Colonne di Marco e Todaro

Le Colonne di San Marco e San Todaro si trovano in fondo alla Piazzetta San Marco e fanno da maestosa cornice alla visione del Bacino di San Marco.

 

Sulle alte colonne granitiche si trovano i protettori della città di Venezia, a destra San Teodoro, in veneziano Todaro, il primo protettore dei venetici appena giunti sulle acque della Laguna, successivamente soppiantato da San Marco non appena sono state trasportate qui le spoglie mortali del Santo, nell’anno 829, il cui corpo venne collocato provvisoriamente nella Cappella Ducale e precisamente nella chiesa padronale di San Teodoro. Nello stesso anno venne decretato l’inizio della costruzione della Basilica di San Marco.

 

Colonna di S.Teodoro

 

Colonna di S.Marco

 

Scorcio del Palazzo ducale

Solo nel 1173 e grazie alla perizia di un ingegnoso costruttore

Le colonne, che furono portate da Tiro, la tradizione vuole che fossero tre e portate, per il loro enorme peso, da tre imbarcazioni diverse. Una delle tre però fece naufragio e perse il suo prezioso carico proprio mentre si stavano effettuando le operazioni di scarico del pesante fardello. Inutili furono le ricerche negli anni successivi per localizzare e recuperare la terza colonna.

Leone di San Marco

Ormai questa è diventata una leggenda, ma le ricerche sono in ogni modo continuate. Negli ultimi anni, anche con l’apporto delle nuove tecnologie, sono state effettuate delle ricerche con l’ausilio dei satelliti che avrebbero potuto localizzare un corpo con densità diversa nel fondo del Bacino di San Marco. Nessun risultato anche da questa ricerca.
Le due supestiti furono quindi posizionate a terra sul molo, ma, proprio per la grande mole ed il peso eccezionale, nessuno ebbe il coraggio di assumersi l’incarico di innalzare i grandiosi monoliti, e rimasero in quella posizione per oltre un secolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Marco e Todaro

Solo nel 1173 e grazie alla perizia di un ingegnoso costruttore bergamasco, Nicolò Barattieri, vengono sollevate le due colonne con uno stratagemma degno di un grande inventore.

Queste furono legate strettamente, a mezzo di struttura portante, con possenti corde di canapa, corde che successivamente sono state bagnate. Le corde bagnate, per un effetto di restringimento della struttura della canapa, si ritirano, sollevando di fatto la possente colonna.

 

Scorcio del Palazzo ducale

Posti dei cunei per mantenere la posizione acquisita e fissata questa nuova posizione della colonna, venne ripetuta l’operazione fino al completo innalzamento del monolite. L’operazione non fu certo celere, ma il risultato è ancora sotto gli occhi di tutti.

Il Barattieri fu generosamente ricompensato per il suo ingegno con la concessione, da parte del Serenissimo Governo, di esercitare il gioco dei dadi, severamente bandito in tutto il territorio della Repubblica, proprio in mezzo alle due colonne da lui erette. Questa concessione era personale e si esaurì con la morte del Barettieri.

Leone alato, i pili e San Giorgio

Le due colonne sono diventate una quinta insostituibile, indimenticabile della città, con sullo sfondo l’Isola di San Giorgio Maggiore con la bianchissima facciata della Basilica di San Giorgio Maggiore, nel contesto del Bacino di San Marco, sulle dondolanti Gondole, anche in considerazione del fatto che sopra ad ogni colonna, su meravigliosi capitelli bizantini, fu posto il santo protettore della città, a destra, guardando verso il Bacino di San MarcoSan Teodoro il primo protettore della città, e a sinistra San Marco, nella sua ormai riconosciuta sembianza di Leone alato, come viene identificato l’evangelista nella iconografia cristiana.

Passare in mezzo alle due colonne, o peggio ancora, fermarsi tra queste è accuratamente evitato dai veneziani. Tra le colonne venivano effettuate gran parte delle condanne a morte, sia per impiccagione che per squartamento, quarti che poi venivano esposti, a monito della popolazione, sui quattro lati estremi di Venezia, vale a dire il primo verso Chioggia, il secondo verso Padova, il terzo verso Mestre, relativo al Ponte dei Squartai, ed il quarto verso San Nicolò del Lido.

In cima alle colonne, come sopra riportato, ci sono i due santi protettori di Venezia, l’anticoSan Teodoro, un guerriero che, secondo la tradizione, sconfisse un drago, e San Marco, le cui spoglie vennero esportate da Alessandria d’Egitto nel 828. Il simbolo evangelico dell’evangelista è il leone alato, per questo sulla colonna adiacente il Palazzo Ducale venne posto un leone in bronzo che divenne il simbolo stesso della città lagunare.

La base di ogni colonna ha forma quadrata ed agli angoli di questo furono poste effige delle Scuole di Arti e Mestieri che probabilmente aiutarono il Barettieri a sollevare le colonne.

Si possono ancora riconoscere sul basamento della colonna che regge il Todaro, dalla loro posa, i lavori del pescivendolo con un cesto di vimini per il pesce, del fabbro con il martello sollevato nell’atto di colpire una deformata incudine ed anche indovinare la categoria delle due sculture che seguono, che si potrebbero identificare come macellai e vinai, immortalati nell’atto di eseguire il loro lavoro quotidiano.

 

Mestieri Todaro 1

 

Mestieri - Todaro 2

Molto bene vengono descritte queste sculture da Wladimiro Dorigo nel suo Venezia Romanica, Cierre edizioni 2003;

Gli otto gruppi di umili venditori e artigiani sono posti in quel luogo psicologicamente strategico a dialogare non solo con il popolino che giocava d’azzardo, ma anche con tutti i visitatori e mercanti eminenti che sbarcavano sul litus marmoreum per accedere al centro del potere veneziano.

 

Mestieri - Todaro 3

 

Mestieri - Todaro 4


 

Tre delle categorie raffigurate alle base della Colonna di San Marco sono particolarmente consunte da non potersi identificare il mestiere espresso, tranne quella del fruttivendolo che espone la propria merce in un cesto, sul quale si potrebbe cercare di identificare i frutti posti all’interno del cesto stesso.

 

Mestieri - San Marco 1

 

Mestieri - San Marco 2

 

La consunzione per gli eventi metereologici e l’usura per lo strofinamento di chi si sedeva prima che fossero chiuse in un recinto, ha reso quindi irriconoscibili i mestieri sulla base del Marco.

Ci si trova di fronte a sculture che sono completamente deturpate dal tempo e dall’usura.


 

Mestieri - San Marco 3

 

 

Mestieri - San Marco 4