Gondola
Descrizione
Le gondole venivano costruite in cantieri sparsi in tutta la città, i cosiddetti Squeri. Erano luoghi nei quali c’era una rampa che usciva dall’acqua dalla quale si poteva facilmente varare o portare all’asciutto l’imbarcazione nel momento in cui faceva acqua, cioè quando i legni, non più saldati tra loro, cominciavano a far filtrare acqua all’interno della barca. Il più famoso, perchè più facilmente visibile dalla fondamenta opposta, ed attualmente ancora in funzione come pochi altri è lo Squero di San Trovaso. Non molto distante, ma più nascosto, si trova lo Squero di D.co Tramontin, famoso in tutto il mondo perché le sue gondole sono le più belle e le più longeve.
Per costruire una Gondola è necessario l’uso di diverse essenze di legno in relazione alla posizione del legno e al suo comportamento in relazione con gli altri legni. Viene usato il rovere per la sua durezza nella costruzione dei fianchi, i più soggetti a colpi con altre barche o sulle rive; l’abete per il fondo perchè leggero ed aiuta la scorrevolezza dell’imbarcazione; il ciliegio per i trasti perché duro e resistente alle sollecitazioni del peso, (il trasto è il traverso che unisce le due bande a prua, il posto dal quale si sale in barca); il larice per la sua resistenza all’acqua; il tiglio per la costruzione del succhetto, la posizione del gondoliere a poppa, soggetto a continuo sfregamento ed usura; il noce per la sua duttilità nella costruzione delle cornici (viene sagomato a caldo con il fuoco dopo averlo abbondantemente bagnato, scaldando la parte che viene torta e portata, pazientemente, ad avere la forma voluta); l’olmo per le costole della struttura; ed in fine il mogano che diventa omogeneo assieme alla struttura, aggregando gli altri legni.
Una volta terminata la costruzione lignea della Gondola viene opportunamente decorata ed ogni gondoliere ha la possibilità di addobbare la propria gondola con particolari abbellimenti ed accessori, il cosiddetto parecio.
Alcune gondole hanno lo specchio di poppa intagliato o dipinto quindi soggettivo in base alle esigenze del gondoliere, tutte hanno gli ottoni sia a fianco delle poltroncine che sul faral (la luce anteriore), le poltrone sono di stoffe preziose ed i cuscini che le coprono sono morbidi e colorati. Per non parlare della Forcola e dei remi, essenziali per il governo della gondola, che devono essere costruiti in relazione all’altezza di chi lo deve adoperare, del suo peso, della forza che usa per procedere con la barca, in una parola personalizzati, su misura del gondoliere.
Una associazione è nata per unire tutti i realizzatori dei componenti della Gondola. El Felze è il suo nome ed associa squerariòli e remeri, otonèri e fravi, intagiadòri e indoradòri e poi ancora marangòni e tapesièri, baretèri, caleghèri e sartori.
Proprio perchè simbolo della città la Gondola viene anche adoperata per tutte le manifestazioni che debbono mettere in risalto la venezianità dell’evento, così nelle numerose regate non possono mancare gondole e gondolieri privati che si uniscono ai cortei. Durante la Regata Storica le gondole aprono il corteo con a bordo le cariche più importanti, civili ed ecclesiastiche, gli ambasciatori ed i principi di altri stati, ma il loro uso non è esclusivo per le serenate romantiche ed addobbata a festa è il sogno di ogni sposa veneziana, che con il lungo velo bianco, i gondolieri vestiti da parada, le poltroncine dorate e lo sposo a fianco, raggiungono il massimo della felicità percorrendo il Canal Grande sapendo che gli occhi di tutti sono rivolti a loro.
Non ci sono turisti o veneziani che non vogliano fare un giro in gondola, per questo bisogna conoscere bene le Tariffe della Gondola. Per chi volesse solo dire di esserci slito, almeno per un breve tratto, può farsi traghettare da una sponda all’altra del Canal Grande con una cifra modica, ma che ha subito anch’essa un’impennata nei prezzi dall’agosto 2012. Esistono quindi due tariffe distinte per i veneziani e per i foresti: i primi per il traghetto dovranno sborsare € 0,70, i secondi € 2.00. Considerando che il prezzo era unificato a € 0,50 per tutti, l’aumento è considerevole (+40% per i veneziani, +400% per i foresti).
Resta comunque un dilemma: come faranno i gondolieri a stibilire una tariffa o l’altra? Il prezzo va in base a come un utente si veste o se ha o meno la macchina fotografica a tracolla? Sarà sufficiente tirar un saraco in venexian?
Il Ferro da Gondola
Il ferro da gondola raccoglie nella sua forma l’essenza stessa della città di Venezia.
Di grande peso e fondamentale per la stabilità dell’imbarcazione, viene montato per bilanciare il peso del gondoliere a poppa, ma ha forme e decori che evocano le peculiarità veneziane.
La forma del ferro è stata studiata nei minimi particolari perché possa concentrare in un unico oggetto, anche se parte di una entità specifica e specificante di un contesto conosciuto internazionalmente, la conformazione socio politica della città, la suddivisione geografica, con tutte le sue parti specifiche senza tralasciare nemmeno le più piccole, nonché la forma giuridica dello stato della Repubblica di Venezia.
Iniziando dalla sommità del ferro da gondola si riconosce distintamente la forma del Corno Ducale, detto anche zoia o zogia, il cappello del Doge, che è stato il simbolo del capo di governo cittadino fin dalla nascita della città. Sotto, prima dei rostri, un arco per molti sta a simboleggiare il Ponte di Rialto.
I sei rostri che in successione si allineano sulla parte frontale indicano la divisione geografica della città con i suoi sei Sestieri (sestieri appunto perché sei, non quartieri come quelli di romana memoria, che suddividevano il campo romano in quattro parti). San Marco, Castello, Cannaregio, Dorsoduro, Santa Croce e San Polo, che si dividevano a loro volta in de citra i primi tre, e de ultra i secondi, in relazione alla loro posizione di qua o di là del Canal Grande.
Tra i rostri frontali, intervallati, tre piccole forme come fossero dei merletti, i gondolieri le chiamano le foglie, indicano le tre più grandi isole dell’estuario veneziano, Murano, Burano, Torcello, sedi di importanti e fondamentali punti di riferimento della città.
Per ultima, ma non ultima, la Giudecca o Spinalonga’, che, per la sua posizione geografica, viene indicata nel ferro da gondola nella parte posteriore, nella quale spicca proprio perché unica parte esterna di una linea curva, che dalla sommità del Corno ducale arriva, come una sinuosa onda, ad accarezzare l’acqua e a fondersi in un tutt’uno con l’imbarcazione. Sinuosa onda che ricorda il percorso del Canal Grande con la sua esse rovesciata.
Il Ferro da Pope, detto anche ricciolo invece è un piccolo ricamo che dimostra la raffinatezza dei costruttori di Gondole. Un esempio su tutti. Il riccio posteriore, o da pope, su alcune gondole, essendo il punto più alto della Gondola, qualche volta è parzialmente tagliato per permettere il transito sotto i ponti anche in condizioni di Acqua Alta. In questo caso il riccio si piega su un perno e non striscia sotto i ponti durante il transito della gondola. Ovviamente il Gondoliere deve abbassarsi, in alcune condizioni addirittura sdraiarsi sullo specchio da pope, mantenendo con una mano la conduzione dell’imbarcazione.
Testo basato sull’originale dihttp://www.jumpinvenice.com
Foto
Ferri da gondola – VeniceWiki
Le gondole venivano costruite in cantieri sparsi in tutta la città, i cosiddetti Squeri. Erano luoghi nei quali c’era una rampa che usciva dall’acqua dalla quale si poteva facilmente varare o portare all’asciutto l’imbarcazione nel momento in cui faceva acqua, cioè quando i legni, non più saldati tra loro, cominciavano a far filtrare acqua all’interno della barca. Il più famoso, perchè più facilmente visibile dalla fondamenta opposta, ed attualmente ancora in funzione come pochi altri è lo Squero di San Trovaso. Non molto distante, ma più nascosto, si trova lo Squero di D.co Tramontin, famoso in tutto il mondo perché le sue gondole sono le più belle e le più longeve.
Per costruire una Gondola è necessario l’uso di diverse essenze di legno in relazione alla posizione del legno e al suo comportamento in relazione con gli altri legni. Viene usato il rovere per la sua durezza nella costruzione dei fianchi, i più soggetti a colpi con altre barche o sulle rive; l’abete per il fondo perchè leggero ed aiuta la scorrevolezza dell’imbarcazione; il ciliegio per i trasti perché duro e resistente alle sollecitazioni del peso, (il trasto è il traverso che unisce le due bande a prua, il posto dal quale si sale in barca); il larice per la sua resistenza all’acqua; il tiglio per la costruzione del succhetto, la posizione del gondoliere a poppa, soggetto a continuo sfregamento ed usura; il noce per la sua duttilità nella costruzione delle cornici (viene sagomato a caldo con il fuoco dopo averlo abbondantemente bagnato, scaldando la parte che viene torta e portata, pazientemente, ad avere la forma voluta); l’olmo per le costole della struttura; ed in fine il mogano che diventa omogeneo assieme alla struttura, aggregando gli altri legni.
Una volta terminata la costruzione lignea della Gondola viene opportunamente decorata ed ogni gondoliere ha la possibilità di addobbare la propria gondola con particolari abbellimenti ed accessori, il cosiddetto parecio.
Alcune gondole hanno lo specchio di poppa intagliato o dipinto quindi soggettivo in base alle esigenze del gondoliere, tutte hanno gli ottoni sia a fianco delle poltroncine che sul faral (la luce anteriore), le poltrone sono di stoffe preziose ed i cuscini che le coprono sono morbidi e colorati. Per non parlare della Forcola e dei remi, essenziali per il governo della gondola, che devono essere costruiti in relazione all’altezza di chi lo deve adoperare, del suo peso, della forza che usa per procedere con la barca, in una parola personalizzati, su misura del gondoliere.
Una associazione è nata per unire tutti i realizzatori dei componenti della Gondola. El Felze è il suo nome ed associa squerariòli e remeri, otonèri e fravi, intagiadòri e indoradòri e poi ancora marangòni e tapesièri, baretèri, caleghèri e sartori.
