Chiesa del Redentore

Informazioni

 

redentore1

 

Indirizzo Giudecca
Stile architett. Neoclassico
Architetto Palladio
  • la Natività di Cristo, 1584-88, sul primo altare a destra di Francesco Bassano;
  • della bottega di Paolo Veronese, il Battesimo di Cristo, sul secondo altare a destra;
  • di Domenico Tintoretto, la Flagellazione di Cristo, del 1588 circa, sul terzo altare a destra;
  • della scuola di Paolo Veronese l’Ascensione di Cristo nel primo altare a sinistra;
  • di Francesco Bassano la Resurrezione di Cristo 1584-88 nel secondo altare a sinistra;
  • di Jacopo Palma il Giovane il Trasporto di Cristo al sepolcro nel terzo altare a sinistra.
  • L’altare maggiore si presenta ricco e composito nella sua monumentalità e presenta bassorilievi marmorei raffiguranti la Salita al Monte Calvario sul pagliotto e la Deposizione della croce sul retro.
  • A fianco vi sono due statue bronzee di rara bellezza raffiguranti San Marco e San Francesco di Gerolamo Campagna realizzate nel 1590.
  • Il coro posizionato dietro alle quattro colonne corinzie dell’esedra è illuminato in modo suggestivo da cinque finestre. Dal coro si può accedere alle due sacrestie, quella di sinistra viene utilizzata per attività devozionali, quella di destra, invece, è un vero e proprio piccolo museo visitabile “su richiesta” che raccoglie una quarantina di opere legate al culto mariano e al culto delle reliquie dei santi.
  • Tra queste si segnalano:
  • la tavola della Madonna con Bambino e due angeli musicanti di Alvise Vivarini, incastonata come un gioiello in una preziosa cornice di legno, databile al 1500;
  • la statua della Madonna con Bambino attribuita a Jacopo Sansovino;
  • San Giovanni Battista di Jacopo Bassano del 1566 circa;
  • Battesimo di Cristo di Paolo Veronese del 1561;
  • Madonna con Bambino tra San Giovannino e Santi Gerolamo, Anna, Francesco e Caterina d’Alessandria di Jacopo Palma il Giovane del 1581 circa.

Proprio di fronte alla sua facciata, in occasione della Festa del Redentore, ogni terzo sabato di luglio, avviene una delle feste più importanti e sentite della città. Per l’occasione viene costruito un lunghissimo ponte di barche che attraversa tutto il canale della Giudecca e termina alle Zattere per permettere ai devoti di accedere più facilmente alla chiesa.

Appartenete al circuito Chorus ( Associazione per le chiese del Patriarcato di Venezia)

 

  • la Natività di Cristo, 1584-88, sul primo altare a destra di Francesco Bassano;
  • della bottega di Paolo Veronese, il Battesimo di Cristo, sul secondo altare a destra;
  • di Domenico Tintoretto, la Flagellazione di Cristo, del 1588 circa, sul terzo altare a destra;
  • della scuola di Paolo Veronese l’Ascensione di Cristo nel primo altare a sinistra;
  • di Francesco Bassano la Resurrezione di Cristo 1584-88 nel secondo altare a sinistra;
  • di Jacopo Palma il Giovane il Trasporto di Cristo al sepolcro nel terzo altare a sinistra.
  • L’altare maggiore si presenta ricco e composito nella sua monumentalità e presenta bassorilievi marmorei raffiguranti la Salita al Monte Calvario sul pagliotto e la Deposizione della croce sul retro.
  • A fianco vi sono due statue bronzee di rara bellezza raffiguranti San Marco e San Francesco di Gerolamo Campagna realizzate nel 1590.
  • Il coro posizionato dietro alle quattro colonne corinzie dell’esedra è illuminato in modo suggestivo da cinque finestre. Dal coro si può accedere alle due sacrestie, quella di sinistra viene utilizzata per attività devozionali, quella di destra, invece, è un vero e proprio piccolo museo visitabile “su richiesta” che raccoglie una quarantina di opere legate al culto mariano e al culto delle reliquie dei santi.
  • Tra queste si segnalano:
  • la tavola della Madonna con Bambino e due angeli musicanti di Alvise Vivarini, incastonata come un gioiello in una preziosa cornice di legno, databile al 1500;
  • la statua della Madonna con Bambino attribuita a Jacopo Sansovino;
  • San Giovanni Battista di Jacopo Bassano del 1566 circa;
  • Battesimo di Cristo di Paolo Veronese del 1561;
  • Madonna con Bambino tra San Giovannino e Santi Gerolamo, Anna, Francesco e Caterina d’Alessandria di Jacopo Palma il Giovane del 1581 circa.


