Madonna della Salute

Il 21 novembre a Venezia si celebra la ricorrenza della Festa della Madonna della Salute ed il popolo veneziano si reca in processione alla Basilica, eretta nel 1631, durante il dogado di Nicolò Contarini, in onore alla promessa fatta nel 1630 qualora la pestilenza che colpì la città e la sua provincia si fosse placata. In quella occasione si contarono 80.000 vittime in città e 600.000 in provincia prima che l’epidemia si esaurisse.

La scelta per l’incarico di erigere il favoloso Tempio ricadde sul progetto presentato da Baldassare Longhena.

 

I Veneziani sono molto devoti a questa tradizione, i quali, portando un cero, chiedono salute alla Madonna Nera, che si trova sull’altare maggiore dal 1669, trasportata da Candia. Alle celebrazioni partecipano tutti i veneziani di tutti i ceti, chi per portare un cera alla Madonna, chi per portare solo una preghiera.

 

Per facilitare l’afflusso alla Chiesa viene ancora oggi costruito un ponte di barche che collega Campo Santa Maria del Giglio con la riva opposta solo nei giorni vicini a tale festività. Alle celebrazioni dell’apertura del Ponte di Barche il Patriarca di Venezia si trova affiancato al Sindaco della città lagunare, perchè le vicissitudini della popolazione di Venezia coinvolgono sia il potere laico sia la fede cristiana.

Si suole poi mangiare dei gustosi dolci tipici e si svolge il rituale mercatino con bancarelle di dolci e giocattoli lungo il Rio terà dei Catecumeni, mentre poi a casa il pitto tipico della giornata è la Castradina Sciavona, carne salata importata dalla vicina Dalmazia, per questo il nome.

La popolazione della Serenissima faceva largo uso di questa carne anche durante l’anno, perchè ottima, ma soprattutto, economica. E’ durante la festa della Madonna della Salute, il 21 novembre, che questo piatto era d’obbligo sulle tavole sia dei poveri che dei signori, dei nobili o dei mercanti.

 

Il poeta Varagnolo, descrivendo come i veneziani passavano la giornata del 21 novembre così scriveva:

I passa el ponte, i compra la candela,
el santo, el zaletin, la coroncina,
e verso mezodì l’usanza bela
vol che i vada a magnar la castradina!

Il poeta si riferisce al pellegrinaggio fatto attraversando il tradizionale ponte di barche sul Canal Grande per unire le due sponde vicino alla Basilica.

 

A causa del grande afflusso di persone la Polizia Municipale è obbligata ad effettuare dei sensi unici di marcia ed a controllare l’afflusso della gente in Basilica, facendola entrare un poco alla volta.