Proprio perchè simbolo della città la Gondola viene anche adoperata per tutte le manifestazioni che debbono mettere in risalto la venezianità dell’evento, così nelle numerose regate non possono mancare gondole e gondolieri privati che si uniscono ai cortei. Durante la Regata Storica le gondole aprono il corteo con a bordo le cariche più importanti, civili ed ecclesiastiche, gli ambasciatori ed i principi di altri stati, ma il loro uso non è esclusivo per le serenate romantiche ed addobbata a festa è il sogno di ogni sposa veneziana, che con il lungo velo bianco, i gondolieri vestiti da parada, le poltroncine dorate e lo sposo a fianco, raggiungono il massimo della felicità percorrendo il Canal Grande sapendo che gli occhi di tutti sono rivolti a loro.
Non ci sono turisti o veneziani che non vogliano fare un giro in gondola, per questo bisogna conoscere bene le Tariffe della Gondola. Per chi volesse solo dire di esserci slito, almeno per un breve tratto, può farsi traghettare da una sponda all’altra del Canal Grande con una cifra modica, ma che ha subito anch’essa un’impennata nei prezzi dall’agosto 2012. Esistono quindi due tariffe distinte per i veneziani e per i foresti: i primi per il traghetto dovranno sborsare € 0,70, i secondi € 2.00. Considerando che il prezzo era unificato a € 0,50 per tutti, l’aumento è considerevole (+40% per i veneziani, +400% per i foresti).
Resta comunque un dilemma: come faranno i gondolieri a stibilire una tariffa o l’altra? Il prezzo va in base a come un utente si veste o se ha o meno la macchina fotografica a tracolla? Sarà sufficiente tirar un saraco in venexian?
Il Ferro da Gondola
Il ferro da gondola raccoglie nella sua forma l’essenza stessa della città di Venezia.
Di grande peso e fondamentale per la stabilità dell’imbarcazione, viene montato per bilanciare il peso del gondoliere a poppa, ma ha forme e decori che evocano le peculiarità veneziane.
La forma del ferro è stata studiata nei minimi particolari perché possa concentrare in un unico oggetto, anche se parte di una entità specifica e specificante di un contesto conosciuto internazionalmente, la conformazione socio politica della città, la suddivisione geografica, con tutte le sue parti specifiche senza tralasciare nemmeno le più piccole, nonché la forma giuridica dello stato della Repubblica di Venezia.
Iniziando dalla sommità del ferro da gondola si riconosce distintamente la forma del Corno Ducale, detto anche zoia o zogia, il cappello del Doge, che è stato il simbolo del capo di governo cittadino fin dalla nascita della città. Sotto, prima dei rostri, un arco per molti sta a simboleggiare il Ponte di Rialto.
I sei rostri che in successione si allineano sulla parte frontale indicano la divisione geografica della città con i suoi sei Sestieri (sestieri appunto perché sei, non quartieri come quelli di romana memoria, che suddividevano il campo romano in quattro parti). San Marco, Castello, Cannaregio, Dorsoduro, Santa Croce e San Polo, che si dividevano a loro volta in de citra i primi tre, e de ultra i secondi, in relazione alla loro posizione di qua o di là del Canal Grande.
Tra i rostri frontali, intervallati, tre piccole forme come fossero dei merletti, i gondolieri le chiamano le foglie, indicano le tre più grandi isole dell’estuario veneziano, Murano, Burano, Torcello, sedi di importanti e fondamentali punti di riferimento della città.
Per ultima, ma non ultima, la Giudecca o Spinalonga’, che, per la sua posizione geografica, viene indicata nel ferro da gondola nella parte posteriore, nella quale spicca proprio perché unica parte esterna di una linea curva, che dalla sommità del Corno ducale arriva, come una sinuosa onda, ad accarezzare l’acqua e a fondersi in un tutt’uno con l’imbarcazione. Sinuosa onda che ricorda il percorso del Canal Grande con la sua esse rovesciata.
Il Ferro da Pope, detto anche ricciolo invece è un piccolo ricamo che dimostra la raffinatezza dei costruttori di Gondole. Un esempio su tutti. Il riccio posteriore, o da pope, su alcune gondole, essendo il punto più alto della Gondola, qualche volta è parzialmente tagliato per permettere il transito sotto i ponti anche in condizioni di Acqua Alta. In questo caso il riccio si piega su un perno e non striscia sotto i ponti durante il transito della gondola. Ovviamente il Gondoliere deve abbassarsi, in alcune condizioni addirittura sdraiarsi sullo specchio da pope, mantenendo con una mano la conduzione dell’imbarcazione.
Testo basato sull’originale dihttp://www.jumpinvenice.com
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Ferri da gondola – VeniceWiki
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
Nei secoli di maggior sfarzo delle casate veneziane, nel XVI e XVII secolo, le gondole a Venezia erano più di 10,000 e i nobili gareggiavano tra loro decorando le barche con ori, stucchi e colori vivaci, tanto che il Senato della Repubblica dovette intervenire per frenare questa corsa al lusso ed ostentazione di ricchezza, imponendo il colore nero per tutte le gondole con un decreto datato 8 ottobre 1562.
Le gondole venivano costruite in cantieri sparsi in tutta la città, i cosiddetti Squeri. Erano luoghi nei quali c’era una rampa che usciva dall’acqua dalla quale si poteva facilmente varare o portare all’asciutto l’imbarcazione nel momento in cui faceva acqua, cioè quando i legni, non più saldati tra loro, cominciavano a far filtrare acqua all’interno della barca. Il più famoso, perchè più facilmente visibile dalla fondamenta opposta, ed attualmente ancora in funzione come pochi altri è lo Squero di San Trovaso. Non molto distante, ma più nascosto, si trova lo Squero di D.co Tramontin, famoso in tutto il mondo perché le sue gondole sono le più belle e le più longeve.
Per costruire una Gondola è necessario l’uso di diverse essenze di legno in relazione alla posizione del legno e al suo comportamento in relazione con gli altri legni. Viene usato il rovere per la sua durezza nella costruzione dei fianchi, i più soggetti a colpi con altre barche o sulle rive; l’abete per il fondo perchè leggero ed aiuta la scorrevolezza dell’imbarcazione; il ciliegio per i trasti perché duro e resistente alle sollecitazioni del peso, (il trasto è il traverso che unisce le due bande a prua, il posto dal quale si sale in barca); il larice per la sua resistenza all’acqua; il tiglio per la costruzione del succhetto, la posizione del gondoliere a poppa, soggetto a continuo sfregamento ed usura; il noce per la sua duttilità nella costruzione delle cornici (viene sagomato a caldo con il fuoco dopo averlo abbondantemente bagnato, scaldando la parte che viene torta e portata, pazientemente, ad avere la forma voluta); l’olmo per le costole della struttura; ed in fine il mogano che diventa omogeneo assieme alla struttura, aggregando gli altri legni.
Una volta terminata la costruzione lignea della Gondola viene opportunamente decorata ed ogni gondoliere ha la possibilità di addobbare la propria gondola con particolari abbellimenti ed accessori, il cosiddetto parecio.
Alcune gondole hanno lo specchio di poppa intagliato o dipinto quindi soggettivo in base alle esigenze del gondoliere, tutte hanno gli ottoni sia a fianco delle poltroncine che sul faral (la luce anteriore), le poltrone sono di stoffe preziose ed i cuscini che le coprono sono morbidi e colorati. Per non parlare della Forcola e dei remi, essenziali per il governo della gondola, che devono essere costruiti in relazione all’altezza di chi lo deve adoperare, del suo peso, della forza che usa per procedere con la barca, in una parola personalizzati, su misura del gondoliere.
Una associazione è nata per unire tutti i realizzatori dei componenti della Gondola. El Felze è il suo nome ed associa squerariòli e remeri, otonèri e fravi, intagiadòri e indoradòri e poi ancora marangòni e tapesièri, baretèri, caleghèri e sartori.
Proprio perchè simbolo della città la Gondola viene anche adoperata per tutte le manifestazioni che debbono mettere in risalto la venezianità dell’evento, così nelle numerose regate non possono mancare gondole e gondolieri privati che si uniscono ai cortei. Durante la Regata Storica le gondole aprono il corteo con a bordo le cariche più importanti, civili ed ecclesiastiche, gli ambasciatori ed i principi di altri stati, ma il loro uso non è esclusivo per le serenate romantiche ed addobbata a festa è il sogno di ogni sposa veneziana, che con il lungo velo bianco, i gondolieri vestiti da parada, le poltroncine dorate e lo sposo a fianco, raggiungono il massimo della felicità percorrendo il Canal Grande sapendo che gli occhi di tutti sono rivolti a loro.
Non ci sono turisti o veneziani che non vogliano fare un giro in gondola, per questo bisogna conoscere bene le Tariffe della Gondola. Per chi volesse solo dire di esserci slito, almeno per un breve tratto, può farsi traghettare da una sponda all’altra del Canal Grande con una cifra modica, ma che ha subito anch’essa un’impennata nei prezzi dall’agosto 2012. Esistono quindi due tariffe distinte per i veneziani e per i foresti: i primi per il traghetto dovranno sborsare € 0,70, i secondi € 2.00. Considerando che il prezzo era unificato a € 0,50 per tutti, l’aumento è considerevole (+40% per i veneziani, +400% per i foresti).
Resta comunque un dilemma: come faranno i gondolieri a stibilire una tariffa o l’altra? Il prezzo va in base a come un utente si veste o se ha o meno la macchina fotografica a tracolla? Sarà sufficiente tirar un saraco in venexian?
Il Ferro da Gondola
Il ferro da gondola raccoglie nella sua forma l’essenza stessa della città di Venezia.
Di grande peso e fondamentale per la stabilità dell’imbarcazione, viene montato per bilanciare il peso del gondoliere a poppa, ma ha forme e decori che evocano le peculiarità veneziane.
La forma del ferro è stata studiata nei minimi particolari perché possa concentrare in un unico oggetto, anche se parte di una entità specifica e specificante di un contesto conosciuto internazionalmente, la conformazione socio politica della città, la suddivisione geografica, con tutte le sue parti specifiche senza tralasciare nemmeno le più piccole, nonché la forma giuridica dello stato della Repubblica di Venezia.
Iniziando dalla sommità del ferro da gondola si riconosce distintamente la forma del Corno Ducale, detto anche zoia o zogia, il cappello del Doge, che è stato il simbolo del capo di governo cittadino fin dalla nascita della città. Sotto, prima dei rostri, un arco per molti sta a simboleggiare il Ponte di Rialto.