Proprio di fronte alla sua facciata, in occasione della Festa del Redentore, ogni terzo sabato di luglio, avviene una delle feste più importanti e sentite della città. Per l’occasione viene costruito un lunghissimo ponte di barche che attraversa tutto il canale della Giudecca e termina alle Zattere per permettere ai devoti di accedere più facilmente alla chiesa.

Appartenete al circuito Chorus ( Associazione per le chiese del Patriarcato di Venezia)

 

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Nel 1575/76 a Venezia infuriò una terribile epidemia di peste che durò per più di un anno. Siccome la diffusione del morbo non accennava a placarsi come estremo rimedio il Senato decretò il 4 settembre 1576 di erigere una chiesa intitolata a Cristo Redentore.
Il 3 maggio 1577 venne posta la prima pietra lungo la fondamenta che costeggia il canale della Giudecca, dopo neanche tre mesi la peste miracolosamente cessò.
Allora il doge, i magistrati, i nobili, gli ecclesiastici e tutto il popolo in processione, attraversando il bacino con un ponte di barche, ringraziarono pubblicamente il Signore in quel luogo.
La progettazione fu affidata al più importante architetto veneto del tempo, Andrea Palladio.
Il Palladio, succeduto a Jacopo Sansovino come pubblico consulente architettonico della Repubblica, aveva presentato due progetti uno a pianta longitudinale e l’altro più moderno a pianta centrale. Venne creata appositamente per l’occasione una commissione che votò a maggioranza a favore della prima proposta. La scelta della chiesa a pianta longitudinale era più vicina alle richieste formulate dal Concilio Tridentino (1545-63).

La facciata

Il santuario è un bellissimo esempio dell’unione armonica tra il culto cristiano ed il tempio dell’ antichità classica. Palladio ha voluto creare una struttura che vista dall’esterno possa accompagnare il fedele verso la rinascita e verso il divino.

La stessa gradinata esterna composta da quindici scalini è allegoria dell’ascesa graduale verso Dio, e la grande cupola che segna ed identifica tutta la fabbrica religiosa, termina con una lanterna sulla quale poggia il Cristo Redentore con il vessillo della Resurrezione.
La splendida e lineare facciata, costituita interamente di marmo bianco, è segnata da quattro colonne che la dividono verticalmente e che sorreggono un timpano: i capitelli di queste colonne sono l’unione perfetta tra i due stili classici per eccellenza lo stile ionico, con le sue volute a chiocciola, e quello corinzio, con le sue caratteristiche foglie d’acanto.
Sopra un grandioso portale vi è un altro timpano più piccolo sostenuto da altre due semicolonne, in stile corinzio. Ai lati del portone nelle insenature apposite sono presenti due statue rappresentanti l’Evangelista San Marco, santo patrono della città, (a sinistra) e San Francesco d’Assisi (a destra).
Ai lati del timpano principale, con sapiente maestria, Palladio ha riproposto, in due piani, un finto timpano che sembra nascosto dietro quello principale.
La ripetizione di questa forma triangolare, oltre a riprendere i canoni classici, ha il significato simbolico della Trinità.
Sopra questo finto timpano vi sono due statue rappresentanti San Lorenzo Giustiniani (il primo patriarca di Venezia, a sinistra) e Sant’Antonio da Padova (uno dei santi più amati a Venezia, a destra). Altre tre statue sono poste sopra il timpano superiore e raffigurano la Fede (al centro) col calice sollevato (che sembra raccogliere il sangue di Cristo) e la croce; con due Angeli ai lati.
Tutte queste statue furono volute dai Cappuccini per abbellire la semplice facciata palladiana, perciò vennero realizzate successivamente al 1673.

