Campanile di San Marco
…si erge sublime , simile all’antenna maestra di una nave; nave immensa lanciata fra il cielo e la terra verso il lontano oriente alla conquista della ricchezza, della potenza, della gloria.
Tre Dialoghi Attorno Al Campanile Di San Marco – Vittorio Foa
Chiamato affettuosamente “el paròn de casa” (il padrone di casa) il Campanile è l’edificio più alto di Venezia coi suoi quasi 100 metri di elevazione. (mt. 99, 78 angelo compreso).
Una palizzata di 3076 pali sostiene l’enorme peso della costruzione. I pali, conficcati nel terreno molle per creare consistenza e compattezza, come in tutte le fondazioni di Venezia, sono stati infissi seguendo un pereciso schema: dopo aver definito il perimetro con una cinta di pali, partendo dal centro, con un percorso a spirale, si è compattato il terreno sul quale è iniziata la costruzione. Il tutto è stato inglobato da una colata di calcestruzzo che a sua volta sostiene il 1.204.000 mattoni che formano il campanile. Successivamente furono realizzate la cornice in pietra d’Istria, la cella campanaria, il dado e la cuspide rivestita in rame.
Sulla cima l’Arcangelo Gabriele, alto più di cinque metri, brilla con la sua doratura e girando su un perno, indica ai veneziani, la direzione del vento. In relazione della direzione del vento, dall’intensità delle nubi e dall’andamento delle maree si riesce a stabilire se e quando potrebbe piovere o comunque cambiar el tempo.
Sulla loggia campanaria, raggiungibile sia a piedi con una lunga ed interminabile salita oppure a pagamento con un comodo ascensore, ci si può godere della più spettacolare vista della città, luogo dal quale Galileo Galilei presentò il cannocchiale facendo vedere al Doge i pescatori a Chioggia.
Le campane sono cinque, ognuna con il proprio nome legato alla attività lavorativa che fa iniziare o finire. La Marangona è la più grande e perciò venne detta el campanon. E’ suonata di primo mattino per avvertire gli operai felegnami, marangoni in veneziano, numerosissimi nella VeneziaSerenissima, l’inizio e la fine della giornata lavorativa.
La Mezana o Nona che suona a mezzogiorno.
La Mezza Terza o Pregadio chiamava a raccolta i fedeli alle funzioni religiose ed annunciava l’inizio delle riunioni del Senato.
La Trottiera chiamava i membri del Maggior Consiglio che allora si affrettavano a raggiungere il Palazzo Ducale avviandosi al trotto sulle loro cavalcature.
La Ringhiera o di Giustizia avvertiva che i condannati alla pena capitale venivano portati a morte.
Sul campanile venivano pure fatta dimostrazione di come venivano puniti alcuni reati. I condannati venivano chiusi in una gabbia di legno, chiamata cheba, ed appesi fuori a circa metà campanile, a scontare la propria pena sotto gli occhi del popolo che passava sotto, una vera a propria gogna sospesa . Rimanevano chiusi per giorni interi e venivano sfamati e dissetati dai famigliari che porgevano loro il cibo e l’acqua con lunghe canne.
Nell’888, o secondo altri, nel 911 furono iniziati i lavori di costruzione del primo Campanile.
Nei secoli successivi se ne continuarono i lavori.
Da ricordare, fra i vari architetti che si succedettero, Nicolò Barattieri (anno 1180), eMontagnana (anno 1329).
Nel 1489 cadde un fulmine che bruciò la cella campanaria, che fu ricostruita da Bartolomeo Bon dal 1510 al 1514, compresi l’attico, ed il pinnacolo.
Ai piedi del campanile, che in quegli anni venne sbarazzato dalle botteghe di legname che v’erano addossate, sta la Loggetta, splendida opera del Sansovino (1540), destinata alla residenza di tre Procuratori di San Marco durante le sedute del Maggior Consiglio.
Il 14 luglio 1902 verso le 10 del mattino, preavvisato da crescenti scricchiolii e da una grossa crepa, la struttura collassò, abbattendosi su se stessa. Quasi miracolosamente non ci furono né morti né feriti. Il fatto fu traumatico per tutta la città, anche se alcune perizie avevano già denunciato gravi problemi di stabilità. La macerie furono simbolicamente sepolte nell’Adriatico.
La ricostruzione voluta immediatamente dal sindaco Filippo Grimani, guidata dal motto “com’era e dov’era”, iniziò con la posa della prima pietra a cura del patriarca Sarto il 25 aprile 1903 e terminò il 6 marzo 1912. L’inaugurazione della nuova struttura si tenne il 25 aprile di quell’anno, il giorno della festa di San Marco.
La vista che si gode dalla cella campanaria è una delle più suggestive che si possano avere.
Il costo per salire in cima (€ 8,00 a persona, ridotto €4,00) viene ampiamente ripagato dalla vista della Laguna che circonda le isole di Venezia.
Da questo stupendo punto di osservazione si può vedere la forma trapezoidale della Piazza San Marco, la loggia della Torre dell’Orologio con i due mori a battere l’ora, le cupole di piombo della Basilica di San Marco, l’isola di San Giorgio Maggiore adagiata nel Bacino di San Marco, la splendida Punta della Dogana con la Basilica della Salute, ma facendo bene attenzione si distinguono la Giudecca, San Michele, Murano, il Lido, San Zaccaria la Basilica dei Santi Giovanni e Paolo.
La vista dalla cima del campanile