I sei rostri che in successione si allineano sulla parte frontale indicano la divisione geografica della città con i suoi sei Sestieri (sestieri appunto perché sei, non quartieri come quelli di romana memoria, che suddividevano il campo romano in quattro parti). San Marco, Castello, Cannaregio, Dorsoduro, Santa Croce e San Polo, che si dividevano a loro volta in de citra i primi tre, e de ultra i secondi, in relazione alla loro posizione di qua o di là del Canal Grande.
Tra i rostri frontali, intervallati, tre piccole forme come fossero dei merletti, i gondolieri le chiamano le foglie, indicano le tre più grandi isole dell’estuario veneziano, Murano, Burano, Torcello, sedi di importanti e fondamentali punti di riferimento della città.
Per ultima, ma non ultima, la Giudecca o Spinalonga’, che, per la sua posizione geografica, viene indicata nel ferro da gondola nella parte posteriore, nella quale spicca proprio perché unica parte esterna di una linea curva, che dalla sommità del Corno ducale arriva, come una sinuosa onda, ad accarezzare l’acqua e a fondersi in un tutt’uno con l’imbarcazione. Sinuosa onda che ricorda il percorso del Canal Grande con la sua esse rovesciata.
Il Ferro da Pope, detto anche ricciolo invece è un piccolo ricamo che dimostra la raffinatezza dei costruttori di Gondole. Un esempio su tutti. Il riccio posteriore, o da pope, su alcune gondole, essendo il punto più alto della Gondola, qualche volta è parzialmente tagliato per permettere il transito sotto i ponti anche in condizioni di Acqua Alta. In questo caso il riccio si piega su un perno e non striscia sotto i ponti durante il transito della gondola. Ovviamente il Gondoliere deve abbassarsi, in alcune condizioni addirittura sdraiarsi sullo specchio da pope, mantenendo con una mano la conduzione dell’imbarcazione.
Testo basato sull’originale dihttp://www.jumpinvenice.com
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Ferri da gondola – VeniceWiki
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
La Voga Veneta, la voga in piedi nella parte posteriore dell’imbarcazione, diventa quindi una necessità per i veneziani, da Pope’ con l’aiuto delle Forcole i particolari scalmi che non trovano eguali in nessun’altra parte del mondo.
Prima che si potesse avere la gondola così come la vediamo oggi sono occorsi secoli di cambiamenti e miglioramenti nella costruzione della barca che più di ogni altra simboleggia Venezia. Era l’imbarcazione più comoda che esistesse per il trasporto passeggeri in laguna. Sulla parte centrale, dove sono i posti a sedere, durante la stagione fredda, veniva coperta con una particolare cabina, il Felze (si vede smontato in questa foto d’epoca di fronte al Palazzo Ducale), che permetteva l’isolamento dal freddo ed anche dal gondoliere, avendo finestrini a vetri ed una porta anteriore. Il felze era coperto completamente da un panno chiamato rassa, dal turco rascia, che veniva prodotto nelle vicinanze di San Marco nella calle che ancora oggi è Calle delle Rasse.
Nei secoli di maggior sfarzo delle casate veneziane, nel XVI e XVII secolo, le gondole a Venezia erano più di 10,000 e i nobili gareggiavano tra loro decorando le barche con ori, stucchi e colori vivaci, tanto che il Senato della Repubblica dovette intervenire per frenare questa corsa al lusso ed ostentazione di ricchezza, imponendo il colore nero per tutte le gondole con un decreto datato 8 ottobre 1562.
Le gondole venivano costruite in cantieri sparsi in tutta la città, i cosiddetti Squeri. Erano luoghi nei quali c’era una rampa che usciva dall’acqua dalla quale si poteva facilmente varare o portare all’asciutto l’imbarcazione nel momento in cui faceva acqua, cioè quando i legni, non più saldati tra loro, cominciavano a far filtrare acqua all’interno della barca. Il più famoso, perchè più facilmente visibile dalla fondamenta opposta, ed attualmente ancora in funzione come pochi altri è lo Squero di San Trovaso. Non molto distante, ma più nascosto, si trova lo Squero di D.co Tramontin, famoso in tutto il mondo perché le sue gondole sono le più belle e le più longeve.
Per costruire una Gondola è necessario l’uso di diverse essenze di legno in relazione alla posizione del legno e al suo comportamento in relazione con gli altri legni. Viene usato il rovere per la sua durezza nella costruzione dei fianchi, i più soggetti a colpi con altre barche o sulle rive; l’abete per il fondo perchè leggero ed aiuta la scorrevolezza dell’imbarcazione; il ciliegio per i trasti perché duro e resistente alle sollecitazioni del peso, (il trasto è il traverso che unisce le due bande a prua, il posto dal quale si sale in barca); il larice per la sua resistenza all’acqua; il tiglio per la costruzione del succhetto, la posizione del gondoliere a poppa, soggetto a continuo sfregamento ed usura; il noce per la sua duttilità nella costruzione delle cornici (viene sagomato a caldo con il fuoco dopo averlo abbondantemente bagnato, scaldando la parte che viene torta e portata, pazientemente, ad avere la forma voluta); l’olmo per le costole della struttura; ed in fine il mogano che diventa omogeneo assieme alla struttura, aggregando gli altri legni.
Una volta terminata la costruzione lignea della Gondola viene opportunamente decorata ed ogni gondoliere ha la possibilità di addobbare la propria gondola con particolari abbellimenti ed accessori, il cosiddetto parecio.
Alcune gondole hanno lo specchio di poppa intagliato o dipinto quindi soggettivo in base alle esigenze del gondoliere, tutte hanno gli ottoni sia a fianco delle poltroncine che sul faral (la luce anteriore), le poltrone sono di stoffe preziose ed i cuscini che le coprono sono morbidi e colorati. Per non parlare della Forcola e dei remi, essenziali per il governo della gondola, che devono essere costruiti in relazione all’altezza di chi lo deve adoperare, del suo peso, della forza che usa per procedere con la barca, in una parola personalizzati, su misura del gondoliere.
Una associazione è nata per unire tutti i realizzatori dei componenti della Gondola. El Felze è il suo nome ed associa squerariòli e remeri, otonèri e fravi, intagiadòri e indoradòri e poi ancora marangòni e tapesièri, baretèri, caleghèri e sartori.
Proprio perchè simbolo della città la Gondola viene anche adoperata per tutte le manifestazioni che debbono mettere in risalto la venezianità dell’evento, così nelle numerose regate non possono mancare gondole e gondolieri privati che si uniscono ai cortei. Durante la Regata Storica le gondole aprono il corteo con a bordo le cariche più importanti, civili ed ecclesiastiche, gli ambasciatori ed i principi di altri stati, ma il loro uso non è esclusivo per le serenate romantiche ed addobbata a festa è il sogno di ogni sposa veneziana, che con il lungo velo bianco, i gondolieri vestiti da parada, le poltroncine dorate e lo sposo a fianco, raggiungono il massimo della felicità percorrendo il Canal Grande sapendo che gli occhi di tutti sono rivolti a loro.
Non ci sono turisti o veneziani che non vogliano fare un giro in gondola, per questo bisogna conoscere bene le Tariffe della Gondola. Per chi volesse solo dire di esserci slito, almeno per un breve tratto, può farsi traghettare da una sponda all’altra del Canal Grande con una cifra modica, ma che ha subito anch’essa un’impennata nei prezzi dall’agosto 2012. Esistono quindi due tariffe distinte per i veneziani e per i foresti: i primi per il traghetto dovranno sborsare € 0,70, i secondi € 2.00. Considerando che il prezzo era unificato a € 0,50 per tutti, l’aumento è considerevole (+40% per i veneziani, +400% per i foresti).
Resta comunque un dilemma: come faranno i gondolieri a stibilire una tariffa o l’altra? Il prezzo va in base a come un utente si veste o se ha o meno la macchina fotografica a tracolla? Sarà sufficiente tirar un saraco in venexian?
Il Ferro da Gondola
Il ferro da gondola raccoglie nella sua forma l’essenza stessa della città di Venezia.
Di grande peso e fondamentale per la stabilità dell’imbarcazione, viene montato per bilanciare il peso del gondoliere a poppa, ma ha forme e decori che evocano le peculiarità veneziane.
La forma del ferro è stata studiata nei minimi particolari perché possa concentrare in un unico oggetto, anche se parte di una entità specifica e specificante di un contesto conosciuto internazionalmente, la conformazione socio politica della città, la suddivisione geografica, con tutte le sue parti specifiche senza tralasciare nemmeno le più piccole, nonché la forma giuridica dello stato della Repubblica di Venezia.
Iniziando dalla sommità del ferro da gondola si riconosce distintamente la forma del Corno Ducale, detto anche zoia o zogia, il cappello del Doge, che è stato il simbolo del capo di governo cittadino fin dalla nascita della città. Sotto, prima dei rostri, un arco per molti sta a simboleggiare il Ponte di Rialto.
I sei rostri che in successione si allineano sulla parte frontale indicano la divisione geografica della città con i suoi sei Sestieri (sestieri appunto perché sei, non quartieri come quelli di romana memoria, che suddividevano il campo romano in quattro parti). San Marco, Castello, Cannaregio, Dorsoduro, Santa Croce e San Polo, che si dividevano a loro volta in de citra i primi tre, e de ultra i secondi, in relazione alla loro posizione di qua o di là del Canal Grande.
Tra i rostri frontali, intervallati, tre piccole forme come fossero dei merletti, i gondolieri le chiamano le foglie, indicano le tre più grandi isole dell’estuario veneziano, Murano, Burano, Torcello, sedi di importanti e fondamentali punti di riferimento della città.
Per ultima, ma non ultima, la Giudecca o Spinalonga’, che, per la sua posizione geografica, viene indicata nel ferro da gondola nella parte posteriore, nella quale spicca proprio perché unica parte esterna di una linea curva, che dalla sommità del Corno ducale arriva, come una sinuosa onda, ad accarezzare l’acqua e a fondersi in un tutt’uno con l’imbarcazione. Sinuosa onda che ricorda il percorso del Canal Grande con la sua esse rovesciata.
Il Ferro da Pope, detto anche ricciolo invece è un piccolo ricamo che dimostra la raffinatezza dei costruttori di Gondole. Un esempio su tutti. Il riccio posteriore, o da pope, su alcune gondole, essendo il punto più alto della Gondola, qualche volta è parzialmente tagliato per permettere il transito sotto i ponti anche in condizioni di Acqua Alta. In questo caso il riccio si piega su un perno e non striscia sotto i ponti durante il transito della gondola. Ovviamente il Gondoliere deve abbassarsi, in alcune condizioni addirittura sdraiarsi sullo specchio da pope, mantenendo con una mano la conduzione dell’imbarcazione.
