Imbarcazioni tipiche della laguna

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Per la maggior parte dei turisti, che visitano frettolosamente Venezia, tutte le barche a remi che vedono nei canali sono gondole; naturalmente basta un po’ di spirito di osservazione per notare la moltitudine di modelli diversi in circolazione. Ogni barca, infatti, è stata gradatamente modificata nel corso dei secoli, in modo da adattarsi perfettamente al suo impiego, tanto da affermare che non esistano due barche uguali.
Attualmente abbiamo censito almeno un centinaio di scafi diversi raggruppati in alcune grandi famiglie. Si va dal piccolo s’ciopon di cinque metri, utilizzato per la caccia e pesca in laguna al grande trabaccolo di 25 metri, per non parlare poi delle navi maggiori costruite all’interno dell’Arsenale come le galee o i vascelli. Un patrimonio del genere, che il mondo c’invidia, non è da noi assolutamente valorizzato, anzi non passa giorno in cui uno degli ultimi scafi tradizionali non venga distrutto per fare posto ad un altro di plastica, sicuramente più pratico ma anonimo e decisamente più brutto. Alla perdita delle tradizioni si aggiungono poi i problemi del traffico provocato da questi nuovi scafi, soprattutto per quanto riguarda l’inquinamento chimico, acustico e alle onde prodotte dalle loro carene plananti.

 

Il salvataggio di queste tradizioni è, oltre che un dovere morale, un ottimo investimento nel campo turistico.

Per muoversi nel nostro ambiente lagunare le imbarcazioni tradizionali sono ancora validissime, il loro fondo piatto permette, infatti, di navigare anche in pochi centimetri d’acqua e raggiungere anche gli angoli più lontani. La Vela “al terzo” permette di sfruttare al meglio le brezze leggere tipiche dell’alto Adriatico, inoltre l’albero può essere abbattuto con facilità per passare sotto i ponti. Per non parlare poi della voga “alla veneta”, uno dei sistemi più inusuali ma efficaci per spingere una barca, sfruttando al meglio tutta la muscolatura del corpo e controllando contemporaneamente la direzione della barca.
A nostro parere si tratta di sviluppare, accanto alle forme consuete di turismo, anche quelle alternative che stanno fortunatamente prendendo sempre maggior piede. Ricordo assurdamente che Venezia è l’unica città sull’acqua che non dispone di un servizio di noleggio d’imbarcazioni a remi per diporto. Il turista, o per meglio dire il viaggiatore più avvertito, non chiede più solo di essere frettolosamente scarrozzato da un punto all’altro della città, ma di “vivere” il più possibile a contatto con la realtà locale con il suo stile di vita, le abitudini alimentari e soprattutto in una città-arcipelago di muoversi in barca e di vedere la città dall’acqua. Le possibilità sono vastissime, oltre al centro storico, vi sono le isole maggiori e minori e la grande laguna con le sue valli da pesca.

 

 

 

 

 

 

Nel caso in cui voleste immergervi in prima persona nella tradizione veneziana potrete partecipare ad una lezione di voga alla veneta su una imbarcazione tipica della laguna, imparando a vogare come un gondoliere, come si gira a destra o a sinistra con un remo solo, vogare all’indietro con l’imbarcazione. Potete prenotare cliccando qui.

 

Questa esperienza vi porterà a vedere luoghi che non sono percorribili a piedi, anche in considerazione della Doppia viabilità di Venezia, dove canali e strade solo in alcuni punti si intersecano o vanno parallelamente, ma spesso sono due distinti percorso che eludono un dall’altro. Un’avventura accattivante per persone che amano approfondire le proprie conoscenze.

Le imbarcazioni più adatte sono, oltre alla gondola ovviamente, per la voga tutte quelle della famiglia dei sandoli, per voga e vela e piccolo campeggio nautico i topi e le sanpierote, per viaggi nei fiumi i burci, per crociere a più ampio raggio i bragossi e infine per il mare aperto i grandi trabaccoli.

