Scuola Grande dei Carmini

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La Scuola Grande dei Carmini appartiene a quel gruppo delle sei Scuole Grandi che esercitavano a Venezia quella forma di associazionismo laico con l'obbiettivo di aiutare i confratelli poveri, diseredati, malati o infermi, sia con aiuti spirituali, sia con gesti più concreti e per questo maggiormente apprezzati, come la distribuzione di cibo o vestiti, oppure con l'assegnazione di una dote alle fanciulle meritevoli, per permettere loro di sposarsi o di entrare in convento.

La Scuola Grande dei Carmini venne fondata nel 1594, ma soltanto tre anni dopo, il 18 luglio 1597, chiese alla Repubblica il riconoscimento ufficiale e definitivo dell'istituzione, che fu concesso dal Consiglio dei X il 22 settembre dello stesso anno, consentendo, finalmente, alla cancelleria della Scuola, secondo le norme imparite fin dalla metà del trecento dal governo della città, di esercitare le proprie aspirazioni nel pieno rispetto della legalità.
Dopo diverse vicissitudini sulla ricerca del sito dove edificare la Scuola, il progetto venne affidato ad un personaggio ancora oggi completamente sconosciuto, Francesco Caustello.
I lavori iniziarono nel 1628, ma furono subito interrotti dallo scoppio, nel 1630, della pestilenza che provocò la morte di oltre un terzo della popolazione e cessò con l'impegno del doge Nicolò Contarini di erigere una chiesa nel momento in cui fosse cessata la tremenda calamità, promessa mantenuta con la costruzione della Basilica di Santa Maria della Salute conosciuta come Madonna della Salute, che porta il 21 novembre di ogni anno, migliaia di veneziani a chiedere grazia alla Madonna Nera.
Nel 1668 venne affidato l'incarico a Baldassare Longhena a costruire la facciata meridionale della Scuola, quella aggettante il Campo dei Carmini ed eseguire un riordino generale del fabbricato.
In quell'occasione le decorazioni sono state affidate a:
Nicolò e Giovanni Bambini per quanto riguarda la Cappella a piano terra;
ad Abbondo Stazio le cornici e gli stucchi delle scale e del pianerottolo intermedio;
a G.B.Tiepolo le tele della Sala Capitolare,
a Bernardino da Lugano per scolpire la Madonna col Bambino che offre lo scapolare che occupa l'altare della sala.




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