Chiesa di San Martin
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Dove si trova
La Chiesa di San Martino si trova nel Sestiere di Castello, nelle immediate vicinanze del Campo dell'Arsenale.
Questa chiesa apparterrebbe a quell'esiguo numero di chiese già presenti a Venezia prima del 810, data di trasferimento del governo della città da Malamocco a Rialto.
Ridisegnata e riorientata da Jacopo Sansovino nella seconda metà del XVI secolo, presenta pianta quadrata con due cappelle ad ogni angolo e presbiterio con soffitto a volta.
Sul fianco della chiesa si trova l'Oratorio della Scuola di San Martino, diventata la Scuola dei Calafati dell'Arsenale.
Sul portale dalla scuola uno splendido bassorilievo quattrocentesco in pietra d'Istria raffigura San Martino mentre dona il suo mantello al povero. Questa scultura sembra sia il modello a cui si ispirò il primo pasticcere veneziano per eseguire il dolce tradizionale il pasta frolla che viene regalato ai bambini per l'11 novembre. Si noti la la posizione del cavallo, la spada tenuta dal cavaliere, proprio come i dolcetti di pasta frolla. Manca solo il poverello, ma in fin dei conti la festa è del santo a cavallo!
La storia
San Martino di Tours nacque da genitori pagani a Sabria, Pannonia nel 315 ca.
A 15 anni, obbedendo al padre, s'arruolò nell'esercito; in questo tempo sarebbe avvenuto il celebre episodio in cui il santo donò metà del suo mantello a un povero.
Dopo il battesimo però abbandonò la vita militare. S. Ilario di Poiteirs l'ordinò esorcista. Soggiornò a Milano e sull'isola Gallinara fu molto molestato dagli ariani per la sua ortodossia.
Raggiunse a Poiteirs Ilario, appena ritornato dall'esilio (360) e venne ordinato sacerdote; l'anno dopo fondò a Ligugè il primo monastero delle Gallie. Nel 371 fu eletto vescovo di tours dove fu sepolto alla sua morte avvenuta nel 397.
Benemerito della evangelizzazione dei villaggi fino allora pagani, la sua predicazione e la voce dei miracoli che l'accompagnarono ne fecero l'apostolo delle Gallie.
La tradizione
Essi avevano le proprie Mariegole nella Scoletta adiacente la Chiesa di San Marcuola e presso l'antichissima Chiesa di Santa Croce, nell'omonimo sestiere, successivamente demolita nel 1806.
Risulta dagli archivi che oltre l'80% delle pasticcerie fosse gestita dai Grigioni, per i quali il Senato Veneziano aveva emanato speciali leggi di favore.
Sul finire della Repubblica, a causa dell'avversa situazione politica, i Grigioni si videro costretti a malincuore a lasciare la città, portando con sè e diffonfendo nelle maggiori città europee la tradizionale pasticceria veneziana.
La ricorrenza di San Martino coincideva con la fine dei lavori agricoli che, dopo la pausa invernale sarebbero ripresi nella primavera successiva.
Per solennizzare l'avvenimento i patrizi veneti, nelle loro magnifiche ville di terraferma, allestivano ricchi e sontuosi banchetti ai quali partecipavano tutti i loro villani ed era tradizione concludere la festa con un dolce di pasta frolla a forma di San Martino.
San Martin xe andà in sofita
a trovar ea so novizza
ea so novizza no ghe gera
San Martin xe andà par tera
...e col nostro sachetin
cari signori xe San Martin
Ricerca storica eseguita da Germano Rizzo presso:
Biblioteche di Samedan e San Murezzan (Alta Engandina)
Biblioteca e Archivio di Coira
Biblioteca Marciana di Venezia