Visitare la Torre dell'Orologio

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La Torre dell'Orologio è uno degli spettacoli che un vistatore attento non può perdere. Dalla cima della torre si rimane incantati dallo splendido panorama al quale ci si prospetta.

Le fotografie possono a malapena essere di aiuto a comprendere tale bellezza. Solo una visita riesce a dare piena luce di quanto sia incantevole il luogo.

La Torre dell'Orologio, per la sua difficoltà ad ospitare un numero cospicuo di visitatori, è visitabile solo per appuntamento.

Chiamando il 848082000, oppure dall'estero al +39 041 42730892, è possibile fissare la data e l'ora con una prenotazione telefonica, per un numero non superiore a 12 persone a visita.
Il punto d'incontro sarà alle biglietterie del Museo Correr dove la guida distribuirà i biglietti e vi condurrà all'ingresso della Torre dopo aver attraversato la Piazza San Marco e aver imboccato il portico che conduce alla Mercerie.
L'ingresso è un piccolo e stretto portone in ferro, si potrebbe dire quasi insignificante, che difficilmente si nota fra le grandi vetrine dei negozi che si trovano nelle Mercerie.
Verrà chiesto ai visitatori di lasciare gli oggetti ingombranti, zaini o ombrelli, in uno stanzino dopo aver percorso pochi gradini. Le strette scale ed i numerosi gradini sarebbero difficili da percorrere con oggetti ingombranti. Bisogna ricordarsi di portare la macchina fotografica per immortalare lo stupendo paesaggio che vi comparirà sulle terrazze e dalla cima della Torre dell'Orologio.

La visita ai diversi piani della Torre dell'Orologio comprende la visione dei pesi e contrappesi che fanno funzionare il meccanismo e, al piano superiore, la macchina vera e propria dell'orologio, il cuore che pulsa al centro della torre. Queste sono poste rispettivamente al primo e al secondo piano di questa torre stretta ed alta.

Oggi i contrappesi vengono sollevati elettricamente non appena toccano il pulsante di fine corsa. Prima dell'avvento dell'elettricità era l'aggiustatore a caricare a mano tutti i meccanismi, con una serie di pulegge e manovelle.
Gran parte del meccanismo è quello antico, ma alcune parti, quelle più usurate, sono state rifatte uguali e sostituite durante il restauro concluso nel 2006.

Al piano superiore del meccanismo dell'orologio, al terzo piano, si trovano le statue dell'Angelo con la tromba e i Tre Magi, rifatte verso la fine del '700, che il giorno dell'Epifania e durante la settimana che precede la festa dell'Ascensione, Sensa, passando davanti alla Madonna con il bambino, si inchinano davanti a Lei, uscendo sulla facciata della torre e rientrando dalle due porticine a fianco della statua della Madonna che usualmente sono occupate da quei tamburi azzurri che segnano l'ora. Il meccanismo che fa funzionare sia i tamburi della ore che le statue è sempre lo stesso.
Le porte che si trovano dietro le statue sono quelle originali del '400. Vengono riposizionate sulle uscite della torre quando l'Angelo e i Magi vengono fatti uscire, come sidiceva, nei giorni dell'Epifania ed nella settimana che precede l'Ascensione.
Il piano superiore è uno spettacolo da non perdere. Si accede alle due terrazze che guardano la Piazza San Marco, la Basilica di San Marco, il Bacino di San Marco in un unico panorama mozzafiato della grandezza e della potenza della Serenissima.
L'ultima scala porta ai piedi dei due Mori che sovrastano di tre gradini la terrazza di accesso. In questo modo diventano ben visibili da terra ogni volta che rintoccano le ore.

Sono particolarmente belli, visti così da vicino. Il busto gira attorno ad un perno ad ogni rintocco della campana e sono i pesi posti al primo piano che permettono al meccanismo di compiere questo continuo e quasi perpetuo moto che ogni giorno affascina ed incanta i veneziani ed i turisti che ogni anno passano davanti a più di seicento anni di storia e potenza nel mondo antico, che questa torre rappresenta.
Questi dei grandi bronzi rappresentano il tempo che passa. Visti da vicino si intendono chiaramente i riferimenti alla giovinezza nel primo, con il volto glabro e la pelle liscia, ed alla vecchiaia il secondo, con la barba lunga e la fronte corrucciata.
Stanno ad indicare quanto velocemente passi il tempo, ma, essendo in bronzo, si sono immediatamente ossidati prendento il colorito bruno che li contraddistingue, diventando così i Mori.