Parole in dialetto veneziano

A

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  • Abandonàr = abbandonare, abbandonarsi = venire meno, mancar d’animo
  • Abatùo = abbattuto, spossato, debilitato
  • Abénze casa con tutte le so abènze e pertinènze = casa con tutte le sue adiacenze, cioè con tutti i luoghi che ne dipendono
  • Abinàrs = abbinare
  • Abito fruà = abito consumato
  • A brazzacòlo = abbracciando al collo
  • Adàsio= adagio Dasin, dasieto= piano piano, adagio adagio
  • Altana= Terrazza in legno sopra i tetti delle case
  • ànda: andamento, andare, voglia (no go anda = non ho voglia)
  • àmia: zia
  • Amigo = amico
  • A menadèo = a mena dito (Savèr o far una cossa a menadeo: sapere, fare una cosa alla perfezione)
  • Amolo= mirabella, tipo si susina. Testa da amolo= Schiocco, tontolone
  • Amurianum= Antica denominazione di Murano
  • Ancuo= Oggi
  • àni anòri= anni e anni. Xe ani anodi che no lo vedo = Sono anni e anni che non lo vedo
  • Armelin= Albicocca. Frutto di provenienza armena, da questo il nome, ancora in uso dalle persone più anziane
  • Arpìa= strega, persona malvagia
  • Arpese = gancio che supporta un balcone
  • Articiòchi = carciofi. Famosi quelli viola di Sant’Erasmo
  • Assa= filo da cucire. Pàssime le asse da cuser = passami il filo per cucire

B

Bacan
  • Baba = Vecchia
  • Bacàn= Lingua di terra sabbiosa, situata in Laguna presso le Bocche di Porto, che emerge durante la bassa marea.Bacàn
  • Bagatin= Monetina dal valore di un dodicesimo del soldo venetoAver tre bezzi e un bagatin non essere in grado di continuare il proprio commercio, essere un fallito.
  • Bagigio plur. Bagigi= arachide. La leggenda vuole che il termine derivi dal nome di un Turco che, avendo portato dei servigi alla Repubblica, fosse stato ricompensato con l’autorizzazione a vendere in Piazza San Marco le noccioline; il suo nome sarebbe Al Bha Ghig.
  • Bagolo= Baldoria, spasso, divertimento. Far Bagolo: far baldoria. Ti xe un bagolo: Sei uno spasso.
  • Bailo = Rappresentante all’estero del governo veneziano
  • Balador da corda = Funambolo, equilibrista.
  • Bàrba= zio
  • Barèta= berretta, copricapo. Alle Mercerie il Ponte dei Bareteri
  • Barnabotti = Gli impiegati ai ridotti o casini. In genere erano nobiluomini veneziani decaduti
  • Bàro= Cespo, cespuglio. Baro de erbe, baro de fogie oppure per una folta capigliatura: un baro de caveli.
  • Baròndolo=Ciuffo di peli o fili attorcigliati (altro nome del cosiddetto “gatto” di polvere)
  • Bastasi = Facchini dei Fonteghi i magazzini merci di Venezia
  • Batòcio= Battacchio di campana
  • Baùta= specie di mantellino o rocchetto, a uso di maschera
  •  
  • Bava= Saliva, bava. Metaforicamente Fortuna: Che bava Che fortuna, una fortuna sfacciata
  • Bavariol= bavaglio. Meter el bavaròl a un putelo = imbavagliare un bambino
  • Biavarol = negozio di alimentari
  • Biave = Cereali
  • Bìgolo= bastone ricurvo su cui si appendono secchi o cesti, da portare sulla spalla
  • Bonètto= panno o cuffia che le donne usavano portare come copricapo
  • Bovolo = Chiocciola. Dicesi anche per le scale a chiocciola o Scala del Bovolo
  • Bràghe o braghesse= calzoni, pantaloni.
  • Brànca= manata, pugno. Na branca de sal
  • Bucintoro = Lussuosa nave da parata usata dal Doge di Venezia per le manifestazioni importanti come lo Sposalizio del Mare in occasione della Festa della Sensa
  • Bugnato = Rivestimento esterno con pietre di grosse dimensioni appena sgrossate e con profondi incavi tra le commissure
  • Butiro= burro
  • Busia=bugia,frottola,menzogna

