Pellestrina
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La storia
L'architettura dell'isola si può assimilare a quella minore veneziana, con le eccezioni per le costruzioni religiose.
Proprio per la sua conformazione, e per il fatto che per raggiungere questo l'isola è obbligatorio prendere un traghetto, il luogo si presta a itinerari a piedi ed in bicicletta, con la quale la si può percorrere in tutta la sua lunghezza, da Ca' Roman a Santa Maria del Mare, un tragitto lungo circa 11 chilometri.
L'origine del nome è ancora incerta. L'Olivieri lo mette in relazione con Filisto, generale e storico di Siracusa che, esiliato ad Adria, avrebbe fatto scavare dei canali che mettevano in comunicazione l'Adige e la Laguna Veneta, che allora si estendeva anche in questa zona (le fossae Philistinae). Prima di lui, il Filiasi ricordava che anticamente le fosse erano dette anche Pistrine, Pelestrine e Pilistine da cui, in ultima, il nome attuale.
Un'altra versione, più popolareggiante, lo fa derivare da pelle strana, come era quella degli abitanti, pescatori costretti a lavorare tutto il giorno in barca.
Per una serie di eventi in gran parte incerti, Albiola decadde e il porto naturale su cui sorgeva si interrò (da cui l'attuale toponimo Portosecco), unendo così le due isole.
A tutt'oggi questi sono i cognomi più diffusi dell'isola e Vianelli, Busetti, Scarpa e Zennari sono anche i quattro sestieri in cui si divide Pellestrina.
Per il possesso dell'isola vi fu un lungo conflitto tra Chioggia e Malamocco che ebbe termine solo nel 1636 quando venne stabilita la sua definitiva dipendenza da Chioggia.
Nel 1920 Pellestrina, già comune autonomo, passò a Venezia.
Geografia[2]
Il 19 agosto 2009 l'isola contava 4.126 abitanti, ripartiti tra Pellestrina (2.819), San Pietro in Volta (1.194) e Santa Maria del Mare (113).
La via di comunicazione principale è la strada comunale dei Murazzi, che percorre l'isola per tutta la sua lunghezza. All'estremità settentrionale, in località Santa Maria del Mare parte e arriva il ferry-boat che collega l'isola al Lido, mentre l'estremità meridionale è collegata tramite le motonavi a Chioggia.
I Murazzi sono degli enormi blocchi di pietra, posti a sbarramento delle acque del mare in difesa dell'isola e della stessa laguna. Si estendono lungo il litorale per quattro chilometri e tale grandiosa impresa ideata da Padre Vincenzo Coronelli, iniziata nel 1744, fu portata a termine dopo ben 38 anni di lavoro.
A ricordo dell'impresa fu posta una lapide dal Magistrato alle Acque nel 1751 che così recita:
UT SACRA AESTUARIA
URBIS ET LIBERTATIS SEDE
PERPETUUM CONSERVENTUR
COLOSSAES MOLES
EX SOLIDO MARMORE
CONTRA MARE POSUERE
CUARANTORES AQUARUM
AN.SAL.MDCCI
AB URBE CON. MCCCXXX
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