 

L’interno

La chiesa è strutturata in una lunga navata con profonde cappelle laterali (tre per parte), coperta da un ampia volta a botte e unita tramite un grande arco trionfale al presbiterio e alle sue due ampie absidi laterali.
Il presbiterio ospita il grande altare maggiore ed è schermato da un’esedra di grandi colonne che ne segnano la centralità. Da una serie di spaziose finestre termali entra una luce soffusa e suggestiva.
All’entrata ad accogliere il visitatore vi sono due belle acquasantiere circolari in marmo dove sono collocate due sculture in bronzo raffiguranti San Giovanni Battista (1610) e il Redentore (1610).
Le pale degli altari sono dedicate alla vita di Gesù che sono:
  • la Natività di Cristo, 1584-88, sul primo altare a destra di Francesco Bassano;
  • della bottega di Paolo Veronese, il Battesimo di Cristo, sul secondo altare a destra;
  • di Domenico Tintoretto, la Flagellazione di Cristo, del 1588 circa, sul terzo altare a destra;
  • della scuola di Paolo Veronese l’Ascensione di Cristo nel primo altare a sinistra;
  • di Francesco Bassano la Resurrezione di Cristo 1584-88 nel secondo altare a sinistra;
  • di Jacopo Palma il Giovane il Trasporto di Cristo al sepolcro nel terzo altare a sinistra.
  • L’altare maggiore si presenta ricco e composito nella sua monumentalità e presenta bassorilievi marmorei raffiguranti la Salita al Monte Calvario sul pagliotto e la Deposizione della croce sul retro.
  • A fianco vi sono due statue bronzee di rara bellezza raffiguranti San Marco e San Francesco di Gerolamo Campagna realizzate nel 1590.
  • Il coro posizionato dietro alle quattro colonne corinzie dell’esedra è illuminato in modo suggestivo da cinque finestre. Dal coro si può accedere alle due sacrestie, quella di sinistra viene utilizzata per attività devozionali, quella di destra, invece, è un vero e proprio piccolo museo visitabile “su richiesta” che raccoglie una quarantina di opere legate al culto mariano e al culto delle reliquie dei santi.
  • Tra queste si segnalano:
  • la tavola della Madonna con Bambino e due angeli musicanti di Alvise Vivarini, incastonata come un gioiello in una preziosa cornice di legno, databile al 1500;
  • la statua della Madonna con Bambino attribuita a Jacopo Sansovino;
  • San Giovanni Battista di Jacopo Bassano del 1566 circa;
  • Battesimo di Cristo di Paolo Veronese del 1561;
  • Madonna con Bambino tra San Giovannino e Santi Gerolamo, Anna, Francesco e Caterina d’Alessandria di Jacopo Palma il Giovane del 1581 circa.


Proprio di fronte alla sua facciata, in occasione della Festa del Redentore, ogni terzo sabato di luglio, avviene una delle feste più importanti e sentite della città. Per l’occasione viene costruito un lunghissimo ponte di barche che attraversa tutto il canale della Giudecca e termina alle Zattere per permettere ai devoti di accedere più facilmente alla chiesa.

Appartenete al circuito Chorus ( Associazione per le chiese del Patriarcato di Venezia)

 

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Nel 1575/76 a Venezia infuriò una terribile epidemia di peste che durò per più di un anno. Siccome la diffusione del morbo non accennava a placarsi come estremo rimedio il Senato decretò il 4 settembre 1576 di erigere una chiesa intitolata a Cristo Redentore.
Il 3 maggio 1577 venne posta la prima pietra lungo la fondamenta che costeggia il canale della Giudecca, dopo neanche tre mesi la peste miracolosamente cessò.
Allora il doge, i magistrati, i nobili, gli ecclesiastici e tutto il popolo in processione, attraversando il bacino con un ponte di barche, ringraziarono pubblicamente il Signore in quel luogo.
La progettazione fu affidata al più importante architetto veneto del tempo, Andrea Palladio.
Il Palladio, succeduto a Jacopo Sansovino come pubblico consulente architettonico della Repubblica, aveva presentato due progetti uno a pianta longitudinale e l’altro più moderno a pianta centrale. Venne creata appositamente per l’occasione una commissione che votò a maggioranza a favore della prima proposta. La scelta della chiesa a pianta longitudinale era più vicina alle richieste formulate dal Concilio Tridentino (1545-63).