C

  • Ca’ = Casa
  • Cabala = dalle ebraico Qabbalah. Teorie legate alla tradizione ermetica dei numeri magici posti con la concessione armonica del Creato.
  • Caesèa o Caèta= calle più stretta delle altre
  • Caliera = paiolo ovvero pentola adatta alla cottura della polenta
  • Camauro = Tipica cuffia di tela bianca usata dal Doge
  • Camerlengo = Revisore dei conti. Magistrato sovrintendente alle attività economiche della Repubblica di Venezia, con funzione di riscossione e ridistribuzione delle entrate
  • Camìsa= camicia
  • Canaruòl= abitante di Cannaregio
  • Canèva= cantina
  • Carèga= sedia
  • Caregòn= seggiolone
  • Casoin= negozio di formaggi
  • Cascàr= cadere
  • Castròn= persona poco attenta a quello che fa
  • Caìgo= nebbia
  • Caìcia= caviglia
  • Canevassa= Strofinaccio, canovaccio, in particolare quello usato per asciugare i piatti.
  • Capeluo = il granchio durante la muta
  • Cavana = Tipico ricovero veneziano delle imbarcazioni
  • Cavea’=perno che serviva per attacare il carro ad un traino
  • Chèba= gabbia o anche frottola; cascar in chèba cadere in trappola. La Cheba, gabbia, più famosa e famigerata era quella appesa al Campanile di San Marco ad una trave sporta fuori da un buco sopra le botteghe del pane, ad alcuni metri dal suolo, nella quale si chiudeva il disgraziato che aveva commesso un crimine e condannato alla pubblica gogna nella cheba, per un tempo determinato dai giudici, a volte fino alla morte. Non aveva diritto, da parte dello Stato veneto, del cibo, tranne che pane e acqua, forniti dall’alto a mezzo di una cordicella. Il supplizio della cheba a vita venne aospeso nel 1518, perdurando quello temporaneo fino al 1542. Contar chèbe raccontare frottole.Piazza e Campanile di San Marco – VeniceWiki
  • Chèbo= balbuziente
  • el xe chèbo, si intacca con la ‘c’ e sulle ‘g’ gutturali (così come lo scheché o schèchena, mentre il balbo sulle ‘b’ e sulle ‘p’; lo sgnanfo ha invece una pronuncia velare-nasale);
  • Chéca= Francesca
  • Chéco= Francesco
  • Chécca= detto di omosessuale maschile passivo
  • Chietìna= bacchettona o donna devota e religiosa
  • Ciacola = Chiacchera; quindi Ciacolar = chiaccherare
  • Ciao=La parola Ciao, usata comunemente in tutto il mondo come saluto cordiale, è di derivazione prettamente veneziana. Da ”sciavo vostro”, che si pronuncia con la “c” dura, a ”sciavo” in forma contratta, poi a ciao, il passo è breve.
  • Ciapàr= prendere
  • Cièsa = chiesa
  • Còca= la coccolona e, per estensione, l’organo genitale femminile
  • Còca belèla= schiocchina
  • Còca, còcari= scemotto/a , stupidino/a, svanitello/a
  • Còca lessaCòca fiapa o còca mola= persona senza carattere
  • Cocai = gabbiani
  • Cocàl= gabbiano
  • Còcca= nave tonda mercantile veneziana a larga prua
  • Còco= prediletto o anche membro maschile nel linguaggio dei bambini
  • Còcola= carezza
  • Cocolar= coccolare, accarezzare
  • Cocòlesso= carezza o anche parola gentile
  • Cogiòn= testicolo o anche persona sciocca Cogiòni! però! (esclamazione di meraviglia)
  • Cogionar= prendere in giro, burlarsi
  • Cògoma= caffettiera
  • Còmio= gomito
  • Companizar= far bastare, far durare, amministrare con avvedutezza, risparmiare in modo da far durare qualcosa o consumarlo a poco poco per farlo durare a lungo. Companisarse el pan’, mangiare il pane a poco a poco, per farlo durare fino alla fine del pasto.
  • Corba, corbato= paniere, cesto con i manici dove mettere pane o pesce.
  • Cotola= gonna
  • Crecola= cranio teschio, testa pelata. El me ga da una bota su la crecola, mi ha dato una botta in testa.
  • Crocani= terreno accidentato, con sassi o con blocchi sconnessi. Me par de caminar sui crociani, mi sembra di camminare sui ciottoli.
  • Crossola=Stampella, gruccia. Caminar co le crossole, camminare con le stampelle.
  • Curàme=Cuoio

