Basilica di San Pietro di Castello

Informazioni

 

 

Indirizzo Castello, Isola di San Pietro
Architetto Palladio

L’isola di San Pietro, al margine est del sestiere di Castello, è piuttosto lontana dal centro della città. Intorno alla chiesa non ci sono grandi palazzi, ma solo semplici abitazioni e, rispetto alla norma di Venezia, è molto verde e proprio per questo, per la presenza di molti ulivi prese il nome di Olivolo.

 

Cenni Storici

Eretta nel 841, in sostituzione del tempio dedicato a Sergio e Bacco del VI secolo, la chiesa è stata sede del vescovo della città fin dal 1091 circa, e poi, dal 1451 del patriarca, quando perse il potere a favore del doge.
Nel 1556, salito alla cattedra patriarcale Antonio Diedo, si decise ancora una volta il rinnovamento di tutto il complesso e a tal proposito fu dato incarico ad Andrea Palladio. Il contratto fu stipulato il 7 gennaio 1558 e in tale data l’architetto aveva già pronto il progetto per una nuova chiesa, ma la morte del Diedo, avvenuta nel dicembre del 1559, causò l’interruzione dei lavori che contrariamente a quanto avveniva di solito, erano iniziati dalla facciata. Il Palladio si ritrovò dunque nell’impossibilità di portare a compimento il prospetto, che fu invece terminato alla fine del secolo da Francesco Smeraldi, assunto dal nuovo patriarca Lorenzo Priuli. Successivamente i lavori interessarono l’intero corpo di fabbrica della chiesa a partire dal 1619.

 

La facciata

Si presenta tripartita, esattamente come l’impianto interno, con la parte centrale notevolmente più alta, definita da quattro semicolonne poggiate su alti basamenti e coronata da un timpano.

Un grande portale si apre al centro, contornato da lesene corinzie, festoni e un altro timpano; sulle ali laterali sono collocati due portali simili, ma più piccoli, sormontati da festoni posti sulla stessa linea di quello centrale e le stesse ali si concludono con i tipici spezzoni di timpano, molto comuni nelle chiese palladiane, che hanno la funzione di comunicare l’illusione di una seconda facciata posta dietro a quella principale.
Allo Smeraldi successe poi Gerolamo Grapiglia che condusse a termine i lavori essendo patriarca Giovanni III Tiepolo. Poiché sia lo Smeraldi che il Grapiglia erano attenti seguaci del Palladio, si può pensare che essi abbiano eseguito abbastanza fedelmente il progetto del loro maestro.

 

L’interno

La pianta è a croce latina a tre navate suddivise da tre ampie arcate per lato dove corrispondono altrettanti altari; la cupola si eleva nel punto di incrocio con il transetto. A causa delle notevoli dimensioni della navata centrale l’interno comunica una sensazione di vastità che prosegue nello spazio luminosissimo della cupola e continua in senso longitudinale con il profondo presbiterio affiancato dalle due cappelle laterali.

Il grande altare maggiore si presenta isolato all’interno del grande presbiterio e le statue poste sull’altare sono state scolpite su disegno di Baldassare Longhena il quale aveva progettato la cappella che si apre sulla navata sinistra.
Il campanile costruito una prima volta nel 1463 e danneggiato poco dopo da un fulmine, fu ricostruito nel 1482 ad opera di Mauro Codussi che decise di aumentarne l’altezza e di rivestirlo interamente in pietra d’Istria, facendolo terminare con una cupola che interventi successivi hanno però eliminato, per sostituirla con un tamburo poligonale.

Appartenente al circuito Chorus ( Associazione delle chiese del Patriarcato di Venezia)

Categorie: Chiese