Seriman Contarini
Informazioni
Indirizzo | Cannaregio, 4851 Salizada Seriman |
Stile architett. | Gotico |
Completamento | 1450 |
Questo è il palazzo di cui parla il Sansovino quando, dopo aver nominato il palazzo Zeno ai Gesuiti, aggiunge che di qua dal ponte si trova quello dei Contarini, già fatto dalla casa Dolce. In un documento del 1466 viene citato questo immobile costruito forse qualche anno prima da un tal Pietro da Como su committenza della famiglia Dolce che in breve tempo lo cedette poi ai Contarini.
Si tratta di un edificio con dimensioni ragguardevoli che prefigura la transizione dal gotico al rinascimentale: la partizione geometrica delle aperture, i capitelli della quadrifora al piano nobile, le finestre del mezzanino sono già del Cinquecento, ma convivono con gli archi acuti trilobi o con lo splendido torciglione della colonna dell’angolo sul rio. Sul lato opposto all’ingresso il palazzo conserva un bel giardino nell’area dove un tempo era la cà Venier.
All’interno interessante scala barocca progettata da Antonio Gaspari che, verso la fine del Seicento, riformò anche il prospetto sul giardino.
Il 31 maggio 1638 Alberto Gozzi “dalla seda“, perché teneva un negozio di stoffe di seta in calle dei Toscani a Rialto, comperò il palazzo da Contarina Contarini, consorte di Piero Priuli Michiel. I Gozzi, che appartenevano a famiglia nobile bergamasca, vennero a Venezia nel XVI° secolo e furono ammessi al patriziato nel 1546 con Alberto Gozzi. Si estinsero nel 1698 con un altro Alberto la cui vedova, Adriana Donà, ritiratasi nel convento delle Cappuccine di Castello e rinunciando all’usofrutto di tutte le proprietà, pose anche in vendita questo palazzo che fu acquistato dalla famiglia Seriman.
Dal Tassini leggiamo che: “La famiglia Sceriman, o Seriman, fiorì, col cognome di Sarath, in Ziulfa d’Isphahan, ove, colma d’onori e di ricchezze, eresse templi ed ampi edifizii per propagatori del Vangelo. Ma, vittima di crudeli persecuzioni, abbandonò la terra natale, e si rifuggì in Italia sul finire del secolo XVII°”.
Gli Seriman, di origine armena, essendo Ziulfa, o Julfa, un sobborgo della città armena di Isphahan, erano fuggiti dalle persecuzioni ottomane e, approdati a Venezia, non lesinarono risorse a sostegno della guerra che la Serenissima conduceva contro i turchi, per un ammontare complessivo che superò i 720.000 ducati. Entrarono a far parte della nobiltà, ovviamente per soldo.
Bibliografia:
TCI – Venezia – Guida Rossa (pag.510);
G.Bellavitis – Itinerari per Venezia(pag.336) – Guide de L’Espresso-1980;
G.Tassini – Curiosità veneziane (pag.314 e 597) – Filippi Ed.1988;
M.Brusegan – I palazzi di Venezia(pag.334) – Newton Compton Ed. 2007
Categoria: Palazzi