Molo

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Il Molo di San Marco era il punto in cui attraccavano le imbarcazioni per scaricare le merci per la Zecca o per gli antichi Granai che esistevano sull'area dove si trovano attualmente i Giardinetti Reali.

Era in questo punto in cui scendevano a terra gli ambasciatori delle maggiori potenze straniere colpiti dalla maestosità del Palazzo Ducale, dalla grandiosità della Zecca, prima di recarsi nella Basilica di San Marco.
Lo sciabordio della Gondola sulle acque continuamente mosse del Bacino di San Marco accompagnano la visione di questo splendido angolo della città, uno dei più fotografati al mondo, cartolina non originale, ma sempre efficace, per una visita anche breve della città unica al mondo.

 
Sul Molo si ergono le due colonne monolitiche di granito sulle quali troneggiano le sculture di San Marco, il patrono di Venezia nella sua rappresentazione classica, cioè il Leone di San Marco e quella di San Teodoro che uccide il drago, il precedente protettore della città prima di essere spodestato da San Marco. Proprio in mezzo alle due colonne venivano eseguite la condanne capitali ed il condannato era rivolto verso la Torre dell'Orologio, tanto che è rimasto, ad imperitura memoria, il motto Varda che te fasso vedar mi che ora che xe (traduzione= Comportati bene altrimenti puoi finire in mezzo alle due colonne a guardare l'ora della tua esecuzione).



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