Scultura esterna a Venezia

Venezia ha nelle proprie strade una delle più numerose esposizioni di scultura esterna. PatereCapitelliColonneBassorilieviStemmiCroci, sono solo alcuni esempi di quanto si incroci camminando per le Calli veneziane.

Le facciate ed i cortili, interni ed esterni, di non pochi palazzi, ma anche di molte case non patrizie di Venezia, portano ancora infisse quelle piccole sculture rotonde, in marmo greco o in pietra d’Istria, dette patere e delle formelle, ambedue recanti figurazioni zoomorfe, in rilievo, in basso ed in tondo. Prevalente di numero sono le patere.

Le formelle di forma quadrilunga, chiuse superiormente da un arco rotondo o acuto, sono dette a valanghin e portano scolpite anche due o tre raffigurazioni sovrapposte.
A queste vanno aggiunte tutte le raffigurazioni degli stemmi famigliari che stanno ad indicare la proprietà di palazzi e case, alcuni scolpiti a bassorilievo direttamente sulla superfice della facciata, molto più spesso ancorate alle facciate stesse, ma aggettanti e sporgenti.
A questi potrebbero essere aggiunte le steli, esposte come bandi,una volta molto numerosi, ma ne sono rimasti solo due, uno dei quali è quello del Sotoportego Falier ai Santi Apostoli, il cosiddetto Bando del Pane, nel quale si proibiva a cucinare pane da parte di pistori, panettieri, non autorizzati, con pene molto severe per chi contravveniva.

Il numero cospicuo di elementi esterni che possano far parte della scultura esterna a Venezia pone un alto grado di difficoltà per chiunque voglia cimentarsi, anche solo per stilare un indice che possa essere accurato, ma nello stesso tempo pratico, esauriente e semplice, onnicomprensivo e schematico. Venicewiki.org nelle pagine divise per Sestiere, vuole cercare di far conoscere, una ad una, tutte queste piccole sculture che, sebbene si comprenda il fitto velo di mistero che le avvolge, non sembra degno del nostro sapere farne una giustizia sommaria, relegandole tutte, indistintamente, nella categoria di una qualsiasi decorazione bizantina. Nessun’altra città d’Italia od orientale offre una varietà così cospicua.

Deve risultare ben significativo il fatto che soltanto a Venezia si sia prolungato, dalla prima fondazione della odierna città nel IX secolo, toccando la massima diffusione nel XII, XIII, XIV secolo, l’uso di apporre, di mantenere e di riprodurre nelle case civili simili figurazioni.

Se esse avessero avuto esclusivamente carattere decorativo, sarebbero state dismesse. E’ quindi nella forza potente e suggestiva del simbolo che va ricercato il segreto, perchè nella massima parte delle figurazioni fu prevalente la volontà dei veneziani di volerle costantemente infisse nelle loro abitazioni, proprio in ragione dei simboli che esse stavano a rappresentare, densi di nobili e precisi significati.

Numerosi sono i capitelli che, lungo le strade di Venezia, sono stati posti, o per una preghiera o forse perchè, di fronte ad una immagine divina, venissero dissuasi coloro che avessero avuto un qualche bisogno corporale. Dissuasione non sempre percepita dai passanti in ralazione ai continui, anche odierni, olezzi fastidiosi in particolari punti più o meno nascosti.

Tant’è che le immagini della Madonna con il Bambino sono numerosissime e si può dire che ce ne sia una quasi ad ogni angolo di strada, almeno le principali.

Ai piedi del Ponte della Paglia si trova, per esempio, un tabernacolo con la Madonna con il Bambino, dal Lorenzetti definita la Madonna dei gondolieri.
Sotto questo capitello si può leggere le seguente iscrizione:
Traghetto del Ponte della Paglia sotto S. Giulio D. Alvise da Portia Gast et S. Marchio et S. Stefano compagni
Nella parte inferiore, tra due gondole, si legge l’anno di posa MDLXXIII.

Per dare uno schema alla Scultura erratica, come già hanno fatto altri, si prenderà come riferimento l’opera di Alberto RizziScultura esterna a Venezia, Stamperia di Venezia Editrice, 1987.

L’opera si divide per Sestieri ed ad ogni elemento viene fornito un numero progressivo, che ricalca quello di Alberto Rizzi, una immagine recente, una scheda di presentazione con lo stato di conservazione, l’anagrafico di riferimento dove trovare l’oggetto.

Sono stati aggiunti gli oggetti non presenti nell’elenco del Rizzi, in quanto recenti, posti sui muri dopo l’uscita del volume. Come numero viene indicato come bis o ter, per non falsare la numerazione successiva.