Lazzaretto Nuovo

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Isola della Laguna Nord di Venezia raggiungibile prendendo il vaporetto di linea numero 13 dalle Fondamente Nove, che collega le isole delle Vignole, Sant'Erasmo e Cavallino Treporti (la fermata va richiesta al comandante alla partenza del vaporetto).

Il Lazzaretto Nuovo rappresenta un'area di grande interesse storico–archeologico e è avamposto naturalistico di un ecosistema in via d'estinzione qual è quello lagunare. Data in concessione dal Demanio dello Stato ai volontari dell’associazione Ekos Club, si può dire una delle poche isole "fortunate" che sono state riportate alla collettività dopo decenni di abbandono. Tetimonianze pittoriche e edifici monumentali raccontano la storia ultracentenaria dell'isola, dapprima sede di un monastero benedettino intorno al Mille, poi luogo di prevenzione sanitaria per conto della Serenissima (in quest'isola è nata ad esempio la parola "Quarantena"), quindi oggetto di dominazione militare da parte degli Austriaci nell'Ottocento (inserita nel Parco delle Fortificazioni e collegata alla Torre Massimiliana di Sant'Erasmo) e infine dell'Esercito Italiano fino alla metà degli anni Settanta del Novecento.

Dalla metà degli anni Ottanta il Lazzaretto Nuovo ha vissuto via via una decisa azione di recupero, grazie anche ai restauri della Soprintendenza e ai Campi di Archeologia organizzati dalla sede di Venezia dell'Archeoclub d'Italia; ospita inoltre mostre ed eventi culturali e accoglie attualmente circa quindicimila visitatori all'anno, fra studenti e appassionati provenienti da tutto il mondo.

Da Aprile ad Ottobre il Lazzaretto Nuovo è visitabile unicamente il Sabato e la Domenica con due visite guidate al giorno: alle ore 9.45 e alle ore 16.30 (cioè in corrispondenza con l'arrivo dei vaporetti Actv). Altrimenti, per gruppi, su prenotazione.

Info presso Ekos Club: tel 041.2444011 http://www.lazzarettonuovo.com


Storia dell'isola

Storicamente la sua posizione ha fatto sì che fosse un punto di riferimento nel sistema portuale di Venezia. Già in epoca romana infatti fu presente come supporto logistico alla navigazione lagunare. In epoca medioevale era destinata alla coltivazione della vite da cui il nome Vigna murada ed era gestita dai monaci di S. Giorgio.

E’ del 1015 la prima menzione in un atto notarile:

qui dicit Muraria cum saline octo (…) cum muro circondata, cum vineis et puteis, cum casas et salinas insimul cum se tinente.

Tra il quattordicesimo e il quindicesimo secolo vennero edificati un piccolo ospizio e una chiesetta dedicata a S. Bartolomeo, successivamente inglobata nelle strutture di contumacia.

Con un decreto del 18 luglio 1468 il Senato veneziano decide di espropriare l’isola ai monaci per destinarla alla realizzazione del Lazzaretto Nuovo, da cui il nome attuale dell’isola.

Il primo lazzaretto, infatti, era situato sull’isola di S. Maria di Nazareth, ma la struttura non era sufficiente. Il Senato affidò ai Provveditori al Sal il compito di costruire il nuovo ospedale e di versare ogni anno ai monaci di san Giorgio Maggiore un affitto di 50 ducati, cifra corrisposta ogni anno continuativamente sino alla caduta della Repubblica nel 1797.

Mentre al lazzaretto vecchio erano destinate le persone già ammalate di peste in quello nuovo vi restavano in contumacia sia le persone che erano state esposte al rischio di contagio sia le merci e gli equipaggi delle navi mercantili in arrivo in laguna, sospettate di recare il terribile morbo.

Nel 1561 i Procuratori di San Marco avviarono una radicale ristrutturazione dell’insediamento e vennero costruiti due “tezoni”, ovvero due magazzini.

Il “tezon grando” era destinato alla quarantena delle merci delle navi sospette, che si dichiaravano tali esponendo una bandiera gialla.

Sulle mura del Tezon Grando sono state rinvenute, sotto un provvidenziale strato di calce, una serie di scritte di grande interesse storico-etnografico realizzate dai facchini addetti alla movimentazione delle merci. Le scritte riportano annotazioni sull’arrivo delle navi, disegni vari e i segni mercantili

Il Lazzaretto viene descritto dai documenti dell’epoca come “opera nuova et apparecchiata magnificamente per tal effetto. La quale a chi la vede da lontano ha forma di castello ben guarnito”; la struttura, di forma quadrangolare era dotata di oltre cento camere dove si ospitavano le persone sospette di essere malate: i ricoverati, se colpiti dalla malattia, venivano trasferiti al lazzaretto vecchio, altrimenti, dopo ventidue giorni venivano dimessi.

La destinazione d’uso dell’isola rimase tale sino alla fine del diciottesimo secolo. Con la caduta della Repubblica e l’avvento dei francesi l’isola venne destinata all’utilizzo militare come polveriera e il Tezon Grando subì delle sostanziali modifiche tra cui la chiusura degli archi. Nel 1844 il catasto austriaco conferma l’avvenuta conversione in caserma. L’isola restò sotto la gestione del Ministero della Difesa fino al 1975 quando passò a far parte del demanio civile.