Piazzetta San Marco
Da Piazza San Marco andando verso il Bacino di San Marco si attraversa la Piazzetta con le due Colonne granitiche che sorreggono le statue dei santi protettori di Venezia, San Teodoro, vicino alla Zecca e il Leone di San Marco vicino a Palazzo Ducale.
Tra le due colonne venivano inflitte le pene capitali. Il condannato veniva rivolto verso la Basilica di San Marco e quindi guardava la Torre dell’Orologio, tanto da avere ben impressa nei suoi occhi l’ora in cui gli veniva inflitta la pena capitale. Un detto veneziano ricorda ancora quest’usanza quando ad uno che aveva fatto uno sgarbo gli si dice: Varda che te fasso veder mi che ora che xe. Per i veneziani, quindi, è di cattivo auspicio passare in mezzo alle due colonne e preferiscono quindi girarci attorno.
Nella piazzetta si svolgevano le migliori acrobazie durante il Carnevale, che cominciava già nei primi giorni dell’anno solare, per terminare mestamente il martedì grasso.
Il volo della colombina avvieniva dal Campanile verso il Molo, con arrivo sotto le logge di Palazzo Ducale. Oggi, invece, parte sempre dal Campanile, ma si svolge interamente in Piazza San Marco.
Aggetta sulla Piazzetta il lato sud della Basilica di San Marco, dove si trovano le due Colonne d’Acri, a fianco dei Tetrarchi, proprio davanti alla Porta della Carta, uno dei due ingressi di terra di Palazzo Ducale. Sulla facciata della Basilica di San Marco si trova il mosaico della Madonna con Bambino con a fianco due torce rosse, una delle quali rimane sempre accesa in perpetuo ricordo dell’errore commesso dalla giustizia veneziana per aver condannato ingiustamente un giovane fornaio che venne trovato in Calle dei Assassini a fianco del corpo di un giovane patrizio e quindi incarcerato per e giustiziato per l’omicidio. Da allora per molti anni gli atti della giustizia veneziana riportavano la frase …e ricordeve del Povaro Fornareto. per rammentare ai giudici di non eseguire le condanne con troppa facilità, senza aver vagliato a sufficienza le prove di colpevolezza di un imputato, e venne acceso questo lume a perpetuo ricordo del tragico fatto.
Proseguendo con lo sguardo si trovano allineate tutte le colonne del porticato del Palazzo Ducale, con ogn’una il motivo ornamentale del capitello diverso, dallo spigolo in aderenza alla Porta della Carta dove si trova la scultura de Il giudizio di re Salomone di Bartolomeo Bon all’altro spigolo verso il Molo con l’altra scultura Il Peccato Originale attribuito a Filippo Calendario.
Tra tutti i capitelli il più particolare è quello che sormonta la colonna più grossa del porticato verso la Piazzetta. Questa colonna è l’ultima della costruzione del primo Palazzo Ducale quello costruito nel ‘300. Il capitello descrive la vita dell’uomo, dalla giovinezza alla morte, compreso l’accoppiamento, pudicamente descritto nella parte interiore del capitello.
Si arriva quindi al Molo con lo sciacquio delle onde sui gradini ed il perpetuo movimento delle Gondole legate alle loro Bricole. Del marco e Todaro abbiamo già detto e si prosegue verso la Biblioteca Nazionale Marciana per arrivare al Campanile con la splendida Loggetta del Sansovino ricostruita con ipezzi recuperati dopo il crollo del Campanile avvenuto il 14 luglio 1902.
Sullo sfondo la Torre dell’Orologio sorveglia. Ma siamo già in Piazza San Marco.
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