Categoria:Affreschi veneziani

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Gli affreschi a Venezia furono una delle componenti della magneficenza della città fin dal XV secolo. Molte sono le testimonianze che segnalano come Venezia fosse nel '500 la città dei colori.


Una fra tutte quella dell'ambasciatore francese Filippo de Commynes che, arrivato a Venezia nel 1495, nel suo resoconto scrisse:

...ognuno volle che mi sedessi in mezzo quei due ambasciatori (giacchè in Italia è un onore stare nel mezzo) e mi portarono lungo la strada maestra, che chiamano Canal Grande ed è davvero ampia. L'attraversano le galee e vi ho visto una nave di quattrocento tonnellate vicinissima alle case.
È la più bella strada che credo esista la mondo, fiancheggiata dalle più belle costruzioni, e va lungo tutta la città.
I palazzi sono grandi e alti, in buona pietra, quelli antichi tutti dipinti; gli altri, costruiti negli ultimi cento anni, hanno la facciata di marmo bianco che viene dall'Istria, distante cento miglia; e hanno anche qualche blocco di porfido e di serpentino sulle facciate. ...
È la città più trionfante che abbia mai visto, quella che tributa più onori ad ambasciatori e stranieri, che si governa più saggiamente e in cui il culto di Dio è celebrato più solennemente.
E per quanto possano esistere altre colpe, credo che Dio li protegga, per la reverenza che dimostrano nei riguardi cella Chiesa.

La grande percentuale di umidità dell'aria, la salsedine, la pioggia, il vento ed ovviamente il tempo impietoso hanno cancellato inesorabilmente le fatiche di famosi pittori che non hanno disdegnato di salire sulle impalcature per esibire il loro estro sulle case della città, spesso con risultati di grande bellezza, se non con autentici capolavori.


Ad iniziare a colorare le facciate delle case fu il Giorgione affrescando per primo la sua abitazione a San Silvestro e nel 1508 riceve l'ncarico dallo Stato veneziano di decorare parte delle facciate del Fondaco dei Tedeschi, appena costruito a spese della Repubblica, che egli riempì con animali, angeli, colonne, teste, corpi e trofei, per il quale ricevette un compenso di 150 ducati d'oro.

Una delle facciate del Fontego dei Tedeschi fu dipinta da Tiziano e del lavoro del grande artista ci rimangono solo due strappi eseguiti dal valente sovrintendente ai Beni Artistici e Storici, Francesco Valcanover, ed ora ammirabili presso le sale della Galleria Franchetti alla Ca' d'Oro, come la Giuditta della foto sopra.

Crociera n° 18
Crociera n° 18 - VeniceWiki
Crociera n° 12
Crociera n° 12 - VeniceWiki
Molti erano i pittori che si sono succeduti, dai primi anni del '500 a tutto il '600, quando l'arte iniziò ad affievolirsi, ad abbellire e colorare le facciate dei palazzi, delle case, delle chiese.


Pittori famosi come appunto il Giorgione e Tiziano, ma fu molto attivo il Tintoretto e non mancano Paolo Veronese, Giovanni Antonio da Poredenone, Domenico Campagnola, Jacopo Palma il Vecchio, Andrea Schiavone, Giovanbattista Zelotti, Benedetto Caliari, Giuseppe Porta detto il Salviati, Sante Zago, Aliense, Girolamo Pellegrini, Pietro Liberti, Guilio Cesare Lombrado, Girolamo da Treviso, Orazio da Castelfranco, Battista Franco, Prospero Bresciano, Battista Del Moro, Antonio Foller, Lattanzio Gambara, Camillo Ballini, Taddeo Longhi, Federico Cervelli.
 

Crociera n° 19
Crociera n° 19 - VeniceWiki
Lunetta n° 25
Lunetta n° 25 - VeniceWiki
Una così numerosa schiera di pittori da case trova la giusta scenografia in Campo Santo Stefano dove un cronista dell'epoca afferma fosse tutto un gaio scenario dipinto. Infatti c'erano tre case con affreschi del Giorgione, una con quelli del Tintoretto, Palazzo Loredan con quelli del Salviati, Palazzo Barbaro dipinto da Sante Zago, Palazzo Morosini dall'Aliense.


Ovviamente il luogo dove spiccavano più degli altri gli affreschi erano gli alti palazzi che i patrizi ed i ricchi commercianti decoravano con sfarzo. Giorgione dipinse Palzzo Pisani-Gritti ed il Palazzo Soranzo. Paolo Veronese decorò Palazzo Erizzo, Palazzo Bellavite, Palazzo Cappello e Palazzo Barbaro Nani.Il più proloifico fu il Tintoretto che affrescò una dozzina tra case e palazzi; il più noto è Palazzo Soranzo dell'Angelo dove raffigurò una battaglia tra cavalieri.

Lunetta n° 26
Lunetta n° 26 - VeniceWiki
Lunetta n° 28
Lunetta n° 28 - VeniceWiki
Il Pordenone affrescò invece il chiostro di Santo Stefano con scene tratte dai due testamenti.


Se gran parte degli affreschi esterni sono andati perduti, le poche opere che sono rimaste dovrebbero essere conosciute ed ammirate pensando proprio al tempo che è trascorso da quando queste opere sono state dipinte.

E' il caso della Ruga degli Oresi i cui affreschi sono stati recentementi restaurati ed ammirabili su quella che era il centro commerciale più importante del mondo antico.


Crociera n° 16
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Crociera n° 30
Crociera n° 30 - VeniceWiki

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