La facciata

Il santuario è un bellissimo esempio dell’unione armonica tra il culto cristiano ed il tempio dell’ antichità classica. Palladio ha voluto creare una struttura che vista dall’esterno possa accompagnare il fedele verso la rinascita e verso il divino.

La stessa gradinata esterna composta da quindici scalini è allegoria dell’ascesa graduale verso Dio, e la grande cupola che segna ed identifica tutta la fabbrica religiosa, termina con una lanterna sulla quale poggia il Cristo Redentore con il vessillo della Resurrezione.
La splendida e lineare facciata, costituita interamente di marmo bianco, è segnata da quattro colonne che la dividono verticalmente e che sorreggono un timpano: i capitelli di queste colonne sono l’unione perfetta tra i due stili classici per eccellenza lo stile ionico, con le sue volute a chiocciola, e quello corinzio, con le sue caratteristiche foglie d’acanto.
Sopra un grandioso portale vi è un altro timpano più piccolo sostenuto da altre due semicolonne, in stile corinzio. Ai lati del portone nelle insenature apposite sono presenti due statue rappresentanti l’Evangelista San Marco, santo patrono della città, (a sinistra) e San Francesco d’Assisi (a destra).
Ai lati del timpano principale, con sapiente maestria, Palladio ha riproposto, in due piani, un finto timpano che sembra nascosto dietro quello principale.
La ripetizione di questa forma triangolare, oltre a riprendere i canoni classici, ha il significato simbolico della Trinità.
Sopra questo finto timpano vi sono due statue rappresentanti San Lorenzo Giustiniani (il primo patriarca di Venezia, a sinistra) e Sant’Antonio da Padova (uno dei santi più amati a Venezia, a destra). Altre tre statue sono poste sopra il timpano superiore e raffigurano la Fede (al centro) col calice sollevato (che sembra raccogliere il sangue di Cristo) e la croce; con due Angeli ai lati.
Tutte queste statue furono volute dai Cappuccini per abbellire la semplice facciata palladiana, perciò vennero realizzate successivamente al 1673.

 

L’interno

La chiesa è strutturata in una lunga navata con profonde cappelle laterali (tre per parte), coperta da un ampia volta a botte e unita tramite un grande arco trionfale al presbiterio e alle sue due ampie absidi laterali.
Il presbiterio ospita il grande altare maggiore ed è schermato da un’esedra di grandi colonne che ne segnano la centralità. Da una serie di spaziose finestre termali entra una luce soffusa e suggestiva.
All’entrata ad accogliere il visitatore vi sono due belle acquasantiere circolari in marmo dove sono collocate due sculture in bronzo raffiguranti San Giovanni Battista (1610) e il Redentore (1610).
Le pale degli altari sono dedicate alla vita di Gesù che sono:
  • la Natività di Cristo, 1584-88, sul primo altare a destra di Francesco Bassano;
  • della bottega di Paolo Veronese, il Battesimo di Cristo, sul secondo altare a destra;
  • di Domenico Tintoretto, la Flagellazione di Cristo, del 1588 circa, sul terzo altare a destra;
  • della scuola di Paolo Veronese l’Ascensione di Cristo nel primo altare a sinistra;
  • di Francesco Bassano la Resurrezione di Cristo 1584-88 nel secondo altare a sinistra;
  • di Jacopo Palma il Giovane il Trasporto di Cristo al sepolcro nel terzo altare a sinistra.
  • L’altare maggiore si presenta ricco e composito nella sua monumentalità e presenta bassorilievi marmorei raffiguranti la Salita al Monte Calvario sul pagliotto e la Deposizione della croce sul retro.
  • A fianco vi sono due statue bronzee di rara bellezza raffiguranti San Marco e San Francesco di Gerolamo Campagna realizzate nel 1590.
  • Il coro posizionato dietro alle quattro colonne corinzie dell’esedra è illuminato in modo suggestivo da cinque finestre. Dal coro si può accedere alle due sacrestie, quella di sinistra viene utilizzata per attività devozionali, quella di destra, invece, è un vero e proprio piccolo museo visitabile “su richiesta” che raccoglie una quarantina di opere legate al culto mariano e al culto delle reliquie dei santi.
  • Tra queste si segnalano:
  • la tavola della Madonna con Bambino e due angeli musicanti di Alvise Vivarini, incastonata come un gioiello in una preziosa cornice di legno, databile al 1500;
  • la statua della Madonna con Bambino attribuita a Jacopo Sansovino;
  • San Giovanni Battista di Jacopo Bassano del 1566 circa;
  • Battesimo di Cristo di Paolo Veronese del 1561;
  • Madonna con Bambino tra San Giovannino e Santi Gerolamo, Anna, Francesco e Caterina d’Alessandria di Jacopo Palma il Giovane del 1581 circa.


