Liagò

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Dicesi Liagò o Diagò quei balconi con sottili sostegni per la copertura che, sporgendo dai prospetti degli edifici, si trovano esposti ai raggi solari, da qui il nome che potrebbe derivare dal greco Heliacon.


Sono delle piccole logge esterne, costruite a somiglianza dei chioschi orientali, che sporgono dal prospetto del palazzo e permettono una maggior esposizione al sole.

Solitamente pavimentati con lastre di marmo rosso di Verona, dello spessore variante tra gli 8 ed i 10 cm., hanno una superficie variabile tra metri 1,80 per 1,05 ed i metri 0,70 per 1,00.

Questo nella foto accanto si trova sullo sbocco di Rio di Noale verso il Canal Grande e fa parte di Palazzo Grimani, edificio costruito nel XVIII secolo su progetto di Michele Sanmicheli.
Contrariamente a quanto sostenuto da alcune leggende metropolitane, non sono dei cessi sull'acqua, ma solo delle piccole terrazze per l'esposizione al sole. Come era normale nelle grandi città medievali, si usavano i pitali per i bisogni corporali, e, normalmente venivano svuotati anche dai piani alti delle case. Questo succedeva in tutte le capitali europee, ma a Venezia le maree ed i canali aiutavano a far defluire quanto gettato dagli abitanti.

Venice, Italy - Palazzo Barbarigo
Venice, Italy - Palazzo Barbarigo - Notre Dame Architecture Library
Come nell'Altana una volta le signore si lavavano i capelli con dei trattamenti particolari per renderli biondi e splendenti, e si mettevano anche sui liagò ad asciugarli al sole proteggendosi la testa con cappelli senza fondo a larghe falde, sulle quali stendevano sparsi le folte chiome.


 Per avere una visione di come fossero, è sufficiente visionare alcuni quadri di Jacopo Bellini, tra i quali il Mistero della Croce.

Nella Foto Storica di Palazzo Pisani Moretta, indicato in questo caso come Palazzo Barbarigo, si nota il Liagò dell'adiacente Palazzo Barbarigo della Terrazza.