Testo basato sull’originale dihttp://www.jumpinvenice.com
Foto
Ferri da gondola – VeniceWiki
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La Voga Veneta, la voga in piedi nella parte posteriore dell’imbarcazione, diventa quindi una necessità per i veneziani, da Pope’ con l’aiuto delle Forcole i particolari scalmi che non trovano eguali in nessun’altra parte del mondo.
Prima che si potesse avere la gondola così come la vediamo oggi sono occorsi secoli di cambiamenti e miglioramenti nella costruzione della barca che più di ogni altra simboleggia Venezia. Era l’imbarcazione più comoda che esistesse per il trasporto passeggeri in laguna. Sulla parte centrale, dove sono i posti a sedere, durante la stagione fredda, veniva coperta con una particolare cabina, il Felze (si vede smontato in questa foto d’epoca di fronte al Palazzo Ducale), che permetteva l’isolamento dal freddo ed anche dal gondoliere, avendo finestrini a vetri ed una porta anteriore. Il felze era coperto completamente da un panno chiamato rassa, dal turco rascia, che veniva prodotto nelle vicinanze di San Marco nella calle che ancora oggi è Calle delle Rasse.
Nei secoli di maggior sfarzo delle casate veneziane, nel XVI e XVII secolo, le gondole a Venezia erano più di 10,000 e i nobili gareggiavano tra loro decorando le barche con ori, stucchi e colori vivaci, tanto che il Senato della Repubblica dovette intervenire per frenare questa corsa al lusso ed ostentazione di ricchezza, imponendo il colore nero per tutte le gondole con un decreto datato 8 ottobre 1562.
Le gondole venivano costruite in cantieri sparsi in tutta la città, i cosiddetti Squeri. Erano luoghi nei quali c’era una rampa che usciva dall’acqua dalla quale si poteva facilmente varare o portare all’asciutto l’imbarcazione nel momento in cui faceva acqua, cioè quando i legni, non più saldati tra loro, cominciavano a far filtrare acqua all’interno della barca. Il più famoso, perchè più facilmente visibile dalla fondamenta opposta, ed attualmente ancora in funzione come pochi altri è lo Squero di San Trovaso. Non molto distante, ma più nascosto, si trova lo Squero di D.co Tramontin, famoso in tutto il mondo perché le sue gondole sono le più belle e le più longeve.
Per costruire una Gondola è necessario l’uso di diverse essenze di legno in relazione alla posizione del legno e al suo comportamento in relazione con gli altri legni. Viene usato il rovere per la sua durezza nella costruzione dei fianchi, i più soggetti a colpi con altre barche o sulle rive; l’abete per il fondo perchè leggero ed aiuta la scorrevolezza dell’imbarcazione; il ciliegio per i trasti perché duro e resistente alle sollecitazioni del peso, (il trasto è il traverso che unisce le due bande a prua, il posto dal quale si sale in barca); il larice per la sua resistenza all’acqua; il tiglio per la costruzione del succhetto, la posizione del gondoliere a poppa, soggetto a continuo sfregamento ed usura; il noce per la sua duttilità nella costruzione delle cornici (viene sagomato a caldo con il fuoco dopo averlo abbondantemente bagnato, scaldando la parte che viene torta e portata, pazientemente, ad avere la forma voluta); l’olmo per le costole della struttura; ed in fine il mogano che diventa omogeneo assieme alla struttura, aggregando gli altri legni.
Una volta terminata la costruzione lignea della Gondola viene opportunamente decorata ed ogni gondoliere ha la possibilità di addobbare la propria gondola con particolari abbellimenti ed accessori, il cosiddetto parecio.
Alcune gondole hanno lo specchio di poppa intagliato o dipinto quindi soggettivo in base alle esigenze del gondoliere, tutte hanno gli ottoni sia a fianco delle poltroncine che sul faral (la luce anteriore), le poltrone sono di stoffe preziose ed i cuscini che le coprono sono morbidi e colorati. Per non parlare della Forcola e dei remi, essenziali per il governo della gondola, che devono essere costruiti in relazione all’altezza di chi lo deve adoperare, del suo peso, della forza che usa per procedere con la barca, in una parola personalizzati, su misura del gondoliere.
Una associazione è nata per unire tutti i realizzatori dei componenti della Gondola. El Felze è il suo nome ed associa squerariòli e remeri, otonèri e fravi, intagiadòri e indoradòri e poi ancora marangòni e tapesièri, baretèri, caleghèri e sartori.
Proprio perchè simbolo della città la Gondola viene anche adoperata per tutte le manifestazioni che debbono mettere in risalto la venezianità dell’evento, così nelle numerose regate non possono mancare gondole e gondolieri privati che si uniscono ai cortei. Durante la Regata Storica le gondole aprono il corteo con a bordo le cariche più importanti, civili ed ecclesiastiche, gli ambasciatori ed i principi di altri stati, ma il loro uso non è esclusivo per le serenate romantiche ed addobbata a festa è il sogno di ogni sposa veneziana, che con il lungo velo bianco, i gondolieri vestiti da parada, le poltroncine dorate e lo sposo a fianco, raggiungono il massimo della felicità percorrendo il Canal Grande sapendo che gli occhi di tutti sono rivolti a loro.
Non ci sono turisti o veneziani che non vogliano fare un giro in gondola, per questo bisogna conoscere bene le Tariffe della Gondola. Per chi volesse solo dire di esserci slito, almeno per un breve tratto, può farsi traghettare da una sponda all’altra del Canal Grande con una cifra modica, ma che ha subito anch’essa un’impennata nei prezzi dall’agosto 2012. Esistono quindi due tariffe distinte per i veneziani e per i foresti: i primi per il traghetto dovranno sborsare € 0,70, i secondi € 2.00. Considerando che il prezzo era unificato a € 0,50 per tutti, l’aumento è considerevole (+40% per i veneziani, +400% per i foresti).
Resta comunque un dilemma: come faranno i gondolieri a stibilire una tariffa o l’altra? Il prezzo va in base a come un utente si veste o se ha o meno la macchina fotografica a tracolla? Sarà sufficiente tirar un saraco in venexian?
Il Ferro da Gondola
Il ferro da gondola raccoglie nella sua forma l’essenza stessa della città di Venezia.
Di grande peso e fondamentale per la stabilità dell’imbarcazione, viene montato per bilanciare il peso del gondoliere a poppa, ma ha forme e decori che evocano le peculiarità veneziane.
La forma del ferro è stata studiata nei minimi particolari perché possa concentrare in un unico oggetto, anche se parte di una entità specifica e specificante di un contesto conosciuto internazionalmente, la conformazione socio politica della città, la suddivisione geografica, con tutte le sue parti specifiche senza tralasciare nemmeno le più piccole, nonché la forma giuridica dello stato della Repubblica di Venezia.
Iniziando dalla sommità del ferro da gondola si riconosce distintamente la forma del Corno Ducale, detto anche zoia o zogia, il cappello del Doge, che è stato il simbolo del capo di governo cittadino fin dalla nascita della città. Sotto, prima dei rostri, un arco per molti sta a simboleggiare il Ponte di Rialto.
I sei rostri che in successione si allineano sulla parte frontale indicano la divisione geografica della città con i suoi sei Sestieri (sestieri appunto perché sei, non quartieri come quelli di romana memoria, che suddividevano il campo romano in quattro parti). San Marco, Castello, Cannaregio, Dorsoduro, Santa Croce e San Polo, che si dividevano a loro volta in de citra i primi tre, e de ultra i secondi, in relazione alla loro posizione di qua o di là del Canal Grande.
Tra i rostri frontali, intervallati, tre piccole forme come fossero dei merletti, i gondolieri le chiamano le foglie, indicano le tre più grandi isole dell’estuario veneziano, Murano, Burano, Torcello, sedi di importanti e fondamentali punti di riferimento della città.
Per ultima, ma non ultima, la Giudecca o Spinalonga’, che, per la sua posizione geografica, viene indicata nel ferro da gondola nella parte posteriore, nella quale spicca proprio perché unica parte esterna di una linea curva, che dalla sommità del Corno ducale arriva, come una sinuosa onda, ad accarezzare l’acqua e a fondersi in un tutt’uno con l’imbarcazione. Sinuosa onda che ricorda il percorso del Canal Grande con la sua esse rovesciata.
Il Ferro da Pope, detto anche ricciolo invece è un piccolo ricamo che dimostra la raffinatezza dei costruttori di Gondole. Un esempio su tutti. Il riccio posteriore, o da pope, su alcune gondole, essendo il punto più alto della Gondola, qualche volta è parzialmente tagliato per permettere il transito sotto i ponti anche in condizioni di Acqua Alta. In questo caso il riccio si piega su un perno e non striscia sotto i ponti durante il transito della gondola. Ovviamente il Gondoliere deve abbassarsi, in alcune condizioni addirittura sdraiarsi sullo specchio da pope, mantenendo con una mano la conduzione dell’imbarcazione.
Testo basato sull’originale dihttp://www.jumpinvenice.com
Foto
Ferri da gondola – VeniceWiki
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
Lunga 11 metri, larga 1,40 ed alta circa 0,65, ha una forma asimmetrica sull’asse longitudinale, quello che attraversa la barca da prua a poppa, con uno scostamento di circa 24cm a destra rispetto a quello di sinistra. Questo permette al gondoliere di manovrare con più facilità l’imbarcazione, a compensazione dello scostamento, dovendo stare sullo specchio di poppa spostato in alto sul lato sinistro, dalla parte opposta dello speciale scalmo, la Forcola.
Fin dagli albori della città gli spostamenti da isola in isola erano effettuati su imbarcazioni che, per necessità di navigazione nelle basse acque lagunari, dovevano avere fondo piatto per avere minor pescaggio e quindi potevano navigare anche su fondali molto bassi, senza arenarsi. Un antico cronista scriveva che gli abitanti delle isole lagunari avevano la barca legata fuori delle case come i cavalli nelle abitazioni della terraferma.
Per di più bisognava che il conducente potesse guardare avanti per evitare di andare a sbattere su tronchi galleggianti o sulle rive emerse delle Barene. Per migliorare la spinta ed avere un controllo maggiore, gli abitanti delle valli da pesca avevano una tecnica di remata particolare con due remi; questa tecnica viene definita appunto alla valesana.