Le fotografie riportate qui sotto sono di alcuni modelli fedeli alle imbarcazioni originali. In calce di ogni foto la didascalia fornisce alcune spiegazioni della barca, sulla sua origine, l’uso ed periodo in cui queste venivano adoperate.

 

La Gondola carpaccesca è quella gondola che si vede nei quadri del Carpaccio, quindi come era la Gondola nel 1494. La forma risulta ancora tozza e pesante, ma lo specchio di poppa rialzato permette al vogatore la visibilità per la guida.

La Gondola seicentesca si differisce da quella della fine del ‘400 vengono inseriti i ferri a prua ed a poppa, le Forcole prendono eleganza e forza e sembra che venga allungata ed abbassata. Si sta trasformando per avvicinarsi, nella sua evoluzione, alla odierna.

 

Nel ‘700 Il Ferro anteriore della Gondola prende la forma simile a quella odierna, anche se con lineamenti arcaici, la forcola risulta ancora non del tutto completa, ma si può vedere che ormai lo stile della Gondola sembra ormai del tutto completo. Anche il Felze somiglia molto a quello ottocentesco.

Nell’800 diventa la classica Gondola de casada, con il Felze chiuso nella sua versione invernale, con il ferro da Gondola che afferma la sua presenza ed il riccio a poppa che fa la sua prima comparsa sulle gondole.

Nel ‘900 la trasformazione porta alla Gondola attuale, con i posti a sedere sulle poltroncine, con gli ottoni completi di cavallucci, tutta ornata con tutti i so pareci.

Il Gondolino da regata è quell’imbarcazione che deve sfrecciare soto la potente spinta dei più forti vogatori durante le regate e nella famosissima Regata Storica. E’ una barca leggera e bassa, con la Forcola rinforzata e le pedane di spinta per i vogatori.

Il Sandolo buranello è molto più corto e compatto della Gondola, con lo specchio di poppa che si chiude in forma arrotondata. I due vogatori possono remare a rimanendo con i piedi sui paioli, il fondo dell’imbarcazione.

Il Pupparin de Casada è molto elegante nella sua forma affusolata. Questa imbarcazione ha due posti a sedere su una panca con schienale posta appena sotto il rematore di poppa, il cosiddetto socchetto.

La forma e le dimensioni del Pupparin da Regata rimangono le stesse, ma vengono rinforzate le forcole e le pedane di spinta dei vogatori.

La Batela Buranela è un’imbarcazione da trasporto, nata nell’Isola di Burano per soddisfare il bisogno di trasportare sia il pesce pescato in mare, sia le verdure provenienti dalle vicine Sant’Erasmo e Vignole, isole tipicamente dedite all’agricoltura.

Anche la Batela coa de gambaro è un’imbarcazione da trasporto, ma più grande e capiente, ma soprattutto tiene meglio in mare.

La Batela coa de gambaro cittadina ha lo stesso utilizzo della sopra citata, ma meno grezza e più slanciata.

Lo Sciopon è una barca piccola e leggera che, come dal nome, portava un grande fucile, sciopo, per la caccia agli uccelli acquatici.

La Vipera è un’imbarcazione ormai andata in disuso. Possedeva due prore, nel senso che era sufficiente girare i remi negli appositi scalmi per andare nella direzione opposta, senza dover girare la barca.

Il Topeto Venezian è una barca da trasporto, spesso usata per piccoli carichi o per traslochi.

Per navigare in Laguna può essere dotata di albero e vela al terzo.

 

Il Topo ciosoto è anch’esso una barca da trasporto, ma anche adoperata, in tempi andati, per la pesca. Famose sono le vele coloratissime dei Topi ciosoti che adornano queste splendide imbarcazioni.

 

La Sampierota è una piccola barca da trasporto, dal nome originaria di San Piero in Volta. Ancora molto apprezzata ed adoperata, si presta, se dotata di albero, alla navigazione con la vela al terzo.

La Caorlina è la tipica imbarcazione da trasporto dei prodotti ortofrutticoli prodotti nelle varie parti della Laguna. Questa è originaria da Caorle, cittadina posta sulla costa, a nord di Venezia sul Mare Adriatico.