D

Palazzo Ducale
  • Damani= polsini
  • Dasin, dasieto= piano piano, adagio adagio
  • Desbratacàsa= ripostiglio
  • Deo= dito
  • Desmentegar = dimenticare
  • Desavio = senza sale
  • Dindio = Tacchino
  • Do = due
  • Diése= dieci
  • Dòdese= dodici
  • Dodesòna= imbarcazione da corteo con dodici vogatori
  • Diisete= diciasette
  • Disdòto= diciotto
  • Disdotòna= fastosa imbarcazione da corteo a diciotto remi
  • Dindìni= soldi (del tintinnio della moneta metallica)
  • Dindòlon (a…)= a ciondoloni, di qua e là, come il dindolar di una campana
  • Dispiàsso= dispiaciuto
  • Dòlse= dolce
  • Dogàl = ducale (palasso dogàl: palazzo ducale residenza del doge)
  • Dise (el …, la …)= intercalare frequentissimo del dialetto veneziano.
  • Domandòn= uno che continua sempre a chiedere
  • Dòna= donna, femmina

Mi,
la dise: si
la dise: che
la dise: so
la dise: che
la dise: lu
la dise: va
la dise: là
Ma,
la dise: lu
la dise: no
la dise: sa
la dise: che
la dise: mi
la dise: so
la dise: che
la dise: lù
la dise: va
la dise: là;
e mi lo lasso!

io so che lui va là, ma lui non sa che io lo so che lui va là; e io l’abbandono! (usata naturalmente, anche come scioglilingua)

E

  • Ti xe ebete = sei uno stupido
  • El = articolo del genere maschile singolare, dicesi anche per Egli: El cria: egli grida; El magna: egli mangia
  • Erbaria= Area di mercato riservata alla vendita di frutta e verdura

F

  • Fàssa= fascia
  • Felùca o filùca= specie di scialuppa o di piccola imbarcazione che andava a vele o a remi
  • Fèlze= cabina chiusa della gondola
  • Feràl= fanale, lampione
  • Fìa= Ragazza
  • Fìo= Ragazzo
  • Filzàda= coperta da letto ruvida e rozza
  • Fìrmano= ordine o decreto di sovrani turchi e persiani. Dal pers. farman ‘ordine’
  • Fòdra= fodera. Fodrà= foderato. Andar par e le fodre: passare per zone interne, nascoste.
  • Fora= fuori
  • Fòntego= magazzino merci ed abitazione dei commercianti
  • Fortàgia= frittata
  • Freschin= odore di muco, odore persistente che rimane dalle uova o dal pesce, o dalle stoviglie mal lavate, o della salsedine, odore che si toglie con il limone o con l’aceto. Si dice anche della carne, in special modo della selvaggina, anche se in questo ultimo caso, si preferisce dire la sa da selvadego (vedi selvadego)
  • Fraglia = Corporazione di arti e mestieri
  • Fròmbola= fionda
  • Fulminante= fiammifero
  • Furàtola= piccola bottega ove si vendevano generi alimentari di poco prezzo
  • Furlàn= friulano. Nativo del Friuli.
  • Fureghìn, furegòto= chi si dà da fare in molti modi ma non sempre corretti

G

Giaso, Laguna Ghiacciata
  • Ganzaruòlo: imbarcazione leggera con molti rematori. Sopra queste barche i giovani veneziani andavano al Lido per esercitarsi nel tiro con l’arco.
  • Ganzega o Zanzega: Festa di fine lavori. Veniva fatta in occasione del termine dei lavori di costruzione o di restauro di una casa dove il proprietario, che aveva chiesto ad amici e parenti di aiutarlo, offriva un lauto pranzo a coloro avevano partecipato ai lavori. La tradizione si è protratta almeno fino alla fine degli anni ’70 del secolo scorso.
  • Gèmo: gomitolo
  • Giàsso: ghiaccio, gelo.
  • Gnaga: maschera di carnevale
  • Gorna: canaletto che serve di condotta dell’acqua, grondaia
  • Gòto“: bicchiere
  • Gratacasa: grattugia per il formaggio
  • Grime“: rughe
  • Groppo: nodo
  • Guar:affilare utensili da taglio

I

  • Imusà o imusonà: arrabbiato
  • Imbriago: ubriaco
  • Impizar: accendere
  • Infrapolà: sgualcito
  • Incoconarincoconarse: ingoiare, trangugiare, rimpinzarsi
  • Intimea: federa del cuscino, probabilmente deriva da intimo, privato, solo mio.