La Voga Veneta, la voga in piedi nella parte posteriore dell’imbarcazione, diventa quindi una necessità per i veneziani, da Pope’ con l’aiuto delle Forcole i particolari scalmi che non trovano eguali in nessun’altra parte del mondo.
Prima che si potesse avere la gondola così come la vediamo oggi sono occorsi secoli di cambiamenti e miglioramenti nella costruzione della barca che più di ogni altra simboleggia Venezia. Era l’imbarcazione più comoda che esistesse per il trasporto passeggeri in laguna. Sulla parte centrale, dove sono i posti a sedere, durante la stagione fredda, veniva coperta con una particolare cabina, il Felze (si vede smontato in questa foto d’epoca di fronte al Palazzo Ducale), che permetteva l’isolamento dal freddo ed anche dal gondoliere, avendo finestrini a vetri ed una porta anteriore. Il felze era coperto completamente da un panno chiamato rassa, dal turco rascia, che veniva prodotto nelle vicinanze di San Marco nella calle che ancora oggi è Calle delle Rasse.
Nei secoli di maggior sfarzo delle casate veneziane, nel XVI e XVII secolo, le gondole a Venezia erano più di 10,000 e i nobili gareggiavano tra loro decorando le barche con ori, stucchi e colori vivaci, tanto che il Senato della Repubblica dovette intervenire per frenare questa corsa al lusso ed ostentazione di ricchezza, imponendo il colore nero per tutte le gondole con un decreto datato 8 ottobre 1562.
Le gondole venivano costruite in cantieri sparsi in tutta la città, i cosiddetti Squeri. Erano luoghi nei quali c’era una rampa che usciva dall’acqua dalla quale si poteva facilmente varare o portare all’asciutto l’imbarcazione nel momento in cui faceva acqua, cioè quando i legni, non più saldati tra loro, cominciavano a far filtrare acqua all’interno della barca. Il più famoso, perchè più facilmente visibile dalla fondamenta opposta, ed attualmente ancora in funzione come pochi altri è lo Squero di San Trovaso. Non molto distante, ma più nascosto, si trova lo Squero di D.co Tramontin, famoso in tutto il mondo perché le sue gondole sono le più belle e le più longeve.
Per costruire una Gondola è necessario l’uso di diverse essenze di legno in relazione alla posizione del legno e al suo comportamento in relazione con gli altri legni. Viene usato il rovere per la sua durezza nella costruzione dei fianchi, i più soggetti a colpi con altre barche o sulle rive; l’abete per il fondo perchè leggero ed aiuta la scorrevolezza dell’imbarcazione; il ciliegio per i trasti perché duro e resistente alle sollecitazioni del peso, (il trasto è il traverso che unisce le due bande a prua, il posto dal quale si sale in barca); il larice per la sua resistenza all’acqua; il tiglio per la costruzione del succhetto, la posizione del gondoliere a poppa, soggetto a continuo sfregamento ed usura; il noce per la sua duttilità nella costruzione delle cornici (viene sagomato a caldo con il fuoco dopo averlo abbondantemente bagnato, scaldando la parte che viene torta e portata, pazientemente, ad avere la forma voluta); l’olmo per le costole della struttura; ed in fine il mogano che diventa omogeneo assieme alla struttura, aggregando gli altri legni.
Una volta terminata la costruzione lignea della Gondola viene opportunamente decorata ed ogni gondoliere ha la possibilità di addobbare la propria gondola con particolari abbellimenti ed accessori, il cosiddetto parecio.
Alcune gondole hanno lo specchio di poppa intagliato o dipinto quindi soggettivo in base alle esigenze del gondoliere, tutte hanno gli ottoni sia a fianco delle poltroncine che sul faral (la luce anteriore), le poltrone sono di stoffe preziose ed i cuscini che le coprono sono morbidi e colorati. Per non parlare della Forcola e dei remi, essenziali per il governo della gondola, che devono essere costruiti in relazione all’altezza di chi lo deve adoperare, del suo peso, della forza che usa per procedere con la barca, in una parola personalizzati, su misura del gondoliere.
Una associazione è nata per unire tutti i realizzatori dei componenti della Gondola. El Felze è il suo nome ed associa squerariòli e remeri, otonèri e fravi, intagiadòri e indoradòri e poi ancora marangòni e tapesièri, baretèri, caleghèri e sartori.
Proprio perchè simbolo della città la Gondola viene anche adoperata per tutte le manifestazioni che debbono mettere in risalto la venezianità dell’evento, così nelle numerose regate non possono mancare gondole e gondolieri privati che si uniscono ai cortei. Durante la Regata Storica le gondole aprono il corteo con a bordo le cariche più importanti, civili ed ecclesiastiche, gli ambasciatori ed i principi di altri stati, ma il loro uso non è esclusivo per le serenate romantiche ed addobbata a festa è il sogno di ogni sposa veneziana, che con il lungo velo bianco, i gondolieri vestiti da parada, le poltroncine dorate e lo sposo a fianco, raggiungono il massimo della felicità percorrendo il Canal Grande sapendo che gli occhi di tutti sono rivolti a loro.
Non ci sono turisti o veneziani che non vogliano fare un giro in gondola, per questo bisogna conoscere bene le Tariffe della Gondola. Per chi volesse solo dire di esserci slito, almeno per un breve tratto, può farsi traghettare da una sponda all’altra del Canal Grande con una cifra modica, ma che ha subito anch’essa un’impennata nei prezzi dall’agosto 2012. Esistono quindi due tariffe distinte per i veneziani e per i foresti: i primi per il traghetto dovranno sborsare € 0,70, i secondi € 2.00. Considerando che il prezzo era unificato a € 0,50 per tutti, l’aumento è considerevole (+40% per i veneziani, +400% per i foresti).
Resta comunque un dilemma: come faranno i gondolieri a stibilire una tariffa o l’altra? Il prezzo va in base a come un utente si veste o se ha o meno la macchina fotografica a tracolla? Sarà sufficiente tirar un saraco in venexian?
Il Ferro da Gondola
Il ferro da gondola raccoglie nella sua forma l’essenza stessa della città di Venezia.
Di grande peso e fondamentale per la stabilità dell’imbarcazione, viene montato per bilanciare il peso del gondoliere a poppa, ma ha forme e decori che evocano le peculiarità veneziane.
La forma del ferro è stata studiata nei minimi particolari perché possa concentrare in un unico oggetto, anche se parte di una entità specifica e specificante di un contesto conosciuto internazionalmente, la conformazione socio politica della città, la suddivisione geografica, con tutte le sue parti specifiche senza tralasciare nemmeno le più piccole, nonché la forma giuridica dello stato della Repubblica di Venezia.
Iniziando dalla sommità del ferro da gondola si riconosce distintamente la forma del Corno Ducale, detto anche zoia o zogia, il cappello del Doge, che è stato il simbolo del capo di governo cittadino fin dalla nascita della città. Sotto, prima dei rostri, un arco per molti sta a simboleggiare il Ponte di Rialto.
I sei rostri che in successione si allineano sulla parte frontale indicano la divisione geografica della città con i suoi sei Sestieri (sestieri appunto perché sei, non quartieri come quelli di romana memoria, che suddividevano il campo romano in quattro parti). San Marco, Castello, Cannaregio, Dorsoduro, Santa Croce e San Polo, che si dividevano a loro volta in de citra i primi tre, e de ultra i secondi, in relazione alla loro posizione di qua o di là del Canal Grande.
Tra i rostri frontali, intervallati, tre piccole forme come fossero dei merletti, i gondolieri le chiamano le foglie, indicano le tre più grandi isole dell’estuario veneziano, Murano, Burano, Torcello, sedi di importanti e fondamentali punti di riferimento della città.
Per ultima, ma non ultima, la Giudecca o Spinalonga’, che, per la sua posizione geografica, viene indicata nel ferro da gondola nella parte posteriore, nella quale spicca proprio perché unica parte esterna di una linea curva, che dalla sommità del Corno ducale arriva, come una sinuosa onda, ad accarezzare l’acqua e a fondersi in un tutt’uno con l’imbarcazione. Sinuosa onda che ricorda il percorso del Canal Grande con la sua esse rovesciata.
Il Ferro da Pope, detto anche ricciolo invece è un piccolo ricamo che dimostra la raffinatezza dei costruttori di Gondole. Un esempio su tutti. Il riccio posteriore, o da pope, su alcune gondole, essendo il punto più alto della Gondola, qualche volta è parzialmente tagliato per permettere il transito sotto i ponti anche in condizioni di Acqua Alta. In questo caso il riccio si piega su un perno e non striscia sotto i ponti durante il transito della gondola. Ovviamente il Gondoliere deve abbassarsi, in alcune condizioni addirittura sdraiarsi sullo specchio da pope, mantenendo con una mano la conduzione dell’imbarcazione.
Testo basato sull’originale dihttp://www.jumpinvenice.com
Foto
Ferri da gondola – VeniceWiki
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
L’origine del nome è ancora da stabilire. La versione più accreditata indica che derivi dal latino cymbula, che significa barchetta, ma altre fonti indicano l’origine nelle parole greche kondùlion che indica una poco consona cassa o kountelàs che indica una nave corta. Certo l’origine non scalfisce la popolarità dell’imbarcazione, anche se l’antica forma della gondola era molto diversa dall’attuale e solo innovazione e cambiamenti hanno modificato e migliorato molto le caratteristiche tecniche e la leggerezza delle linee che ne fanno un sogno nell’immaginario collettivo.Lunga 11 metri, larga 1,40 ed alta circa 0,65, ha una forma asimmetrica sull’asse longitudinale, quello che attraversa la barca da prua a poppa, con uno scostamento di circa 24cm a destra rispetto a quello di sinistra. Questo permette al gondoliere di manovrare con più facilità l’imbarcazione, a compensazione dello scostamento, dovendo stare sullo specchio di poppa spostato in alto sul lato sinistro, dalla parte opposta dello speciale scalmo, la Forcola.
Fin dagli albori della città gli spostamenti da isola in isola erano effettuati su imbarcazioni che, per necessità di navigazione nelle basse acque lagunari, dovevano avere fondo piatto per avere minor pescaggio e quindi potevano navigare anche su fondali molto bassi, senza arenarsi. Un antico cronista scriveva che gli abitanti delle isole lagunari avevano la barca legata fuori delle case come i cavalli nelle abitazioni della terraferma.