Proprio di fronte alla sua facciata, in occasione della Festa del Redentore, ogni terzo sabato di luglio, avviene una delle feste più importanti e sentite della città. Per l’occasione viene costruito un lunghissimo ponte di barche che attraversa tutto il canale della Giudecca e termina alle Zattere per permettere ai devoti di accedere più facilmente alla chiesa.

Appartenete al circuito Chorus ( Associazione per le chiese del Patriarcato di Venezia)

 

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La Chiesa del Redentore si trova nell’Isola della Giudecca e si affaccia nell’omonimo canale. L’imponente costruzione si inserisce in pieno nelle idee costruttive del suo progettista, Palladio, con una struttura armonica e verticale all’esterno e severa e spirituale all’interno.

Cenni storici

Nel 1575/76 a Venezia infuriò una terribile epidemia di peste che durò per più di un anno. Siccome la diffusione del morbo non accennava a placarsi come estremo rimedio il Senato decretò il 4 settembre 1576 di erigere una chiesa intitolata a Cristo Redentore.
Il 3 maggio 1577 venne posta la prima pietra lungo la fondamenta che costeggia il canale della Giudecca, dopo neanche tre mesi la peste miracolosamente cessò.
Allora il doge, i magistrati, i nobili, gli ecclesiastici e tutto il popolo in processione, attraversando il bacino con un ponte di barche, ringraziarono pubblicamente il Signore in quel luogo.
La progettazione fu affidata al più importante architetto veneto del tempo, Andrea Palladio.
Il Palladio, succeduto a Jacopo Sansovino come pubblico consulente architettonico della Repubblica, aveva presentato due progetti uno a pianta longitudinale e l’altro più moderno a pianta centrale. Venne creata appositamente per l’occasione una commissione che votò a maggioranza a favore della prima proposta. La scelta della chiesa a pianta longitudinale era più vicina alle richieste formulate dal Concilio Tridentino (1545-63).

La facciata

Il santuario è un bellissimo esempio dell’unione armonica tra il culto cristiano ed il tempio dell’ antichità classica. Palladio ha voluto creare una struttura che vista dall’esterno possa accompagnare il fedele verso la rinascita e verso il divino.