L

  • Levantina: stoffa di seta importata dall’ Oriente.
  • Levantino: cittadini originari del vicino medio oriente.
  • Levoro: tanto grande

M

  • Magansesi= Infidi, sleali. Usato spesso come epiteto per campanilismo dagli abitanti di Burano, buranelli, verso quelli di Murano muranesi, Muranesi magansesi, ricambiati con buraneli sete fedi, buranelli con sette fedi, infidi e volta gabbana.
  • Maregoea= topolino
  • Mariegola= o madre-regola, lo statuto della scuola, di corporazione o dell’arte a cui era associata, con il numero e l’elenco completo degli iscritti.
  • Marìo e mugièr= marito e moglie
  • Marrani = Gli ebrei ispanici
  • Marsarìa= merceria. Far marsarìa, fare trasloco, riordinare gli oggetti e le cianfrusaglie di una casa. Prende il nome una lunga strada, le Mercerie dove anticamente era possibile comperare ogni oggetto prodotto al mondo.
  • Marsera= merciaia, che vende stoffe e fili per cucire.
  • Massari = Tesorieri
  • Mazaneta= granchio Veneziano GRANZO, “incominciano ad ottobre il granchio comune recasi in mare per gettare le uova, appunto le femmine con le uova (col coral) son dette mazanete, ricercatissime e ottime lesse” (Boerio)
  • Megio =Miglio. Definiva anche granaglie in generale. Con lo steso nome il deposito a Santa Croce
  • Mendicoli = Mendicanti
  • Moeca = il granchio, durante la muta, perde la vecchia corazza rimanendo per poche ore con una crosta nuova e molle, è in questo stadio di mutazione che si chiama moeca ed i pescatori molecanti
  • Molena= mollica
  • Molton= maschio adulto di pecora. Adoperato come dispregiativo di persona sgarbata, poco attenta, sciocca.
  • Momoleto’=monoleto de le sento voie di bambino, o persona, che chiede spesso qualcosa per soddisfare le proprie voglie.
  • Moroso= fidanzato. Morosa al femminile.
  • Mude = Convogli commerciali marittimi scortati da navi da guerra per evitare le incursioni di Turchi e pirati
  • Musso= asino
  • Muso= viso
  • Mustacio= Baffo, mustacchio. El ga i mustaci de fero, è una persona autoritaria.

N

  • Nappa= cappa del camino, per somiglianza, anche un naso importante di notevoli misure
  • Naransa= arancia. Una parte del mercato ortofrutticolo era destinato proprio alla vendita delle arance, per tale motivo è diventata Naranzaria
  • Narìse= le narici (o più comunemente chiamate, i busi del naso)
  • Nasar, snasar= annusare o anche aver sentore, intuire gli affari, subodorare (lo gò nasà: l’ho fiutato)
  • Natole= sottotetto, soffitta poco frequentabile
  • Nessa= nipote femmina
  • Nevodo= nipote maschio
  • Novissa, novisso= fidanzata, fidanzato ufficiale
  • Narabotoi= girini

O

  • Onza= unghia
  • Onto= unto
  • Ormesino= panno di seta che veniva lavorato a Venezia secondo la foggia di quelli originari di Ormus, da cui prendeva il nome. *Fondamenta dei Ormesini si trova a Cannaregio
  • Orna= misura veneziana pari a sei secchie
  • Osèla= antica moneta d’argento coniata ogni anno in dicembre e dispensata dal doge ai patrizi nel giorno di S. Barbara
  • Osèlo= uccello, usato anche per descrivere il membro maschile in modo scherzoso
  • Ovadega= Chiazza di pelle secca, desquamazione.