Per di più bisognava che il conducente potesse guardare avanti per evitare di andare a sbattere su tronchi galleggianti o sulle rive emerse delle Barene. Per migliorare la spinta ed avere un controllo maggiore, gli abitanti delle valli da pesca avevano una tecnica di remata particolare con due remi; questa tecnica viene definita appunto alla valesana.
La Voga Veneta, la voga in piedi nella parte posteriore dell’imbarcazione, diventa quindi una necessità per i veneziani, da Pope’ con l’aiuto delle Forcole i particolari scalmi che non trovano eguali in nessun’altra parte del mondo.
Prima che si potesse avere la gondola così come la vediamo oggi sono occorsi secoli di cambiamenti e miglioramenti nella costruzione della barca che più di ogni altra simboleggia Venezia. Era l’imbarcazione più comoda che esistesse per il trasporto passeggeri in laguna. Sulla parte centrale, dove sono i posti a sedere, durante la stagione fredda, veniva coperta con una particolare cabina, il Felze (si vede smontato in questa foto d’epoca di fronte al Palazzo Ducale), che permetteva l’isolamento dal freddo ed anche dal gondoliere, avendo finestrini a vetri ed una porta anteriore. Il felze era coperto completamente da un panno chiamato rassa, dal turco rascia, che veniva prodotto nelle vicinanze di San Marco nella calle che ancora oggi è Calle delle Rasse.
Nei secoli di maggior sfarzo delle casate veneziane, nel XVI e XVII secolo, le gondole a Venezia erano più di 10,000 e i nobili gareggiavano tra loro decorando le barche con ori, stucchi e colori vivaci, tanto che il Senato della Repubblica dovette intervenire per frenare questa corsa al lusso ed ostentazione di ricchezza, imponendo il colore nero per tutte le gondole con un decreto datato 8 ottobre 1562.
Le gondole venivano costruite in cantieri sparsi in tutta la città, i cosiddetti Squeri. Erano luoghi nei quali c’era una rampa che usciva dall’acqua dalla quale si poteva facilmente varare o portare all’asciutto l’imbarcazione nel momento in cui faceva acqua, cioè quando i legni, non più saldati tra loro, cominciavano a far filtrare acqua all’interno della barca. Il più famoso, perchè più facilmente visibile dalla fondamenta opposta, ed attualmente ancora in funzione come pochi altri è lo Squero di San Trovaso. Non molto distante, ma più nascosto, si trova lo Squero di D.co Tramontin, famoso in tutto il mondo perché le sue gondole sono le più belle e le più longeve.
Per costruire una Gondola è necessario l’uso di diverse essenze di legno in relazione alla posizione del legno e al suo comportamento in relazione con gli altri legni. Viene usato il rovere per la sua durezza nella costruzione dei fianchi, i più soggetti a colpi con altre barche o sulle rive; l’abete per il fondo perchè leggero ed aiuta la scorrevolezza dell’imbarcazione; il ciliegio per i trasti perché duro e resistente alle sollecitazioni del peso, (il trasto è il traverso che unisce le due bande a prua, il posto dal quale si sale in barca); il larice per la sua resistenza all’acqua; il tiglio per la costruzione del succhetto, la posizione del gondoliere a poppa, soggetto a continuo sfregamento ed usura; il noce per la sua duttilità nella costruzione delle cornici (viene sagomato a caldo con il fuoco dopo averlo abbondantemente bagnato, scaldando la parte che viene torta e portata, pazientemente, ad avere la forma voluta); l’olmo per le costole della struttura; ed in fine il mogano che diventa omogeneo assieme alla struttura, aggregando gli altri legni.
Una volta terminata la costruzione lignea della Gondola viene opportunamente decorata ed ogni gondoliere ha la possibilità di addobbare la propria gondola con particolari abbellimenti ed accessori, il cosiddetto parecio.
Alcune gondole hanno lo specchio di poppa intagliato o dipinto quindi soggettivo in base alle esigenze del gondoliere, tutte hanno gli ottoni sia a fianco delle poltroncine che sul faral (la luce anteriore), le poltrone sono di stoffe preziose ed i cuscini che le coprono sono morbidi e colorati. Per non parlare della Forcola e dei remi, essenziali per il governo della gondola, che devono essere costruiti in relazione all’altezza di chi lo deve adoperare, del suo peso, della forza che usa per procedere con la barca, in una parola personalizzati, su misura del gondoliere.
Una associazione è nata per unire tutti i realizzatori dei componenti della Gondola. El Felze è il suo nome ed associa squerariòli e remeri, otonèri e fravi, intagiadòri e indoradòri e poi ancora marangòni e tapesièri, baretèri, caleghèri e sartori.
Proprio perchè simbolo della città la Gondola viene anche adoperata per tutte le manifestazioni che debbono mettere in risalto la venezianità dell’evento, così nelle numerose regate non possono mancare gondole e gondolieri privati che si uniscono ai cortei. Durante la Regata Storica le gondole aprono il corteo con a bordo le cariche più importanti, civili ed ecclesiastiche, gli ambasciatori ed i principi di altri stati, ma il loro uso non è esclusivo per le serenate romantiche ed addobbata a festa è il sogno di ogni sposa veneziana, che con il lungo velo bianco, i gondolieri vestiti da parada, le poltroncine dorate e lo sposo a fianco, raggiungono il massimo della felicità percorrendo il Canal Grande sapendo che gli occhi di tutti sono rivolti a loro.
Non ci sono turisti o veneziani che non vogliano fare un giro in gondola, per questo bisogna conoscere bene le Tariffe della Gondola. Per chi volesse solo dire di esserci slito, almeno per un breve tratto, può farsi traghettare da una sponda all’altra del Canal Grande con una cifra modica, ma che ha subito anch’essa un’impennata nei prezzi dall’agosto 2012. Esistono quindi due tariffe distinte per i veneziani e per i foresti: i primi per il traghetto dovranno sborsare € 0,70, i secondi € 2.00. Considerando che il prezzo era unificato a € 0,50 per tutti, l’aumento è considerevole (+40% per i veneziani, +400% per i foresti).
Resta comunque un dilemma: come faranno i gondolieri a stibilire una tariffa o l’altra? Il prezzo va in base a come un utente si veste o se ha o meno la macchina fotografica a tracolla? Sarà sufficiente tirar un saraco in venexian?
Il Ferro da Gondola
Il ferro da gondola raccoglie nella sua forma l’essenza stessa della città di Venezia.
Di grande peso e fondamentale per la stabilità dell’imbarcazione, viene montato per bilanciare il peso del gondoliere a poppa, ma ha forme e decori che evocano le peculiarità veneziane.
La forma del ferro è stata studiata nei minimi particolari perché possa concentrare in un unico oggetto, anche se parte di una entità specifica e specificante di un contesto conosciuto internazionalmente, la conformazione socio politica della città, la suddivisione geografica, con tutte le sue parti specifiche senza tralasciare nemmeno le più piccole, nonché la forma giuridica dello stato della Repubblica di Venezia.
Iniziando dalla sommità del ferro da gondola si riconosce distintamente la forma del Corno Ducale, detto anche zoia o zogia, il cappello del Doge, che è stato il simbolo del capo di governo cittadino fin dalla nascita della città. Sotto, prima dei rostri, un arco per molti sta a simboleggiare il Ponte di Rialto.
I sei rostri che in successione si allineano sulla parte frontale indicano la divisione geografica della città con i suoi sei Sestieri (sestieri appunto perché sei, non quartieri come quelli di romana memoria, che suddividevano il campo romano in quattro parti). San Marco, Castello, Cannaregio, Dorsoduro, Santa Croce e San Polo, che si dividevano a loro volta in de citra i primi tre, e de ultra i secondi, in relazione alla loro posizione di qua o di là del Canal Grande.
Tra i rostri frontali, intervallati, tre piccole forme come fossero dei merletti, i gondolieri le chiamano le foglie, indicano le tre più grandi isole dell’estuario veneziano, Murano, Burano, Torcello, sedi di importanti e fondamentali punti di riferimento della città.
Per ultima, ma non ultima, la Giudecca o Spinalonga’, che, per la sua posizione geografica, viene indicata nel ferro da gondola nella parte posteriore, nella quale spicca proprio perché unica parte esterna di una linea curva, che dalla sommità del Corno ducale arriva, come una sinuosa onda, ad accarezzare l’acqua e a fondersi in un tutt’uno con l’imbarcazione. Sinuosa onda che ricorda il percorso del Canal Grande con la sua esse rovesciata.
Il Ferro da Pope, detto anche ricciolo invece è un piccolo ricamo che dimostra la raffinatezza dei costruttori di Gondole. Un esempio su tutti. Il riccio posteriore, o da pope, su alcune gondole, essendo il punto più alto della Gondola, qualche volta è parzialmente tagliato per permettere il transito sotto i ponti anche in condizioni di Acqua Alta. In questo caso il riccio si piega su un perno e non striscia sotto i ponti durante il transito della gondola. Ovviamente il Gondoliere deve abbassarsi, in alcune condizioni addirittura sdraiarsi sullo specchio da pope, mantenendo con una mano la conduzione dell’imbarcazione.
Testo basato sull’originale dihttp://www.jumpinvenice.com
Foto
Ferri da gondola – VeniceWiki
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
L’origine del nome è ancora da stabilire. La versione più accreditata indica che derivi dal latino cymbula, che significa barchetta, ma altre fonti indicano l’origine nelle parole greche kondùlion che indica una poco consona cassa o kountelàs che indica una nave corta. Certo l’origine non scalfisce la popolarità dell’imbarcazione, anche se l’antica forma della gondola era molto diversa dall’attuale e solo innovazione e cambiamenti hanno modificato e migliorato molto le caratteristiche tecniche e la leggerezza delle linee che ne fanno un sogno nell’immaginario collettivo.
Lunga 11 metri, larga 1,40 ed alta circa 0,65, ha una forma asimmetrica sull’asse longitudinale, quello che attraversa la barca da prua a poppa, con uno scostamento di circa 24cm a destra rispetto a quello di sinistra. Questo permette al gondoliere di manovrare con più facilità l’imbarcazione, a compensazione dello scostamento, dovendo stare sullo specchio di poppa spostato in alto sul lato sinistro, dalla parte opposta dello speciale scalmo, la Forcola.
