Venezia, la Peste, la Quarantena nei Lazzaretti


V
enezia, per la sua posizione geografica e soprattutto per la natura mercantile della sua popolazione, quindi portata dalle navi che toccavano gran parte dei porti del Mediterraneo, venne colpita più volte nei secoli da Epidemie di Peste che ridussero, anche in maniera cospicua, il numero degli abitanti della città. Nella storia non si è mai parlato di Pandemie perchè le notizie si muovevano lentamente, ma larga parte delle epidemie colpivano quasi contemporaneamente gran parte delle città commerciali.

Le epidemie che sono state catalogate, nelle cronache che si sono succedute, rilevanti per contagio e numero di persone decedute, sono quelle che si sono sviluppate nel 1007, nel 1171, nel 1278, nel 1348, nel 1382, nel 1400, nel 1423, nel 1428, nel 1464, nel 1469, nel 1478, nel 1575-77 e nel 1630-31. Il contagio del 1400 non venne considerato grande perchè morivano solo 14 persone al giorno.
Ogni grande peste veniva preceduta da un periodo di carestia che fiaccava la popolazione e, proprio perchè debole e spossata, veniva inesorabilmente colpita dal morbo nero.
Durante il contagio che colpì la città nel 1348 i medici non erano a conoscenza del perchè l’epidemia si evolvesse e si espandesse. Questi pensavano che la causa fosse la poca salubrità dell’aria e che le persone che venivano colpite avessero delle condizioni fisiche e mentali tali da favorire la malattia. Quell’anno, come indicano le cronache dell’epoca, morì un terzo della popolazione di Venezia, un numero intorno ai 40mila abitanti.
A piano terra della Scuola Grande di Santa Maria della Carità una grande lapide ricorda la grande peste che colpì Venezia nel 1348 sulla quale si riporta che e durà questa mortalidade cerca mexi VI, e si se diseva comunemente che li era morto ben do parte de la xente de Venexia, e che la Scuola stessa si doleva per la morte del suo Guardian GrandeMisier Piero Trivisan, di dieci dei dodici compagni del banco e di più di 300 confratelli sui 500 membri della confraternita.
In quegli anni del XIV secolo i medici ignoravano quasi del tutto la possibilità che le epidemie si diffondessero, in qualche modo, da persona a persona ed in ciò sono stati seguiti dalla maggioranza dei colleghi del XV secolo. Solo con l’epidemia del 1555/56 cominciarono a come si espandesse la malattia, sia da persona a persona, ma anche attraverso cose infette che venivano in contatto con soggetti sani che a loro volta si infettavano.
Anche il contagio del 1576 fu sottostimato, anzi alcuni medici veneziani smentirono apertamente, durante un dibattito tenutosi nel Maggior Consiglio che si trattasse di peste, solo 14 morti al dì tra marzo e maggio, tanto che questi curavano personalmente le persone malate. Quando i dottori cominciarono a morire di peste l’esplosione epidemica era ormai al culmine.
Solo verso la fine del XIX secolo la ricerca epidemiologica e microbiologica venne a far luce sulla natura della malattia e a rispondere a quelle questioni che avevano occupati i pensieri e l’operato degli scienziati per oltre 2000 anni.
Già dal 1423 venne istituito un ospedale per appestati presso l’isola dove si trovava il monastero agostiniano di santa Maria di Narazeth, chiamata dai veneziani isola del Lazzaretto poco distante dal Lido. La peste fece la sua comparsa nel mese di maggio di quell’anno, ad un mese dall’entrata in carica del doge Francesco Foscari. Per Venezia non era una novità, in quanto era già dal 1347 sua politica isolare ammalati e poveri, concedendo il permesso di costruire nuovi ospedali solo nelle isole. era logico poi, data la comune credenza sul contagio della peste, che la Signoria ponesse su un’isola quello che sarà il primo Lazzaretto d’Europa.
Nel 1456 si acuì la necessità di avere un ospedale atto ad accogliere, per un periodo di quarantena, sia le persone che avevano superato il morbo al Lazzaretto Vecchio prima di tornare alla vita quotidiana in città, sia le persone sospette di morbo per il loro rapporto con altra persona risultata infetta di peste. Nel 1468 la scelta ricadde su un’isoletta attaccata a Sant’Erasmo, una vigna murada di proprietà dei frati di San Giorgio Maggiore. La vigna murada diventerà Lazzaretto Nuovo.
Per quanto riguarda l’origine della parola Lazzaretto, assunta poi dagli ospedali per appestati e di quarantena in tutta Europa, sono state proposte varie ipotesi, come quella che la vede derivata da San Lazzaro, santo patrono dei lebbrosi, a cui però era dedicato un ospedale in Laguna specificatamente per le vittime di tale malattia. La parola invece è una corruzione di Nazareth, usata molto prima dell’istituzione dell’ospedale per appestati nell’ex monastero di Santa Maria di Nazareth.