Loggetta del Sansovino

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Venice, Italy - Loggetta di San Marco
Venice, Italy - Loggetta di San Marco - Notre Dame Architecture Library
La Loggetta del Sansovino fa parte di una visione della Piazza San Marco che inizia con la costruzione della Libreria Sansoviniana, che fa parte della Biblioteca Nazionale Marciana, e termina con la Chiesa di San Geminiano che, chiudendo la Piazza, dava un continuum alla produzione del proto al quale erano affidati gli incarichi delle costruzioni della Serenissima.


Il figlio Francesco Sansovino descrive, nel celeberrimo Venetia Città Nobilissime et Singolare, datato 1581, in questo modo il lavoro del padre:

A pie del campanile di rimpetto alla porta di Palazzo è situata la Loggetta, antica per istituto, e rovinata del 1489 per la furia d'una saetta, la quale percotendo la cima del campanile, mandò tanta materia a terra, che distrusse quasi ogni cosa.

Rifatta adunque con l'architettura e Sansovino bene ordinata e intesa di lavoro Corinthio, ha nella faccia sua ornamenti di molto artificio con significati esquisiti. Perciochè nelle nicchie, che sono a punto quattro, vi sono quattro statue di bronzo, di mano del detto Sansovino. L'una figurata per Pallade, l'altra per Apollo, la terza per Mercurio e la quarta per la Pace. Diceva l'auttore di esse statue, quando rendeva ragione della fattura e del ritrovato loro, che la città di Venezia ha di gran lunga avanzato tutte l'altre Repubbliche con la diuturnità del tempo, col mezzo del suo meraviglioso governo, e essendo nel suo primo stato. Questo mantenimento (diceva egli) non può dirsi che sia proceduto da altro effetto, che da una somma sapienza de suoi Senatori, conciosia che avendole dato buon fondamento con la religione e con la giustizia, è durata e durerà lungamente.

Havendo adunque gli antichi figurata Pallade per la sapientia, ho voluto (diceva egli) che questa figura sia Pallade armata e in atto pronto e vivente, perchè la sapientia di questi padri nelle cose di Stato è singolare e senza pari alcuno.


E favellando poi della statua di Mercurio soggiungeva. Et perchè tutte le cose prudetemente pensate e disposte, hanno bisogno di essere esposte con eloquenza, perciochè le cose dette con facondia, hano molto più forza ne gli animi di coloro che ascoltano, che quelle che si espongono senza eloquenza, e in questa Repubblica la eloquenza ha sempre avuto gran luogo, e gli huomini eloquenti vi sono stati in numero grande e in sommo grado di reputazione, ho voluto figurar Mercurio, come significativo delle lettere e della eloquenza.

Quest'altro ch' è Apollo, esprime, che sì come Apollo significa il Sole, e il Sole è veramente un solo e non più, e però si chiama Sole, così questa Repubblica per costituzioni di leggi, per unione, e per incorrotta libertà, è una sola nel mondo senza più, regolata con giustitia e con sapientia. Oltre a ciò si fa per ognuno, che questa nazione si diletta per ordinario della musica, e però Apollo è figurato per la musica. Ma perchè dall'unione dei Magistrati che sono congiunti insieme con temperamento indicibile, esce inusitata harmonia, la qual perpetua questo ammirando governo, però fu fabricato l'Apollo.


L'ultima statua è la Pace, quella Pace tanto amata da questa Repubblica, per la quale è cresciuta à tanta grandezza, e la quale la costituisce Metropoli di tutta Italia, per i negotij da terra e da mare. Quella Pace dico ch'il Signor diede al Protettor di Venetia, San Marco, dicendogli Pax Tibi Marce Evangelista Meus. La quale dalla religione, dalla giustitia, e dall'osservanza delle leggi, proviene in quella maniera che esce il concetto di una ben concorde harmonia. Così diceva egli.

Nei tre quadri di basso rilievo posti di sopra alle predette quattro figure si contiene il dominio e la Signoria di terra ferma e di mare. Conciosia che nel quadro di mezzo siede una Venetia in forma di Giustitia, sotto alla quale sono distesi i fiumi che versano acqua, e questi rappresentano le città di terra. Nell'altro quadro da parte di mare è scolpita Venere significativa del Regno di Cipro, come quella che fu Dea e Regina di quel Regno. Dall'altro lato è un Giove che fu Re di Candia, la cui sepoltura, come afferma Lattantio Firmiano, stette lungamente in quell'isola, e appresso vi è il Laberinto, dove abitava il Minotauro, e accoche si conosca che la figura sia Giove, vi è una aquila in aria che gli porge una verga reale, e tutte queste cose sono espressive dell'Isola di Candia.

In faccia della porta maestra cioè della loggia, è collocata una nicchia sopra il seggio dei Procuratori, nella è una imagine di Nostra Donna con San Giovanni Battista bambino di tutto tondo, tenuta in molto pregio da gli intendenti, e fu di mano d'esso Sansovino. Serviva la suddetta Loggia ne gli anni andati per ridotto de nobili, i quali nei tempi così di verno come di state, si passavano il tempo in ragionamenti. Ma cassato quest'uso, sta serrata nella maggior parte, fiori che ne giorni che si fa gran Consiglio. Perciochè allora i Procuratori (toccando la volta a vicenda ad ogni Procuratoria) vi stanno alla guardia, fino che i nobili escono di Consiglio, per ordine dell'anno 1569, nel qual seguì quello horibile incendio dell'Arsenale.

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