Ferrovia di Venezia – Stazione Ferroviaria Santa Lucia

Informazioni

 

 

Indirizzo  

La Stazione della Ferrovia è un edificio largo, di concezione moderna, che si affaccia su un ampio piazzale aggettante sul Canal Grande. Ci si accede salendo una breve ma larga scalinata che porta allo spazio antistante alle biglietterie e ai binari. Questa è stata costruita nel 1954, rifacimento più ampio della prima stazione sorta nel 1860 al tempo della costruzione del ponte ferroviario che collegò per la prima volta la città lagunare alla terraferma.

 

Questo luogo, oggi non particolarmente bello, anzi un po’ alienante e convulso, come lo sono tutti i dintorni trafficati delle stazioni importanti, rappresenta un punto topico per la storia di Venezia, che da qui si collega, per la prima volta della sua millenaria storia, alla terraferma con la costruzione del ponte ferroviario Venezia-Mestre, costruzione che venne eseguita nel 1841-42 e si inserisce in una lunga e complessa operazione imprenditoriale gestita da Vienna, cioè dall’Impero Austro-Ungarico, a cui interessava l’economia di tutta la Valle Padana completando il percorso della principale linea ferroviaria del Nord Italia.

L’ingegnere Tommaso Meduna progetta l’opera di tre chilometri e mezzo sulla base di idee piuttosto confuse relativamente all’idraulica lagunare, così il ponte, totalmente sorretto 222 da arcate in pietra risulta più costoso di un collegamento realizzato parzialmente su terrapieno.

I binari del treno giungono proprio a fianco della Chiesa degli Scalzi e per poter allargare lo scalo ferroviario si demoliscono l’antico monastero di Santa Lucia, la Chiesa di Santa Lucia ed una serie di palazzi ed abitazioni private. Triste e poco lungimirante scelta che, non sapendo decidere l’interramento di un lembo di laguna per ricavare lo spazio alla stazione, distrugge un’area di antica urbanizzazione e stravolge quel lembo del Canal Grande, un tempo fra i più belli.

 

La Chiesa di Santa Lucia, una semplice facciata fiancheggiata da due campanili, come ben si vede nel quadro di Francesco Guardi qui a fianco riportato, era stata ricostruita a cavallo fra il Cinque ed il Seicento sul luogo di una più antica parrocchia che sin dal 1280 custodiva il corpo della Santa. La chiesa più antica era stata già pesantemente modificata con la costruzione di due sontuose cappelle gentilizie, la prima, terminata nel 1592, voluta dalla famiglia Mocenigo e la seconda costruita negli anni seguenti per volontà di Donato Baglioni, fiorentino, che la dedicò a Santa Lucia. Nel 1612 veniva demolito il resto della chiesa e nel 1617 il patriarca Vendramin poteva consacrare la nuova fabbrica.

Il Monastero di Santa Lucia era stato chiuso da Napoleone nel 1806 che poi, nel 1812, lo aveva concesso alla Beata Maddalena di Canossa che qui fondò la congregazione delle Figlie della Carità o Canossiane.
Insieme alla chiesa ed al monastero spariscono anche i palazzi gentilizi: Lion-Cavazza, Bragadin-Vescovi, e Priuli “dalla Nave”.
L’arrivo del treno in ogni caso rappresenterà una risorsa per l’economia veneziana, cambierà anche il baricentro della città che d’ora in poi e per la prima volta nella sua storia millenaria, non è più isola: i flussi di persone e di merci non trovano più accesso dal Bacino di San Marco ma da Santa Lucia; l’asse urbanistico si modifica, alla ricerca di un assetto per garantire un rapido collegamento viario tra la stazione ed il centro politico-religioso di Piazza San Marco (taglio della Strada Nova).

Bibliografia: A.Zorzi – Venezia scomparsa (pag.231) – Mondadori 2001; G.Bellavitis – Itinerari per Venezia (pag.185) – Guide de L’Espresso 1980