Fondaco dei Turchi

Informazioni

 

Facciata del Fondaco sul Canal Grande

 

Indirizzo Santa Croce 1730 – Salizada del Fontego
Stile architett. Veneto – Bizantino

È la tipica casa-fontego, con l’accesso acqueo, i magazzini si sviluppano su tutto il piano terreno attorno ad un ampio cortile interno, gli uffici mercantili erano posti nei mezzanini e gli alloggi degli ospiti si collocavano ai piani superiori.

Due torri laterali, tipiche delle costruzioni venete del duecento, vengono congiunte da due serie di arcate, dieci nel portico di piano terra e diciotto nella loggia del primo piano, classiche delle forme dello stile veneto-bizantino, con archi a tutto sesto dove il termine di uno è l’inizio dell’altro. L’estremità superiore della facciata termina con pinnacoli e merli.

Con la bassa marea diviene visibile l’ampia scalinata di accesso all’immobile, ora quasi perennemente allagata, che ora risulta essere completamente coperta di alghe. La scalinata tonda centrale permetteva l’accosto di piccole imbarcazioni per l’imbarco e lo sbarco dei mercanti che qui si davano appuntamento, mentre le parti laterali lasciavano spazio all’approdo di navi mercantili che entrando in Canal Grande arrivavano ad ormeggiare presso i magazzini di stoccaggio delle merci.
Dopo l’acquisto da parte del Comune di Venezia a metà del XIX secolo, subì un necessario ma rovinoso restauro che ha copiato il passato, ma non ha saputo riportare la luce ed il calore che quest’edificio aveva nella sua originaria concezione.

L’antico palazzo duecentesco con caratteri veneto-bizantini che si affaccia sul Canal Grande ora sede del Museo Civico di Storia Naturale di Venezia assume il nome di Fondaco dei Turchi dal 1621 quando il Senato della Serenissima Repubblica di Venezia decreta che Tutti i mercanti provenienti dall’Impero Ottomano che abitano sparsi in diverse case e locande della città dovranno obbligatoriamente essere qui ospitati durante la loro sosta a Venezia.

La nuova sede della colonia mercantile turca nel ‘600 viene organizzata come luogo di arrivo per grosse galere cariche di passeggeri turchi e di merci provenienti da percorsi attraverso le vie balcaniche e le rotte marittime ed ai mercanti turchi, condotti nel fondaco, si fornisce una riva e un alloggio sul Canal Grande particolarmente adatti al carico/scarico delle mercanzie.

Al pianterreno vi era un ampio cortile utile allo spostamento delle merci in arrivo e in partenza con 24 magazzini per le più svariate merci: seta,spezie,zambellotti (drappi di pelo di cammello), cordovani (cuoi di pelle di capra), tabacco, cera,e tappeti. Ai piani superiori si trovavano 50 stanze con camino adatte ad ospitare fino a 300 persone, i servizi rispondenti ai costumi turchi con latrine e vasche in legno, un luogo per la preghiera cioè un vestibolo con un bagno per le abluzioni rituali orientato in modo che un muro desse l’orientamento per la preghiera : il tutto nel rispetto della separazione interna tra i mercanti balcanici e quelli asiatici. Nel piccolo corpo edilizio a sinistra della loggia abitava il Custode, scelto dal governo veneziano, il quale teneva le chiavi della porta di terra per l’ingresso dalla salizzada e delle due porte d’acqua per l’ingresso dal Canal Grande e doveva: riscuotere dai mercanti turchi la tassa per il soggiorno, effettuare le pulizie, tenere i pozzi abbondanti d’acqua, provvedere alla vigilanza.
Le porte venivano aperte al levare del sole e chiuse al tramonto; era vietato l’accesso alle donne, ai bambini ai cristiani e l’introduzione di armi e polvere da sparo.

Nel corso del ‘700 per effetto della netta riduzione dei traffici con il Levante, il fondaco decade e resta in stato di abbandono fino all’acquisto da parte del Comune nel 1838: La ricostruzione dell’edificio nello stile veneto bizantino delle origini iniziato nel 1861 si conclude nel 1880.
Da allora il Fondaco ospitò svariate collezioni e raccolte avute come donazioni, ora tuttavia a partire dal 1922 si trova qui riunita tutta la parte scientifica dell’intera collezione mentre la parte storico-artistica è allestita in altra sede

All’interno della struttura del fontego c’è un cortile con al centro un pozzo, elemento che fornisce acqua potabile e per questo è parte integrante della vita quotidiana.

Il pozzo veneziano è un impianto di utilità pubblica e di prima necessità. Le “vere da pozzo” che si ammirano in mezzo ai campi non è che la parte terminale e più appariscente di un’opera ben più complessa e laboriosa che si trova sotto il livello del selciato pedonabile. Spesso, come nel caso del pozzo bizantino del fontego dei turchi, queste Vere da pozzo sono delle autentiche opere d’arte.

 

Vera da pozzo – lato 1

 

Vera da pozzo – lato 2

Il pozzo, nella concezione comune del termine, non è che il risultato di una trivellazione per giungere ad una falda freatica del sottosuolo; ma il pozzo veneziano è invece una vera e propria cisterna sotterranea per la raccolta, depurazione e la conservazione dell’acqua piovana.

Solamente nei casi di siccità o di maggior consumo dei pozzi questi venivano riforniti d’acqua dolce trasportata con speciali barconi dai fiumi Brenta e Sile, dalla corporazione degli acquaioli, istituita nel 1386.

Vera da pozzo – lato 3

 

Vera da pozzo – lato 4

Oggi è sede del Museo Civico di Storia Naturale del Comune di Venezia nel quale sono collocati assieme a numerosi animali sia autoctoni che non, assieme ad alcuni dinosauri rinvenuti durante una spedizione archeologica da Giancarlo Ligabue noto impresario veneziano e donati alla città.

Categoria: Palazzi