Turismo di massa

Venezia, in quanto città d’arte unica al mondo, è destinataria di una domanda di turismo sempre crescente, e qualunque persona al mondo, compatibilmente con le proprie possibilità economiche, vorrebbe visitarla.

La media giornaliera annua di turisti è di 30.000 persone, con picchi di 200.000, quando la capacità di carico ipotetica è stata valutata in circa 25.000 turisti al giorno: questo pone dei problemi della gestione dei flussi per la ricerca di soluzioni per diminuire l’impatto sulla città e sui residenti.

L’assetto urbano è fin troppo funzionale al mercato turistico (molti sono i cambi d’uso per realizzare alberghi, pensioni, negozi di maschere etc.) e vi è una generale tendenza alla banalizzazione dell’offerta turistica senza che ciò aiuti, in un ottica di salvaguardia della città, a risolvere anche finanziariamente gli enormi costi di manutenzione urbana della città e a creare occasioni stabili di lavoro e di reddito per gli abitanti. Perché Venezia oltre ad essere bella è una città coi suoi abitanti, le sue tradizioni, i suoi ritmi di vita, la sua produzione culturale ancora viva.

E’ significativo che il 41% del totale delle attività turistiche del centro storico sia il commercio di souvenirs ed è evidente come prevalga un’offerta a basso costo destinata al turismo “mordi e fuggi” (ad es.escursioni in lancione a Murano e Burano) senza che prevalga una scelta di turismo di qualità e più sostenibile, che garantisca il mantenimento di attività produttive e realtà socioeconomiche decentrate rispetto ai maggiori flussi.

Tanto più che il turismo ambientale si sta affermando, anche secondo uno studio recente della Provincia di Venezia, come una possibile alternativa con una domanda sempre crescente, specie da parte del turismo proveniente dal Nord Europa.

Il rapporto tra turista e chi abita Venezia e la sua laguna è uno dei problemi centrali con cui dovranno cercare di confrontarsi gli operatori del turismo, in particolare del turismo naturalistico e culturale, attraverso la ricerca di un rispetto reciproco per ambo le parti: in questa direzione sembra andare l’offerta turistica svolta da enti “no profit”, cooperative, gruppi di anziani ed associazioni culturali e naturalistiche, facenti parte del cosiddetto “terzo settore”, che pur essendo una risorsa sottovalutata, ma parte viva della città e del territorio lagunare, sta cercando di spingere verso una riqualificazione del mercato turistico attuale, per attirare un tipo di visitatore più attento alla qualità del soggiorno, dell’offerta di servizi e della tutela ambientale.

Un visitatore che potrebbe preferire percorrere la laguna invece che su un veloce motoscafo, su una tranquilla “sanpierota” armata di vela al terzo, perché chi entra in laguna forse potrebbe e vorrebbe rallentare il proprio ritmo di vita quotidiano per assaporare meglio la bellezza e la pace nei luoghi più nascosti di questo ambiente unico al mondo.