Chiesa di Santo Stefano

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Informazioni

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Indirizzo San Marco - Campo Santo Stefano
Stile architett. Gotico veneziano
Architetto anonimo
Completamento 1656

La grande Chiesa di Santo Stefano venne costruita dai frati Eremitani di Sant'Agostino fra il 1264 ed il 1274 a fianco del loro monastero che prospetta sul Rio di Sant'Angelo, acquisendo numerosi edifici per costruire la chiesa dedicata al primo martire della storia cristiana, Santo Stefano.
Nel 1407 venne profondamente modificata ed ampliata, tanto da oltrepassare il Rio del Santissimo, che attualmente si trova sotto la struttura della cappella maggiore.
La facciata, aggettante sulla stretta strada che congiunge Campo Santo Stefano con Campo Sant'Angelo, diventa poco visibile, ma il grande portale, probabilmente opera di Bartolomeo Bon, con l'arco ogivale dove si svolge un elegante motivo vegetale rampante sul quale spicca il busto del Padre Eterno, è un elemento che spicca nella sua maestosità sulla facciata in cotto della chiesa.
All'interno, nelle tre navate che compongono la chiesa, una innumerevole mole di opere d'arte si staglia a tutto tondo. A cominciare con la maestosa lastra bronzea della tomba di Francesco Morosini detto il Peloponnesiaco, opera di Antonio Gaspari e Filippo Parodi, mentre sopra l'ingresso il monumento equestre dedicato a Domenico Contarini.
Si continua a destra con il monumento funebre di Antonio Zorzi, eseguito da Alessandro Vittoria, e sulla parte opposta il monumento funebre di Jacopo Surian, opera quattrocentesca di Giovanni Buona, con accanto la Madonna con Bambino di Giovanni Battista Groppelli.
Si susseguono opere di Baldassare Longhena, Giulio del Moro, ancora Alessandro Vittoria, Gerolamo Campagna, Benedetto Corbarelli.
Anche nelle due sagrestie si trovano opere senza eguali di Jacopo Tintoretto, Antonio Vivarini, Bonifacio de Pitati, con accanto il Chiostro delle sculture fra le quali si trovano opere di Jacobello e Pier Paolo delle Masegne, Pietro Lombardo, Tullio Lombardo, Giovanni Buora, Gian Maria Mosca e la stele funeraria di Giovanni Falier opera di Antonio Canova.


Appartenente al circuito Chorus (Associazione per le chiese del Patriarcato di Venezia)


Mappa

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