Festa del Redentore

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Si celebra nella terza domenica di luglio la Festa del Redentore. E' una delle solennità più sentite a Venezia ed è preceduta, nella sera del sabato, da splendidi fuochi d’artificio che durano più di quaranta minuti.

I fuochi d'artificio iniziano, di solito, alle 23,30, ma per trovare uno spazio che dia la possibilità di vederli con comodo, molti portano sedie e tavoli già il giorno precedente, mentre le cuoche preparano le specialità della festa, faraona e sardee in saor.

Ogni anno viene anche costruito per l’occasione un ponte di barche che collega la Fondamenta delle Zattere con il Campo del Redentore, antistante la Chiesa del Redentore, costruita come voto per la fine della pestilenza che nel 1576 imperversava in città causando moltissimi decessi, perché il Doge ed il Senato veneziano potessero recarvisi in processione. Solitamente aperto dalle ore 19,30 del sabato, viene chiuso durante lo spettacolo pirotecnico, per essere riaperto subito dopo il termine dei fuochi. Viene mantenuto aperto per tutta la domenica, Festa del Redentore, con la processione aperta dal Patriarca e poi tolto già il lunedì.


Nel febbraio del 1575 quando parte di Palazzo Ducale bruciò a causa di un devastante incendio che distrusse gran parte dell’affresco del Guariento in Sala del Maggior Consiglio e numerose opere dei più grandi artisti veneti, Gentile Bellini, Tiziano, Jacopo Palma il Giovane, nessuno poteva presagire ciò che sarebbe successo dopo poco tempo.


Nei primi giorni del mese di luglio cominciarono ad ammalarsi di peste le prime persone ma il governo della città non considerò nel giusto modo l’epidemia, sottovalutando le conseguenze che si sarebbero potute creare, così già alla fine di settembre il morbo aveva mietuto numerose vittime e il tardivo spostamento degli ammalati nell’Isola del Lazzaretto Vecchio, la messa in quarantena delle persone che avevano avuto contatti con gli ammalati nell’Isola del Lazzaretto Nuovo o il ricovero o su imbarcazioni dei mendicanti e dei viaggiatori, affievolirono soltanto l’espandersi della terribile malattia. Il 4 settembre 1576 il Senato veneziano decretò di erigere una chiesa intitolata al Redentor nostro con il voto che ogni anno sua Serenità e i suoi successori anderanno solennemente a visitare la predetta Chiesa a perpetua memoria del beneficio ottenuto.

Redentore
Redentore -
Fu così che la terza domenica del mese di luglio del 1577 il Doge Sebastiano Venier proclamò la fine della pestilenza ed incaricò Andrea Palladio alla progettazione ed alla costruzione dello splendido tempio dedicato al Redentore come ringraziamento per la fine del contagio.


Per recarsi all’Isola della Giudecca vennero accostate più di ottanta galee per sorreggere il ponte attraverso il quale il Doge e le Scuole Grandi portarono solennemente al tempio la devozione e il ringraziamento per la passata paura. Da allora, una tradizione che dura anche oggi, un ponte di barche viene gettato, ed inaugurato il sabato sera ale 18,00, tra la riva delle Zattere e la Giudecca, proprio di fronte la Chiesa, perché ogni anno la popolazione, preceduta dalle personalità politiche e religiose, possa andare in processione al tempio votivo.

Ne segue una festa colorata e rumorosa. Colorata per tutte le luci che per tradizione adornano le barche e le rive, con palloncini di carta illuminati internamente e festoni sulle imbarcazioni. Rumorosa per i botti che disegnano nel cielo notturno fasci di luce colorata, portando gioiosa allegria alle brigate che si sono ritrovate tutte assieme nelle loro imbarcazioni a mangiare sarde in saor oppure l’anara con l’immancabile anguria, (cocomero).


La sagra religiosa (ma soprattutto il suo risvolto pagano) è, come si diceva, molto sentita dai veneziani, anzi visto che si effettua nelle acque del Bacino di San Marco, si può considerare l’ultima festa rimasta ai veneziani, anche se è divenuta internazionale e richiama genti da ogni dove. Ne sono prova le numerose barche private da crociera che nei giorni dedicati alla festa ormeggiano lungo la riva delle Zattere.
I punti migliori dai quali sono ben visibili i fuochi d’artificio sono ogni anno presi d’assalto da tantissime persone che arrivano nel primo pomeriggio per occupare i posti per vedere lo spettacolo pirotecnico. Nella piantina sotto sono indicati i punti migliori, ma, in relazione al fatto che molti fuochi sono particolarmente alti, anche da più lontano sono comunque ben visibili.

Proprio perché sono i posti migliori per vedere i fuochi d'artificio la riva della Piazzetta San Marco, la Riva degli Schiavoni, le Zattere, le Fondamenta della Giudecca, ma anche il Ponte dell'Accademia o addirittura il Ponte automobilistico della Libertà, sono stracolmi di gente, tutta ferma con il naso all’insù e pronta a commentare con rumorosi Hoo i sciochi più bei. Solo quando vengono fatti esplodere i tre petardi che indicano la fine dei fuochi, tutti riprendono le proprie faccende lasciate prima dell'avvio dello spettacolo pirotecnico.
Qui sotto è indicata la mappa degli zatteroni da dove vengono lanciati i fuochi e i posti migliori dai quali guardare lo spettacolo pirotecnico nel miglior modo possibile.