La stessa gradinata esterna composta da quindici scalini è allegoria dell’ascesa graduale verso Dio, e la grande cupola che segna ed identifica tutta la fabbrica religiosa, termina con una lanterna sulla quale poggia il Cristo Redentore con il vessillo della Resurrezione.
La splendida e lineare facciata, costituita interamente di marmo bianco, è segnata da quattro colonne che la dividono verticalmente e che sorreggono un timpano: i capitelli di queste colonne sono l’unione perfetta tra i due stili classici per eccellenza lo stile ionico, con le sue volute a chiocciola, e quello corinzio, con le sue caratteristiche foglie d’acanto.
Sopra un grandioso portale vi è un altro timpano più piccolo sostenuto da altre due semicolonne, in stile corinzio. Ai lati del portone nelle insenature apposite sono presenti due statue rappresentanti l’Evangelista San Marco, santo patrono della città, (a sinistra) e San Francesco d’Assisi (a destra).
Ai lati del timpano principale, con sapiente maestria, Palladio ha riproposto, in due piani, un finto timpano che sembra nascosto dietro quello principale.
La ripetizione di questa forma triangolare, oltre a riprendere i canoni classici, ha il significato simbolico della Trinità.
Sopra questo finto timpano vi sono due statue rappresentanti San Lorenzo Giustiniani (il primo patriarca di Venezia, a sinistra) e Sant’Antonio da Padova (uno dei santi più amati a Venezia, a destra). Altre tre statue sono poste sopra il timpano superiore e raffigurano la Fede (al centro) col calice sollevato (che sembra raccogliere il sangue di Cristo) e la croce; con due Angeli ai lati.
Tutte queste statue furono volute dai Cappuccini per abbellire la semplice facciata palladiana, perciò vennero realizzate successivamente al 1673.

 

L’interno

La chiesa è strutturata in una lunga navata con profonde cappelle laterali (tre per parte), coperta da un ampia volta a botte e unita tramite un grande arco trionfale al presbiterio e alle sue due ampie absidi laterali.
Il presbiterio ospita il grande altare maggiore ed è schermato da un’esedra di grandi colonne che ne segnano la centralità. Da una serie di spaziose finestre termali entra una luce soffusa e suggestiva.
All’entrata ad accogliere il visitatore vi sono due belle acquasantiere circolari in marmo dove sono collocate due sculture in bronzo raffiguranti San Giovanni Battista (1610) e il Redentore (1610).
Le pale degli altari sono dedicate alla vita di Gesù che sono:
  • la Natività di Cristo, 1584-88, sul primo altare a destra di Francesco Bassano;
  • della bottega di Paolo Veronese, il Battesimo di Cristo, sul secondo altare a destra;
  • di Domenico Tintoretto, la Flagellazione di Cristo, del 1588 circa, sul terzo altare a destra;
  • della scuola di Paolo Veronese l’Ascensione di Cristo nel primo altare a sinistra;
  • di Francesco Bassano la Resurrezione di Cristo 1584-88 nel secondo altare a sinistra;
  • di Jacopo Palma il Giovane il Trasporto di Cristo al sepolcro nel terzo altare a sinistra.
  • L’altare maggiore si presenta ricco e composito nella sua monumentalità e presenta bassorilievi marmorei raffiguranti la Salita al Monte Calvario sul pagliotto e la Deposizione della croce sul retro.
  • A fianco vi sono due statue bronzee di rara bellezza raffiguranti San Marco e San Francesco di Gerolamo Campagna realizzate nel 1590.
  • Il coro posizionato dietro alle quattro colonne corinzie dell’esedra è illuminato in modo suggestivo da cinque finestre. Dal coro si può accedere alle due sacrestie, quella di sinistra viene utilizzata per attività devozionali, quella di destra, invece, è un vero e proprio piccolo museo visitabile “su richiesta” che raccoglie una quarantina di opere legate al culto mariano e al culto delle reliquie dei santi.
  • Tra queste si segnalano:
  • la tavola della Madonna con Bambino e due angeli musicanti di Alvise Vivarini, incastonata come un gioiello in una preziosa cornice di legno, databile al 1500;
  • la statua della Madonna con Bambino attribuita a Jacopo Sansovino;
  • San Giovanni Battista di Jacopo Bassano del 1566 circa;
  • Battesimo di Cristo di Paolo Veronese del 1561;
  • Madonna con Bambino tra San Giovannino e Santi Gerolamo, Anna, Francesco e Caterina d’Alessandria di Jacopo Palma il Giovane del 1581 circa.


Proprio di fronte alla sua facciata, in occasione della Festa del Redentore, ogni terzo sabato di luglio, avviene una delle feste più importanti e sentite della città. Per l’occasione viene costruito un lunghissimo ponte di barche che attraversa tutto il canale della Giudecca e termina alle Zattere per permettere ai devoti di accedere più facilmente alla chiesa.

Appartenete al circuito Chorus ( Associazione per le chiese del Patriarcato di Venezia)

 

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