Lazzaretto

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L'isola del Lazzareto Vecchio

Storicamente la sua posizione ha fatto sì che fosse un punto di riferimento nel sistema portuale di Venezia. Già in epoca romana infatti fu presente come supporto logistico alla navigazione lagunare. In epoca medioevale era destinata alla coltivazione della vite da cui il nome Vigna murada ed era gestita dai monaci di San Giorgio.
E’ del 1015 la prima menzione in un atto notarile:



qui dicit Muraria cum saline octo (…) cum muro circondata, cum vineis



et puteis, cum casas et salinas insimul cum se tinente.

 




Tra il quattordicesimo e il quindicesimo secolo vennero edificati un piccolo ospizio e una chiesetta dedicata a San Bartolomeo, successivamente inglobata nelle strutture di contumacia.


Con un decreto del 18 luglio 1468 il Senato veneziano decide di espropriare l’isola ai monaci per destinarla alla realizzazione del Lazzaretto Nuovo, da cui il nome attuale dell’isola.


 


Il primo lazzaretto, infatti, era situato sull’isola di Santa Maria di Nazareth, ma la struttura non era sufficiente. Il Senato affidò ai Provveditori al Sal il compito di costruire il nuovo ospedale e di versare ogni anno ai monaci di San Giorgio Maggiore un affitto di 50 ducati, cifra corrisposta ogni anno continuativamente sino alla caduta della Repubblica nel 1797.


Mentre al Lazzaretto Vecchio erano destinate le persone già ammalate di peste in quello nuovo vi restavano in contumacia sia le persone che erano state esposte al rischio di contagio sia le merci e gli equipaggi delle navi mercantili in arrivo in laguna, sospettate di recare il terribile morbo.


Nel 1561 i Procuratori di San Marco avviarono una radicale ristrutturazione dell’insediamento e vennero costruiti due “tezoni”, ovvero due magazzini.


 


Il “tezon grando” era destinato alla quarantena delle merci delle navi sospette, che si dichiaravano tali esponendo una bandiera gialla.


Sulle mura del Tezon Grando sono state rinvenute, sotto un provvidenziale strato di calce, una serie di scritte di grande interesse storico-etnografico realizzate dai facchini addetti alla movimentazione delle merci. Le scritte riportano annotazioni sull’arrivo delle navi, disegni vari e i segni mercantili.


Il Lazzaretto viene descritto dai documenti dell’epoca come “opera nuova et apparecchiata magnificamente per tal effetto. La quale a chi la vede da lontano ha forma di castello ben guarnito”; la struttura, di forma quadrangolare era dotata di oltre cento camere dove si ospitavano le persone sospette di essere malate: i ricoverati, se colpiti dalla malattia, venivano trasferiti al lazzaretto vecchio, altrimenti, dopo ventidue giorni venivano dimessi.





La destinazione d’uso dell’isola rimase tale sino alla fine del diciottesimo secolo. Con la caduta della Repubblica e l’avvento dei francesi l’isola venne destinata all’utilizzo militare come polveriera e il Tezon Grando subì delle sostanziali modifiche tra cui la chiusura degli archi. Nel 1844 il catasto austriaco conferma l’avvenuta conversione in caserma. L’isola restò sotto la gestione del Ministero della Difesa fino al 1975 quando passò a far parte del demanio civile.


 

L’isola oggi

Attualmente sull’isola sono rimaste le mura fortificate, vi sono due “torresin della polvere” del XVI secolo, piccoli edifici dalle poderose mura in pietra destinate alla custodia delle polveri da sparo. In uno dei due torresini è stata recentemente allestita una piccola mostra didattica sulle barene e sugli interventi del progetto “Life-natura” dell’Unione Europea. All’interno dell’altro torresino vi è allestito un piccolo museo con i reperti archeologici rinvenuti sull’isola. All’interno delle mura si trova il Tezon Grande, recentemente restaurato in cui si possono ammirare le scritte e l’originale pavimentazione di cotto. L’area all’interno delle mura è un grande prato molto curato dove si possono vedere le antiche strutture recentemente scavate, l’antica chiesetta di S. Bartolomeo e la casa del priore del lazzaretto. Vi è anche uno splendido doppio filare di gelsi secolari. Al di fuori delle mura si trovava il cimitero che è stato recentemente oggetto di indagine archeologica.

L’isola del Lazzaretto Nuovo si trova all’ingresso della laguna, di fronte al litorale di Sant'Erasmo ed è raggiungibile dalle Fondamenta Nuove col vaporetto ACTV, linea 13 (fermata su richiesta).
Di proprietà dello stato, è attualmente in concessione all’EKOS CLUB ONLUS, che nel corso degli ultimi vent’anni ne ha curato, insieme L’Archeoclub di Venezia, il recupero e ha promosso diverse campagne di scavi archeologici che hanno portato alla luce pavimentazioni e fondazioni degli edifici del lazzaretto del XV secolo.

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