P

Patera del XV secolo
  • Pagiòla= forfora
  • Palina= Sottile palo di ormeggio piantato lungo le rive dei canali. Si differenzia dalla Bricola che è la conterminazione dei canali della Laguna
  • Palischermo= ant. paliscalmo. Grossa barca a remi, anche scialuppa. Dal greco polyskalmos ‘dai molti scalmi’.
  • Pandolo= Tonto, sciocco, fesso e impacciato, soprattutto riferito a persona alta (alto e pandolo).
  • Pantegana= ratto
  • Papalina= berretto usato per la notte. Il doge lo portava sotto il corno ducale
  • Papusse = Ciabatte, pantofola, ma anche le scarpe dei gondolieri
  • Parancola=tavola lunga stretta
  • Parancolada= palancolata, sbarramento di tavole
  • Pastassuta = pastasciutta
  • Patere = Piccole formelle originariamente provenienti da Bisanzio, di forma rotonda, che ornano le case di Venezia
  • Paviner= fuoco della befana
  • Peata= chiatta, barca da carico di grande capacità
  • Pergolo= poggiolo
  • Persègo = pesca, frutto del pesco
  • Pestrin= luogo dove si vende il latte
  • Picai = Impiccati
  • Piavola= bambola.
  • Pittima= esattore. Più propriamente ere quello che si poneva davanti alla porta del debitore a ricordargli-gridando- il suo debito
  • Posàe= le posate da tavola (individuali: cortèlo – cortello, scugèr – cucchiaio, piròn – forchetta, supièra – zuppiera, piato – piatto, gòto – bicchiere, tovagiòl – tovagliolo; comuni a tutti: pòter o pòto – caraffa dell’acqua, bòssa – bottiglia di vino, stecadenti – stuzzicadenti, sal – sale, pèvare – pepe, ògio – olio, asèo – aceto)
  • Primariòla: primipara, che precede tutti gli altri
  • Primicerio: Il più alto prelato della Cappella Ducale di San Marco. Al tempo della Serenissima il patriarca risiedeva a Castello e la Chiesa di San Piero di Castello era la sede patriarcale.
  • Proto = Direttore ai lavori di costruzione. Proto ale fabriche. Fra questi spicca il nome di Jacopo Sansovino Proto di San Marco fino alla sua morte
  • Pua= bambola
  • Pùpola= polpaccio
  • Pusar, puzar= appoggiare
  • Putèlo= bambino, ragazzetto
Ridotto o Casino Mocenigo

R

  • Rànsio= rancido. L’aggettivo è tipico per il burro, butiro, o per il latte andato a male.
  • Rangotàn = Orangotango (somegiàrghe an un…): brutto, con la barba incolta, uomo dei boschi.
  • Regalzier= Finto mattonato eseguita con la tecnica dell’affresco
  • Rebègolo= furfantello irrequieto aver el rebègolo: aver l’argento vivo addosso
  • Récia= orecchio (o quanto altro di simile forma)
  • Ridotto = Casa da gioco, quelli che diventeranno i Casini Veneziani
  • Rio terà = canale interrato trasformato in Calle (via)
  • Rosegotto= bitorzolo. Dicesi anche di cosa vecchia e malandata: ..el xe proprio un rosegoto
  • Roversà= rovesciato
  • Ruga = strada in cui si trovano botteghe ed officine