Fin dagli albori della città gli spostamenti da isola in isola erano effettuati su imbarcazioni che, per necessità di navigazione nelle basse acque lagunari, dovevano avere fondo piatto per avere minor pescaggio e quindi potevano navigare anche su fondali molto bassi, senza arenarsi. Un antico cronista scriveva che gli abitanti delle isole lagunari avevano la barca legata fuori delle case come i cavalli nelle abitazioni della terraferma.
Per di più bisognava che il conducente potesse guardare avanti per evitare di andare a sbattere su tronchi galleggianti o sulle rive emerse delle Barene. Per migliorare la spinta ed avere un controllo maggiore, gli abitanti delle valli da pesca avevano una tecnica di remata particolare con due remi; questa tecnica viene definita appunto alla valesana.
La Voga Veneta, la voga in piedi nella parte posteriore dell’imbarcazione, diventa quindi una necessità per i veneziani, da Pope’ con l’aiuto delle Forcole i particolari scalmi che non trovano eguali in nessun’altra parte del mondo.
Prima che si potesse avere la gondola così come la vediamo oggi sono occorsi secoli di cambiamenti e miglioramenti nella costruzione della barca che più di ogni altra simboleggia Venezia. Era l’imbarcazione più comoda che esistesse per il trasporto passeggeri in laguna. Sulla parte centrale, dove sono i posti a sedere, durante la stagione fredda, veniva coperta con una particolare cabina, il Felze (si vede smontato in questa foto d’epoca di fronte al Palazzo Ducale), che permetteva l’isolamento dal freddo ed anche dal gondoliere, avendo finestrini a vetri ed una porta anteriore. Il felze era coperto completamente da un panno chiamato rassa, dal turco rascia, che veniva prodotto nelle vicinanze di San Marco nella calle che ancora oggi è Calle delle Rasse.
Nei secoli di maggior sfarzo delle casate veneziane, nel XVI e XVII secolo, le gondole a Venezia erano più di 10,000 e i nobili gareggiavano tra loro decorando le barche con ori, stucchi e colori vivaci, tanto che il Senato della Repubblica dovette intervenire per frenare questa corsa al lusso ed ostentazione di ricchezza, imponendo il colore nero per tutte le gondole con un decreto datato 8 ottobre 1562.
Le gondole venivano costruite in cantieri sparsi in tutta la città, i cosiddetti Squeri. Erano luoghi nei quali c’era una rampa che usciva dall’acqua dalla quale si poteva facilmente varare o portare all’asciutto l’imbarcazione nel momento in cui faceva acqua, cioè quando i legni, non più saldati tra loro, cominciavano a far filtrare acqua all’interno della barca. Il più famoso, perchè più facilmente visibile dalla fondamenta opposta, ed attualmente ancora in funzione come pochi altri è lo Squero di San Trovaso. Non molto distante, ma più nascosto, si trova lo Squero di D.co Tramontin, famoso in tutto il mondo perché le sue gondole sono le più belle e le più longeve.
Per costruire una Gondola è necessario l’uso di diverse essenze di legno in relazione alla posizione del legno e al suo comportamento in relazione con gli altri legni. Viene usato il rovere per la sua durezza nella costruzione dei fianchi, i più soggetti a colpi con altre barche o sulle rive; l’abete per il fondo perchè leggero ed aiuta la scorrevolezza dell’imbarcazione; il ciliegio per i trasti perché duro e resistente alle sollecitazioni del peso, (il trasto è il traverso che unisce le due bande a prua, il posto dal quale si sale in barca); il larice per la sua resistenza all’acqua; il tiglio per la costruzione del succhetto, la posizione del gondoliere a poppa, soggetto a continuo sfregamento ed usura; il noce per la sua duttilità nella costruzione delle cornici (viene sagomato a caldo con il fuoco dopo averlo abbondantemente bagnato, scaldando la parte che viene torta e portata, pazientemente, ad avere la forma voluta); l’olmo per le costole della struttura; ed in fine il mogano che diventa omogeneo assieme alla struttura, aggregando gli altri legni.
Una volta terminata la costruzione lignea della Gondola viene opportunamente decorata ed ogni gondoliere ha la possibilità di addobbare la propria gondola con particolari abbellimenti ed accessori, il cosiddetto parecio.
Alcune gondole hanno lo specchio di poppa intagliato o dipinto quindi soggettivo in base alle esigenze del gondoliere, tutte hanno gli ottoni sia a fianco delle poltroncine che sul faral (la luce anteriore), le poltrone sono di stoffe preziose ed i cuscini che le coprono sono morbidi e colorati. Per non parlare della Forcola e dei remi, essenziali per il governo della gondola, che devono essere costruiti in relazione all’altezza di chi lo deve adoperare, del suo peso, della forza che usa per procedere con la barca, in una parola personalizzati, su misura del gondoliere.
Una associazione è nata per unire tutti i realizzatori dei componenti della Gondola. El Felze è il suo nome ed associa squerariòli e remeri, otonèri e fravi, intagiadòri e indoradòri e poi ancora marangòni e tapesièri, baretèri, caleghèri e sartori.
Proprio perchè simbolo della città la Gondola viene anche adoperata per tutte le manifestazioni che debbono mettere in risalto la venezianità dell’evento, così nelle numerose regate non possono mancare gondole e gondolieri privati che si uniscono ai cortei. Durante la Regata Storica le gondole aprono il corteo con a bordo le cariche più importanti, civili ed ecclesiastiche, gli ambasciatori ed i principi di altri stati, ma il loro uso non è esclusivo per le serenate romantiche ed addobbata a festa è il sogno di ogni sposa veneziana, che con il lungo velo bianco, i gondolieri vestiti da parada, le poltroncine dorate e lo sposo a fianco, raggiungono il massimo della felicità percorrendo il Canal Grande sapendo che gli occhi di tutti sono rivolti a loro.
Non ci sono turisti o veneziani che non vogliano fare un giro in gondola, per questo bisogna conoscere bene le Tariffe della Gondola. Per chi volesse solo dire di esserci slito, almeno per un breve tratto, può farsi traghettare da una sponda all’altra del Canal Grande con una cifra modica, ma che ha subito anch’essa un’impennata nei prezzi dall’agosto 2012. Esistono quindi due tariffe distinte per i veneziani e per i foresti: i primi per il traghetto dovranno sborsare € 0,70, i secondi € 2.00. Considerando che il prezzo era unificato a € 0,50 per tutti, l’aumento è considerevole (+40% per i veneziani, +400% per i foresti).
Resta comunque un dilemma: come faranno i gondolieri a stibilire una tariffa o l’altra? Il prezzo va in base a come un utente si veste o se ha o meno la macchina fotografica a tracolla? Sarà sufficiente tirar un saraco in venexian?
Il Ferro da Gondola
Il ferro da gondola raccoglie nella sua forma l’essenza stessa della città di Venezia.
Di grande peso e fondamentale per la stabilità dell’imbarcazione, viene montato per bilanciare il peso del gondoliere a poppa, ma ha forme e decori che evocano le peculiarità veneziane.
La forma del ferro è stata studiata nei minimi particolari perché possa concentrare in un unico oggetto, anche se parte di una entità specifica e specificante di un contesto conosciuto internazionalmente, la conformazione socio politica della città, la suddivisione geografica, con tutte le sue parti specifiche senza tralasciare nemmeno le più piccole, nonché la forma giuridica dello stato della Repubblica di Venezia.
Iniziando dalla sommità del ferro da gondola si riconosce distintamente la forma del Corno Ducale, detto anche zoia o zogia, il cappello del Doge, che è stato il simbolo del capo di governo cittadino fin dalla nascita della città. Sotto, prima dei rostri, un arco per molti sta a simboleggiare il Ponte di Rialto.
I sei rostri che in successione si allineano sulla parte frontale indicano la divisione geografica della città con i suoi sei Sestieri (sestieri appunto perché sei, non quartieri come quelli di romana memoria, che suddividevano il campo romano in quattro parti). San Marco, Castello, Cannaregio, Dorsoduro, Santa Croce e San Polo, che si dividevano a loro volta in de citra i primi tre, e de ultra i secondi, in relazione alla loro posizione di qua o di là del Canal Grande.
Tra i rostri frontali, intervallati, tre piccole forme come fossero dei merletti, i gondolieri le chiamano le foglie, indicano le tre più grandi isole dell’estuario veneziano, Murano, Burano, Torcello, sedi di importanti e fondamentali punti di riferimento della città.
Per ultima, ma non ultima, la Giudecca o Spinalonga’, che, per la sua posizione geografica, viene indicata nel ferro da gondola nella parte posteriore, nella quale spicca proprio perché unica parte esterna di una linea curva, che dalla sommità del Corno ducale arriva, come una sinuosa onda, ad accarezzare l’acqua e a fondersi in un tutt’uno con l’imbarcazione. Sinuosa onda che ricorda il percorso del Canal Grande con la sua esse rovesciata.
Il Ferro da Pope, detto anche ricciolo invece è un piccolo ricamo che dimostra la raffinatezza dei costruttori di Gondole. Un esempio su tutti. Il riccio posteriore, o da pope, su alcune gondole, essendo il punto più alto della Gondola, qualche volta è parzialmente tagliato per permettere il transito sotto i ponti anche in condizioni di Acqua Alta. In questo caso il riccio si piega su un perno e non striscia sotto i ponti durante il transito della gondola. Ovviamente il Gondoliere deve abbassarsi, in alcune condizioni addirittura sdraiarsi sullo specchio da pope, mantenendo con una mano la conduzione dell’imbarcazione.
Testo basato sull’originale dihttp://www.jumpinvenice.com
Foto
Ferri da gondola – VeniceWiki
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La gondola, la lunga nera imbarcazione che si muove sinuosa nel canali di Venezia, è uno dei più antichi simboli di Venezia, famosa in tutto il mondo.
Godersi il Giro in Gondola è un sogno per tutti i turisti che visitano la città, ma lo è anche per i veneziani. Le spose veneziane fanno ornare la Gondola a festa con fiori bianchi, si fanno accompagnare da due bei gondolieri vestiti di bianco con la cintura dorata e salgono, invidiate dalle amiche, per il più bel percorso sul Canal Grande che porterà la sposa all’altare ed al letto nuziale.
