptafore ascendenti e si conclude con un’ultima teoria di archeggiature continue, che racchiudono un belvedere coperto da una cupola plumbea.
Straordinaria per molti versi, la Scala del Bovolo costituisce un unicum affascinante ed al tempo stesso ambiguo, dove la genialità della concezione convive con l’indifferenza delle simmetrie ed il gusto tutto rinascimentale per la modularità, dove la sapienza dispiegata nella realizzazione si accompagna con spregiudicatezza estrema delle soluzioni formali.
In essa traspare in modo evidente la fedeltà degli schemi e alle abitudini della tradizione costruttiva locale. Il corpo della scala è ampiamente venato di memorie gotiche e più nascostamente veneto-bizantine, che ne temperano il lessico rinascimentale, segnale del conservatorismo culturale di una committenza e di un patriziato diffidente verso la novità di un linguaggio allora approdato alle lagune venete.
La sua architettura non ancora decisamente orientata, di trapasso e di transizione, ma dotata di individualità precisa e piena di carattere, si colloca, in quel torno d’anni, come una possibile alternativa, per quanto minoritaria e interstiziale, all’allora imperante gusto lombardesco.
Testo basato sull’originale diMario Piana – Bollettino della Soprintendenza per i beni Ambientali e Architettonici di Venezia (1993)
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