S

Sandolo – Imbarcazione tipica veneziana
  • Samoro= si intende il cimurro che te vegna ‘l.samoro
  • Sancasanchina= la mano sinistra (si dice la mano del diavolo)
  • Sago= mantello corto di scotta rozza e pesante
  • Salizada= strada lastricata. Deriva da salizzo, “selce”
  • Salvadego= selvatico. Odor da salvadego, odore di animale selvatico
  • Sandolo=Imbarcazione tipica, leggera, slanciata, usata per piccoli trasporti in laguna. E’ una delle più comuni barche lagunari.
  • Sangiotar= singhiozzare.
  • Sangioto= singhiozzo. Go magnà in furia e me xe vegnio el sangioto, ho mangiato in fretta e mi è venuto il singhiozzo.
  • Santolo, Santola’= Padrino, madrina; compare, comare
  • Saor= Sapore. Salsa composta principalmente da cipolle e aceto, con cui si condisce principalmente il pesce (Sardee in saor, Scampi in saor, Sfogi in saor), ma anche verdura come il radicchio in saor.
  • Sarese = Ciliegie
  • Sata= Zampa, sia riferita ad animali, sia per tavoli e sedie, la sata de la carega
  • Sbaraino o sbaragin= “Giuoco di tavole che si fa con due dadi, e chiamasi Sbaraglino anche lo strumento sul quale si giuoca” (Boerio)
  • Sbarbà= adolesciente
  • Sbrasare= accendere per sfregamento, tipo un fiammifero.
  • Scafa“= lavello di marmo o di granito della cucina, far la scafa: il mento prominente dei bambini quando stanno per piangere
  • Scagio = ascella
  • Scarsela= tasca, borsa
  • Scioso= lumaca
  • Schei = Soldi
  • Schiavina= coperta da letto di lana ruvida e molto grossa, ma anche una palandrana leggera ed attilata
  • Scomenzera = Punto di partenza, si inizia da qui. Da Scomenzar = Iniziare
  • Scoreza= frautulenza
  • Scorza= buccia o corteccia
  • Scugier o Scuier= cucchiaio
  • Segola= cipolla
  • Sentìna= fondo della barca. Passar dal trasto a la sentìna (da un capo all’altro, da un discorso ad un altro)
  • Sesia = rondine
  • Sessola= votazza, gottazza per svuotare dall’acqua le barche. Tipico strumento, una volta in legno e successivamente in plastica, usato per svuotare le barche dall’acqua, togliere l’acqua dalla Sentina, il fondo. Di forma quadrangolare dà il nome alla Sacca Sessola proprio per la somiglianza di forme.
  • Sèsto, (tor pa ‘l…)= prendere in giro
  • Sésto (esser de….)= a modo, di buone maniere
  • Sfògio, Sfogi= sogliola, sogliole
  • Sfondrarse (… el bueo)= ingozzarsi, riempirsi stomachevolmente, mangiare oltre l’appetito
  • Sgabeo = Sgabello (sul quale ci si siede)
  • Sludro = molto unto, sporco
  • Spienza’ = Milza. Molto ricercata nei tipici locali veneziani i Bacari
  • Solana= colpo di sole; così era pure chiamato il cappello a larghe tese senza fonda sul quale le donne stendevano i capelli, dopo averli unti con una tintura, ed aspettavano che il sole portasse a termine il lavoro, rendendo biondi i loro capelli.
  • Spiàntani = i granchi che stanno per cambiare la crosta, servono per esca a vari tipi di pesce
  • Spissa= prurito
  • Sponzeta o strassa: straccetto.
  • Sponza= spugna.
  • Squero= (da squadra) cantiere ove si fabbricano le barche. Vedi Squero di San Trovaso
  • Stamigna= tessuto di lana sottile, ma molto resistente
  • Stramasso= materasso
  • Strassa= straccio

T

  • Tabarro= mantella a ruota da uomo. Realizzato in panno, grosso e pesante, di colore scuro, solitamente nero
  • Tamiso= setaccio per la farina
  • Técia= padella
  • Telero = Tela di grandi dimensioni, come quello del Paradiso dei Tintoretto in Palazzo Ducale
  • Terà= interrato, coperta di terra
  • Tirabosòn’= cavatappi
  • Tòcio= intingolo
  • Tòco= pezzo
  • Tola= tavola, sia come asse di legno che come tavolo da pranzo
  • Tòsa= giovane donna
  • Toso= giovane uomo (giovanotto)
  • Tòssego= veleno
  • Trasto= traverso superiore della Gondola che serve per unire i due fianchi. Sono 4 trasto de provatrasto de mezotrasto grando e trasto da pope
  • Tumbano= grullo, duro di testa, incapace

U

  • Uganeghe= salsicce
  • Ua = uva
  • Uéta = uva passa
  • Unfegar = sporcare leggermente
  • Usmar = fiutare, sospettare, avere il sospetto, annusare

V

  • Velme’= zona fangosa, ma anche le isole più basse. II termine veniva usato anche nel senso di barene
  • Veneguri= lucertole
  • Vissiga= vescica

Z

  • Zago= chierico. Giovane iniziato agli ordini ecclesiastici minori, ma non ancora promosso al sacerdozio
  • Zalo= giallo
  • Zanze= vezzeggiativo per Anzola, Angela
  • Zarantan= ciarlatano
  • Zavàgio= travaglio, fatica
  • Zebedei= eufemismo equivalente a testicoli
  • Zènaro= marito della figlia,
  • Zenàro= gennaio
  • Zenòcio= ginocchio
  • Zenzìva= gengiva
  • Zo per la caleta = giù per la calle (via)
  • Zorma o zerman= cugino
  • Zogar a le brombole = giocare a fare le bolle di sapone
  • Zogo = gioco
  • Zòvanezòvenezòvine= giovanotto, giovane
  • Zudegà= giudicato. Antico probabile nome dell’ isola della Giudecca, isola nella quale venivano imprigionati i rei.

Categoria: Cose veneziane