L’origine del nome è ancora da stabilire. La versione più accreditata indica che derivi dal latino cymbula, che significa barchetta, ma altre fonti indicano l’origine nelle parole greche kondùlion che indica una poco consona cassa o kountelàs che indica una nave corta. Certo l’origine non scalfisce la popolarità dell’imbarcazione, anche se l’antica forma della gondola era molto diversa dall’attuale e solo innovazione e cambiamenti hanno modificato e migliorato molto le caratteristiche tecniche e la leggerezza delle linee che ne fanno un sogno nell’immaginario collettivo.
Lunga 11 metri, larga 1,40 ed alta circa 0,65, ha una forma asimmetrica sull’asse longitudinale, quello che attraversa la barca da prua a poppa, con uno scostamento di circa 24cm a destra rispetto a quello di sinistra. Questo permette al gondoliere di manovrare con più facilità l’imbarcazione, a compensazione dello scostamento, dovendo stare sullo specchio di poppa spostato in alto sul lato sinistro, dalla parte opposta dello speciale scalmo, la Forcola.
Fin dagli albori della città gli spostamenti da isola in isola erano effettuati su imbarcazioni che, per necessità di navigazione nelle basse acque lagunari, dovevano avere fondo piatto per avere minor pescaggio e quindi potevano navigare anche su fondali molto bassi, senza arenarsi. Un antico cronista scriveva che gli abitanti delle isole lagunari avevano la barca legata fuori delle case come i cavalli nelle abitazioni della terraferma.
Per di più bisognava che il conducente potesse guardare avanti per evitare di andare a sbattere su tronchi galleggianti o sulle rive emerse delle Barene. Per migliorare la spinta ed avere un controllo maggiore, gli abitanti delle valli da pesca avevano una tecnica di remata particolare con due remi; questa tecnica viene definita appunto alla valesana.
La Voga Veneta, la voga in piedi nella parte posteriore dell’imbarcazione, diventa quindi una necessità per i veneziani, da Pope’ con l’aiuto delle Forcole i particolari scalmi che non trovano eguali in nessun’altra parte del mondo.
Prima che si potesse avere la gondola così come la vediamo oggi sono occorsi secoli di cambiamenti e miglioramenti nella costruzione della barca che più di ogni altra simboleggia Venezia. Era l’imbarcazione più comoda che esistesse per il trasporto passeggeri in laguna. Sulla parte centrale, dove sono i posti a sedere, durante la stagione fredda, veniva coperta con una particolare cabina, il Felze (si vede smontato in questa foto d’epoca di fronte al Palazzo Ducale), che permetteva l’isolamento dal freddo ed anche dal gondoliere, avendo finestrini a vetri ed una porta anteriore. Il felze era coperto completamente da un panno chiamato rassa, dal turco rascia, che veniva prodotto nelle vicinanze di San Marco nella calle che ancora oggi è Calle delle Rasse.
Nei secoli di maggior sfarzo delle casate veneziane, nel XVI e XVII secolo, le gondole a Venezia erano più di 10,000 e i nobili gareggiavano tra loro decorando le barche con ori, stucchi e colori vivaci, tanto che il Senato della Repubblica dovette intervenire per frenare questa corsa al lusso ed ostentazione di ricchezza, imponendo il colore nero per tutte le gondole con un decreto datato 8 ottobre 1562.
Le gondole venivano costruite in cantieri sparsi in tutta la città, i cosiddetti Squeri. Erano luoghi nei quali c’era una rampa che usciva dall’acqua dalla quale si poteva facilmente varare o portare all’asciutto l’imbarcazione nel momento in cui faceva acqua, cioè quando i legni, non più saldati tra loro, cominciavano a far filtrare acqua all’interno della barca. Il più famoso, perchè più facilmente visibile dalla fondamenta opposta, ed attualmente ancora in funzione come pochi altri è lo Squero di San Trovaso. Non molto distante, ma più nascosto, si trova lo Squero di D.co Tramontin, famoso in tutto il mondo perché le sue gondole sono le più belle e le più longeve.
Per costruire una Gondola è necessario l’uso di diverse essenze di legno in relazione alla posizione del legno e al suo comportamento in relazione con gli altri legni. Viene usato il rovere per la sua durezza nella costruzione dei fianchi, i più soggetti a colpi con altre barche o sulle rive; l’abete per il fondo perchè leggero ed aiuta la scorrevolezza dell’imbarcazione; il ciliegio per i trasti perché duro e resistente alle sollecitazioni del peso, (il trasto è il traverso che unisce le due bande a prua, il posto dal quale si sale in barca); il larice per la sua resistenza all’acqua; il tiglio per la costruzione del succhetto, la posizione del gondoliere a poppa, soggetto a continuo sfregamento ed usura; il noce per la sua duttilità nella costruzione delle cornici (viene sagomato a caldo con il fuoco dopo averlo abbondantemente bagnato, scaldando la parte che viene torta e portata, pazientemente, ad avere la forma voluta); l’olmo per le costole della struttura; ed in fine il mogano che diventa omogeneo assieme alla struttura, aggregando gli altri legni.
Una volta terminata la costruzione lignea della Gondola viene opportunamente decorata ed ogni gondoliere ha la possibilità di addobbare la propria gondola con particolari abbellimenti ed accessori, il cosiddetto parecio.
Alcune gondole hanno lo specchio di poppa intagliato o dipinto quindi soggettivo in base alle esigenze del gondoliere, tutte hanno gli ottoni sia a fianco delle poltroncine che sul faral (la luce anteriore), le poltrone sono di stoffe preziose ed i cuscini che le coprono sono morbidi e colorati. Per non parlare della Forcola e dei remi, essenziali per il governo della gondola, che devono essere costruiti in relazione all’altezza di chi lo deve adoperare, del suo peso, della forza che usa per procedere con la barca, in una parola personalizzati, su misura del gondoliere.
Una associazione è nata per unire tutti i realizzatori dei componenti della Gondola. El Felze è il suo nome ed associa squerariòli e remeri, otonèri e fravi, intagiadòri e indoradòri e poi ancora marangòni e tapesièri, baretèri, caleghèri e sartori.
Proprio perchè simbolo della città la Gondola viene anche adoperata per tutte le manifestazioni che debbono mettere in risalto la venezianità dell’evento, così nelle numerose regate non possono mancare gondole e gondolieri privati che si uniscono ai cortei. Durante la Regata Storica le gondole aprono il corteo con a bordo le cariche più importanti, civili ed ecclesiastiche, gli ambasciatori ed i principi di altri stati, ma il loro uso non è esclusivo per le serenate romantiche ed addobbata a festa è il sogno di ogni sposa veneziana, che con il lungo velo bianco, i gondolieri vestiti da parada, le poltroncine dorate e lo sposo a fianco, raggiungono il massimo della felicità percorrendo il Canal Grande sapendo che gli occhi di tutti sono rivolti a loro.
Non ci sono turisti o veneziani che non vogliano fare un giro in gondola, per questo bisogna conoscere bene le Tariffe della Gondola. Per chi volesse solo dire di esserci slito, almeno per un breve tratto, può farsi traghettare da una sponda all’altra del Canal Grande con una cifra modica, ma che ha subito anch’essa un’impennata nei prezzi dall’agosto 2012. Esistono quindi due tariffe distinte per i veneziani e per i foresti: i primi per il traghetto dovranno sborsare € 0,70, i secondi € 2.00. Considerando che il prezzo era unificato a € 0,50 per tutti, l’aumento è considerevole (+40% per i veneziani, +400% per i foresti).
Resta comunque un dilemma: come faranno i gondolieri a stibilire una tariffa o l’altra? Il prezzo va in base a come un utente si veste o se ha o meno la macchina fotografica a tracolla? Sarà sufficiente tirar un saraco in venexian?
Il Ferro da Gondola
Il ferro da gondola raccoglie nella sua forma l’essenza stessa della città di Venezia.
Di grande peso e fondamentale per la stabilità dell’imbarcazione, viene montato per bilanciare il peso del gondoliere a poppa, ma ha forme e decori che evocano le peculiarità veneziane.
La forma del ferro è stata studiata nei minimi particolari perché possa concentrare in un unico oggetto, anche se parte di una entità specifica e specificante di un contesto conosciuto internazionalmente, la conformazione socio politica della città, la suddivisione geografica, con tutte le sue parti specifiche senza tralasciare nemmeno le più piccole, nonché la forma giuridica dello stato della Repubblica di Venezia.
Iniziando dalla sommità del ferro da gondola si riconosce distintamente la forma del Corno Ducale, detto anche zoia o zogia, il cappello del Doge, che è stato il simbolo del capo di governo cittadino fin dalla nascita della città. Sotto, prima dei rostri, un arco per molti sta a simboleggiare il Ponte di Rialto.
I sei rostri che in successione si allineano sulla parte frontale indicano la divisione geografica della città con i suoi sei Sestieri (sestieri appunto perché sei, non quartieri come quelli di romana memoria, che suddividevano il campo romano in quattro parti). San Marco, Castello, Cannaregio, Dorsoduro, Santa Croce e San Polo, che si dividevano a loro volta in de citra i primi tre, e de ultra i secondi, in relazione alla loro posizione di qua o di là del Canal Grande.
Tra i rostri frontali, intervallati, tre piccole forme come fossero dei merletti, i gondolieri le chiamano le foglie, indicano le tre più grandi isole dell’estuario veneziano, Murano, Burano, Torcello, sedi di importanti e fondamentali punti di riferimento della città.
Per ultima, ma non ultima, la Giudecca o Spinalonga’, che, per la sua posizione geografica, viene indicata nel ferro da gondola nella parte posteriore, nella quale spicca proprio perché unica parte esterna di una linea curva, che dalla sommità del Corno ducale arriva, come una sinuosa onda, ad accarezzare l’acqua e a fondersi in un tutt’uno con l’imbarcazione. Sinuosa onda che ricorda il percorso del Canal Grande con la sua esse rovesciata.
Il Ferro da Pope, detto anche ricciolo invece è un piccolo ricamo che dimostra la raffinatezza dei costruttori di Gondole. Un esempio su tutti. Il riccio posteriore, o da pope, su alcune gondole, essendo il punto più alto della Gondola, qualche volta è parzialmente tagliato per permettere il transito sotto i ponti anche in condizioni di Acqua Alta. In questo caso il riccio si piega su un perno e non striscia sotto i ponti durante il transito della gondola. Ovviamente il Gondoliere deve abbassarsi, in alcune condizioni addirittura sdraiarsi sullo specchio da pope, mantenendo con una mano la conduzione dell’imbarcazione.
Testo basato sull’originale dihttp://www.jumpinvenice.com
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